«Attivare!». È questo il comando dato dai capitani della Flotta Stellare per far entrare l’astronave in curvatura.
Se ne parla da un po’ di tempo: ma è davvero possibile lanciare una nave spaziale a velocità superiori a quella della luce, sfruttando il principio della propulsione a curvatura di Star Trek?
Sono in molti a pensare che questa possibilità sia più concreta di quanto si pensi. L’ultimo in ordine di tempo a sostenerla è l’astrofisico Geraint Lewis dell’Università di Sydney.
La sua idea si basa sul fatto che la velocità di curvatura è parte della teoria della relatività di Einstein. Il vero problema è che dobbiamo ancora scoprire i materiali necessari per ottenerla.
«Se guardate l’equazione che Einstein ci ha dato, mostra che si può piegare lo spazio in modo da poter viaggiare a tutta la velocità nell’universo», ha spiegato il professore all’emittente australiana ABC News.
È un passaggio necessario perché il grosso problema che abbiamo è la velocità della luce: «anche viaggiando a 300 mila km al secondo le distanze da percorrere sono immense. Ci vorrebbero quattro anni per arrivare alla stella più vicina a noi e due milioni di anni per raggiungere la galassia più vicina».
Sono distanze sufficienti a impedirci di colonizzare l’universo, a meno che non troviamo il modo per superare quel limite di velocità, e la teoria della relatività di Einstein ce lo fornisce, spiega Lewis. Il problema è passare dalla teoria alla pratica.
«Sappiamo che i materiali di cui avremmo bisogno esistono nell’universo, ma non siamo ancora riusciti a metterli insieme». Però Lewis è fiducioso: nei prossimi 100 o mille anni sapremo molto di più dell’universo e per questo i viaggi ad altissima velocità potranno diventare realtà e a quel punto si potranno fare viaggi in stile Star Trek che ci permetteranno di colonizzare l’universo.
Enterprise D nell’Oculus Rift
Nell’attesa che venga costruita la prima Enterprise, nel frattempo possiamo consolarci con la realtà virtuale.
Il fautore del progetto è Jason Briney, artista 3D che lavora in uno studio di post-produzione di Detroit. Il viaggio virtuale è ancora in fase di elaborazione, ma una volta terminato permetterà una full immersion nella nave spaziale più famosa della TV.
Un saggio di quello che sarà possibile sperimentare è presentato in una demo caricata su YouTube, ma è possibile ammirare diversi screeshots visitando il sito dedicato Enterprise 3D Construction Project.
L’esperienza richiederà l’uso dell’Oculus Rift, uno schermo da indossare sul viso sviluppato dalla Oculus VR, società acquisita nel 2014 da Facebook.
Secondo quanto rivelato da Briney, sarà possibile visitare l’Enterprise D nella sua interezza, dalla plancia alla sala macchine, dai corridoi agli alloggi dell’equipaggio, dall’hangar navette al ponte ologrammi.
Inoltre, pare che lo sviluppatore voglia inserire la possibilità di incontrare i personaggi della serie televisiva e di poter interagire con loro.
Ma le possibilità sono molte di più: la simulazione può estendersi a diversi sistemi planetari e alle basi stellare della federazione, come la Deep Space Nine.
Briney vorrebbe anche dare la possibilità agli spettatori di interagire con altri fan di Star Trek, diventando parte di un equipaggio e portare a termine determinate missioni.
L’Enterprise D è stata la quinta nave della Flotta Stellare a portare questo nome ed è stata immaginata per trasportare un equipaggio molto numeroso con famiglie al seguito.
È lunga 642 metri e supporta una sezione a disco grande quanto il Pentagono di Washington.
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