“Qui si vive peggio che nella nostra terra, vogliamo ritornare in Siria”. No, non si sta affatto scherzando. Sono le dichiarazioni di due coniugi del medio oriente che, arrivati in Italia, pare abbiano cambiato idea sul cosiddetto Belpaese. Di solito, pur di sbarcare sulle coste salentine – spesso affrontando viaggi lunghissimi e lontano dai canoni standard di sicurezza (per usare un eufemismo) – i cittadini immigrati sembrano pronti a tutto. Degli ultimi giorni, inoltre, le immagini scabrose delle morti in mare che hanno fatto il giro del web. Ma non è questa la sede per parlarne. Adesso, a salire ai fasti della cronaca leccese, la singolare richiesta di Denis e Saphira.
I due vorrebbero rimpatriare ma “Non sappiamo come fare non avendo denaro”. Un desiderio espresso ieri mattina, nei pressi della stazione, all’operatore volontario di un Comitato che si occupa di cibo e bevande da dispensare agli extracomunitari in condizioni ai limiti della sussistenza. Una sorta di Pronto Soccorso dei poveri che, oltre alla categoria appena citata, aiuta anche gli abitanti del capoluogo salentino in emergenza. Ovviamente, il volontario rimane sorpreso davanti alla richiesta della coppia. Anche perché di precedenti del genere, ad oggi, se ne contano pochissimi (o forse non se ne contano affatto).
FONTE E ARTICOLO COMPLETO:http://www.leccenews24.it/attualita/lecce-singolare-richiesta-di-due-coniugi-immigrati-si-vive-male-vogliamo-tornare-in-siria-.htm
Di Angelo Scarano
Due coniugi siriani lo hanno chiesto ieri mattina ad un volontario impegnato nella loro accoglienza. È accaduto a Lecce, nelle vicinanze della stazione ferroviaria.
Il volontario, che si occupa di fornire cibo e bevande agli immigrati, il cosiddetto Pronto soccorso dei poveri, di fronte all’insolita richiesta è rimasto a bocca aperta.
A chiedere aiuto per rientrare in Siria sono stati Denis e Safhira, due dei tanti migranti arrivati nel Salento.
Difficile dare una risposta alla domanda. Così l’uomo ha invitato la coppia a recarsi alla Questura della città barocca, all’ufficio immigrazione, dove qualcuno avrebbe potuto dargli qualche informazione.
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