L'assedio di Waco è una cruenta operazione di polizia condotta negli Stati Uniti nel 1993 per espugnare un ranch di Waco (Texas) nel quale aveva sede l'organizzazione dei davidiani, una setta religiosa. L'assedio durò 50 giorni: cominciò il 28 febbraio e si concluse il successivo 19 aprile con l'incendio del ranch, in cui persero la vita 76 persone (fra cui 24 cittadini del Regno Unito, più di 20 bambini e due donne in stato interessante), compreso il leader della setta, David Koresh.
FONTE:https://it.wikipedia.org/wiki/Assedio_di_Waco
TESI DEL SUICIDIO DI MASSA
Una tragedia biblica che si doveva evitare: un suicidio di massa come quello dei novecento del reverendo Jim Jones nella Guiana 15 anni or sono, ma a differenza di esso vissuto in diretta alla Tv da tutta l’ America in lacrime: e anche un errore della polizia, simile a quello di Filadelfia un decennio fa quando fu sganciata una bomba sul covo del gruppo nero Move, e incendiò un quartiere intero.
Il bilancio preliminare è spaventoso: Koresh aveva con sè 94 persone, tra cui 17 bambini al di sotto dei dieci anni, ai quali aveva dipinto l’ Fbi come un’ emanazione di Satana. Se ne sono salvate solo 8, tra cui un ragazzo sedicenne. In una emotiva conferenza stampa ieri sera, quattro ore dopo il dramma, l’ agente dell’ Fbi Bob Ricks ha ricostruito in maniera sconvolgente il giorno del giudizio di Koresh e dei davidiani. “Nel suo infausto dominio, da lui battezzato con macabro gusto il ranch dell’ Apocalisse – ha dichiarato Ricks – si è consumato uno dei suicidi di massa più orribili della storia. Ci ha detto uno degli scampati, un certo Abraam, che i più fanatici seguaci di Koresh hanno appiccato il fuoco a serbatoi di kerosene al primo piano del fortino. Sentivo i bambini – ha riferito chiusi più in alto in uno stanzone, cantare: ecco le fiamme, ecco le fiamme”. Sappiamo che Koresh aveva del veleno: forse ha fatto loro un’ iniezione per evitargli una morte spaventosa. Ricks ha detto di dubitare che il profeta sia sopravvissuto, “anche se solo oggi potremo rovistare tra le rovine”. Il suo avvocato, De Guerin, che stava negoziando una sua biografia con una grande casa editrice e un film con Hollywood, ha smentito che Koresh avesse programmato un suicidio di massa. Ma la nonna materna Jean Holub ha asserito che “si era convinto di dovere morire per il bene della umanità ”.
FONTE:ENNIO CARETTO-"SUICIDIO DI MASSA NEL FORTINO DI WACO",
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1993/04/20/suicidio-di-massa-nel-fortino-di-waco.html
TESI DELLA STRAGE DI STATO
Il giorno 19 aprile 1993 l'FBI utilizzò un alto numero di granate contenenti gas CS durante un assalto alla setta di Waco. Il gas CS è altamente infiammabile ed esplosivo in ambienti confinati. Il successivo uso di dispositivi incendiari lo avrebbe fatto esplodere. Tutti i palazzi che componevano il ranch bruciarono totalmente e molti cadaveri recuperati dopo il raid presentavano dosi letali di cianuri, un prodotto della combustione del gas CS. 75 membri della setta morirono durante l'attacco.[5]
Nel 1999, il direttore dell'FBI, Louis Freeh, dichiarò che «almeno due bombe lacrimogene pirotecniche furono sparate a Waco», proseguendo, «avevano come obiettivo il bunker sotterraneo di cemento, lontano dall'edificio principale in legno, però sono rimbalzate, finendo su un campo aperto. Non hanno nulla a che fare con le fiamme». Le buone intenzioni delle ammissioni di Freeh per provare a tranquillizzare gli animi però gli si ritorsero contro, e ripresero le proteste che accusavano l'amministrazione Clinton di strage di Stato e, in particolare verso Janet Reno, ministro della Giustizia, accusata di depistare le indagini per fare luce sulla vicenda.
