Osama, preso a calci dalla giornalista, ce l'ha fatta: ecco il selfie con i suoi figli in Germania

set 13, 2015 0 comments
OSAMA

Di Giacomo Talignani

Il selfie della vittoria. Contro tutto: le violenze dell'Isis, il sangue nelle strade della Siria, i viaggi della speranza che non finivano mai, il lavoro in Turchia che non c'era e poi sì, anche quei calci negli stinchi presi da una giornalista al confine mentre tentavano di scappare. Quello di Osama, suo figlio piccolo Zeid e l'altro figlio 19enne Mohmmad è lo scatto del riscatto: ce l'hanno fatta, sono in Germania, sani e salvi.





La foto è apparsa su pagine Facebook siriane e condivisa poi sul portale Human of the refuge da un italiano, Giovanni Pisu. Nello scatto, dopo decine di giorni di fuga, i tre appaiono felici e sorridenti. Osama, allenatore di calcio scappato dalla Siria dopo essere stato arrestato dalle milizie dell'Isis era riuscito, passando per la Turchia, a raggiungere le zone di confine: lì è stato "sgambettato" dall'ormai nota giornalista Petra Laszlo che, anche ieri, è tornata a chiedere scusa per quel terribile gesto.
Intanto oltre 12 mila migranti e profughi sono giunti nella sola giornata di ieri a Monaco di Baviera, dove la situazione in fatto di accoglienza comincia a farsi critica. Le autorità hanno fatto appello agli altri Laender ad accogliere più migranti. "Non sappiamo più come fare con i profughi", ha detto il sindaco Dieter Reiter.
Nelle ultime 24 ore in Ungheria sono entrati oltre 4 mila migranti e profughi dalla Serbia, nuovo record di arrivi per una sola giornata. Nella zona di Roszke è ormai emergenza umanitaria: Human Rights Watch parla di "situazione spaventosa" soprattutto per le condizioni igeniche del campo profughi.
Una situazione che potrebbe peggiorare con il passare delle ore. Non c'è freno al flusso di migranti e profughi dalla Macedonia in Serbia, entrambi Paesi di transito lungo la 'rotta balcanica', battuta da decine di migliaia di siriani, afghani, iracheni, pachistani e africani in fuga da guerre e povertà e desiderosi di raggiungere - attraverso l'Ungheria - Germania, Austria, Svezia e altri Paesi prosperi del nord Europa.
SI contano tremila arrivi nel centro di prima accoglienza di Presevo, altri 5 mila hanno affollato l'altro centro di accoglienza di Kanjiza. Lì i giornalisti Reuters hanno documentato, anche in video, come decine di persone stanno oltrepassando la barriera metallica e il filo spinato che Budapest sta finendo di costruire lungo i 175 km di frontiera con la Serbia. E dal 15 settembre, per quelle persone, scatterà l'arresto immediato (come ha disposto il governo Orban).

Commenti

Related Posts

{{posts[0].title}}

{{posts[0].date}} {{posts[0].commentsNum}} {{messages_comments}}

{{posts[1].title}}

{{posts[1].date}} {{posts[1].commentsNum}} {{messages_comments}}

{{posts[2].title}}

{{posts[2].date}} {{posts[2].commentsNum}} {{messages_comments}}

{{posts[3].title}}

{{posts[3].date}} {{posts[3].commentsNum}} {{messages_comments}}

Search

tags

Modulo di contatto