Di Sandro Iannaccone
In Europa non si parla d’altro. L’allarme migranti si fa sempre più pressante. E richiede soluzioni veloci e concertate tra tutti gli stati membri. Oltre al problema della destinazione e dell’ospitalità nei confronti delle migliaia di persone che si stanno riversando in Europa dalla Siria e dalle altre zone di guerra, non è da sottovalutare, come ricorda il New Scientist, l’emergenza sanitariacui i rifugiati potrebbero presto andare incontro.
Già due anni fa, nel 2013, uno studio realizzato dall’Alto commissariato per i rifugiati delle Nazioni Unite aveva evidenziato come i siriani che arrivassero ai campi profughi nei pressi dei confini nazionali fossero particolarmente soggetti adiabete e ipertensione. In questi giorni, Sharuna Verghis, cofondatrice e direttrice di un’associazione no-profit dedicata alla salute dei rifugiati, Health Equity Initiative, ha purtroppo rincarato la dose: “Sono comuni, anche, infezioni respiratorie, diarrea eproblemi gastrointestinali”, ha detto.
“In più, il fatto che nelle regioni di provenienza dei profughi il sistema sanitario sia quasi al collasso implica che i bambini, quasi sempre, non sono vaccinati contro malattie comuni come ilmorbillo. A causa dei lunghi tragitti percorsi a piedi, i rifugiati soffrono spesso di problemi alla pelle, dovuti a bruciature solari o a sovraesposizione al sale marino, se hanno viaggiato per mare”.
La sofferenza non è solo fisica. Molti dei quasi 350mila rifugiati che hanno raggiunto l’Europa si porteranno dietro, per anni, isegni psicologici della sofferenza subita. “La maggior parte dei rifugiati”, ha detto António Gutierres, alto commissario Onu per i rifugiati, “viene da zone di guerra come la Siria, l’Iraq o l’Afghanistan, e porta con sé un notevole fardello di disagio mentale a causa della guerra stessa”. Tra questi disagi ci sono ildisturbo da stress post-traumatico, i disturbi dell’ansia edell’umore, attacchi di panico. Che hanno colpito, nel solo 2013, il 21,6% dei siriani rifugiati nei campi profughi della Giordania. Il disturbo da stress post-traumatico, da solo, ha colpito quasi il 10% dei profughi. Numeri che quest’anno, purtroppo, sembrano destinati a crescere.
FONTE:http://www.wired.it/scienza/medicina/2015/09/11/migranti-siria-infezioni-stress/
FONTE:http://www.wired.it/scienza/medicina/2015/09/11/migranti-siria-infezioni-stress/
Commenti
Posta un commento
Partecipa alla discussione