L’universo non esiste se smettiamo di guardarlo:la tesi dell'esperimento scientifico della Australian National University

set 15, 2015 0 comments



Di Ellie Zolfagharifard

Luniverso non esite se smettiamo di guardarlo. Questo secondo una famosa teoria della meccanica quantistica che sostiene che un comportamento passato di una particella cambia in base a cio’ che vediamo .
Alcuni scienziati hanno effettuato un nuovo esperimento che dimostra come questa teoria sia vera su scala atomica [degli atomi]. La natura bizzarra della realtà, fondata sulla teoria quantica, è sopravvissuta ad un altro test, con scienziati che eseguono un famoso esperimento e dimostrano che la realtà non esiste fino a che non viene misurata.





Secondo le regole della meccanica quantistica il confine tra “il mondo là fuori” e la nostra coscienza soggettiva, è indistinto.
Quando i fisici guardano gli atomi o le particelle di luce, quello che vedono dipende da come hanno organizzato il loro esperimento. A verifica di cio’, dei fisici presso l’Australian National University hanno recentemente condotto ciò che è noto come “l’ esperimento di John Wheeler, del pensiero di scelta ritardata”.
L’esperimento prevede un oggetto in movimento a cui viene data l’opzione di agire come una particella o un’onda. L’esperimento di Wheeler quindi chiede: in quale punto l’oggetto decide?
 Il buon senso dice che l’oggetto o è un’onda o è una particella, indipendentemente da come lo misuriamo. Ma la fisica quantistica sostiene che il fatto che venga osservato come comportamento di un’onda o di una particella, dipende solo da come in realtà viene misurato alla fine del suo viaggio.
E questo è cio’ che il team di ricerca australiano ha riscontrato.
“Ciò dimostra che la misurazione è tutto. A livello quantistico, la realtà non esiste se non la osservi”, ha detto il Professor Andrew Truscott
Holographic-Soul-
Nonostante l’apparente stranezza, i risultati confermano la validità della teoria quantistica. La fisica quantistica governa il mondo dell’infinitamente piccolo e ha permesso lo sviluppo di molte tecnologie come i LED, i laser e i chip per i computer. 
L’università australiana ha invertito il concetto originale Wheeler, relativo a fasci di luce che rimbalzano grazie agli specchi, per usare invece degli atomi che vengono sparsi con la luce di un laser.
Il team ha dapprima intrappolato un insieme di atomi di elio in uno stato sospeso, noto come condensato di Bose-Einstein, e poi li ha espulsi finché non è rimasto che un solo atomo. 
Il singolo atomo è stato poi rilasciato attraverso una coppia di raggi laser, che hanno formato una grata che fungeva da incrocio, nello stesso modo in cui una grata solida avrebbe diffuso la luce.
 Una seconda grata di luce, per ricombinare i due percorsi, è stata aggiunta random , cosa che ha portato ad interferenze distruttive o costruttive, come se l’atomo avesse viaggiato in entrambi i tracciati . Tuttavia il numero random indicante se la grata fosse stata o meno aggiunta, è stato generato solo dopo che l’atomo ha attraversato l’incrocio
Quando non era presente il secondo reticolo di luce, non è stata notata alcuna interferenza, come se l’atomo avesse scelto solo un percorso. Tuttavia la casualità del numero che determinava se il reticolo fosse stato o meno aggiunto, si è determinata solo dopo che l’atomo è passato attraverso l'incrocio. 
“Se scegli di credere che l’atomo ha veramente fatto un particolare percorso o percorsi, allora devi accettare il fatto che una misurazione influenzerà il passato dell’atomo” ha affermato Truscott.
“Gli atomi non viaggiano da A a B. Solo quando sono stati misurati alla fine del loro percorso, si è manifestata l’esistenza del comportamento ondulatorio o particellare “.

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