Fino ad allora, la FBI aveva dichiarato che il rogo era scaturito dopo l'appiccamento di un incendio all'interno del centro da parte dei davidiani, intenti a porre fine all'assedio con un suicidio di massa. Sebbene ci fossero state accuse più o meno pesanti alla violenta azione delle autorità nei confronti della setta, fino ad allora solo i complottisti avevano avanzato l'ipotesi di un rogo doloso innescato molto probabilmente dalle forze governative per concludere il controverso capitolo della setta di David Koresh.[4]
A complicare ulteriormente la posizione del governo, anche la presunta scomparsa di 3 cartelle di documenti sui fatti di Waco dall'ufficio di Vince Foster, tra l'altro morto suicida nel '93 e sulla cui morte furono aperte tre inchieste federali, senza mancare anche in quel caso numerose formulazioni complottiste e accuse di depistaggio alla presidenza.
La presunta attività della Delta Force, l'unità antiterrorismo americana, sul luogo costituirebbe inoltre una violazione della legge americana che vieta la presenza di qualsiasi gruppo delle forze armate nel corso di operazioni della polizia.[4]
OMBRE SUI CLINTON
Dopo aver affermato per anni che la strage era "il frutto di un patto suicida" ideato da Koresh - avrebbe obbligato i suoi ad appiccare il fuoco - l' Fbi adesso e' costretto dalle rivelazioni sulla stampa americana e dall' indagine del Commissario per la Sicurezza Pubblica del Texas James Francis ad ammettere cio' che fino a ieri aveva risolutamente negato. E cioe' che quel giorno i suoi agenti violarono la legge, usando armi incendiarie contro i Davidiani. "Almeno due bombe lacrimogene pirotecniche furono sparate a Waco", conferma il direttore dell' Fbi Louis Freeh, che ha subito aperto un' indagine. "Le bombe incendiarie avevano come obbiettivo il bunker sotterraneo di cemento, lontano dall' edificio principale in legno - puntualizza - pero' sono rimbalzate, finendo su un campo aperto. Non hanno nulla a che fare con le fiamme". Ma la tesi non convince l' America. L' effetto della tardiva rivelazione e' ormai inarrestabile. Attivisti anti - governativi e deputati repubblicani si sono alleati nel dare addosso a cio' che considerano "l' ultimo di una interminabile serie" di scandali e coperture di una amministrazione "bugiarda e corrotta". Nel mirino, ancora una volta, e' Janet Reno, il ministro della Giustizia odiata dalla destra che la considera "la guardia del corpo di Clinton", "depistatrice professionista" di innumerevoli magagne presidenziali, dal Sexgate ai fondi illeciti del partito democratico allo spionaggio cinese nei laboratori nucleari Usa. Dan Burton, repubblicano presidente della Commissione di Riforma governativa della Camera lancia un' altra indagine, minacciando di chiamare a deporre i vertici del Dipartimento di Giustizia. Nello scandalo, secondo il Drudge Report, notiziario via Internet, sarebbe coinvolta persino Hillary Clinton. "La pista di documenti conduce a lei", scrive il cybergiornalista che fece scoppiare lo scandalo Lewinsky, secondo cui "ben tre dossier relativi a Waco furono fatti sparire dall' ufficio di Vince Foster", l' amico della first lady, morto suicida nel ' 93. Non solo. Secondo l' intervista rilasciata al Dallas Morning News dal Commissario per la Sicurezza Pubblica James Francis - l' uomo che ha dato il via allo scandalo, finanziatore e amico di George Bush junior, capo dei Ranger del Texas nemici storici dell' Fbi - all' assedio avrebbe partecipato anche la Delta Force, la supersegreta unita' antiterrorismo di cui il Pentagono ufficialmente non ammette neppure l' esistenza. La squadra d' elite non si sarebbe limitata ad osservare da lontano l' assedio dando consigli utili all' Fbi sul da farsi, come insistono i vertici delle forze armate Usa, ma avrebbe svolto un ruolo determinante. Se provato, cio' sarebbe una violazione gravissima della legge americana che vieta qualsiasi tipo di presenza militare nel corso di un' operazione di polizia. A far luce su tutta la faccenda dovrebbe essere il secondo e attesissimo documentario girato sul posto da Michael McNulty, che ha gia' vinto un Oscar nel ' 98 per il suo documentario che mostra, tra l' altro, l' uso di esplosivi a Waco. In "Waco: una nuova rivelazione" McNulty avrebbe ripreso agenti Fbi che sparano su donne e bambini Davidiani da un elicottero. Mentre il partito democratico fa quadrato attorno ai ministri di Clinton molti dubitano che lo scandalo possa comunque compromettere le ambizioni senatoriali della moglie del presidente. "E' impossibile non intravedere i secondi fini politici di James Francis, nominato alla sua carica da George Bush junior", scrive Newsweek.
Commenti
Posta un commento
Partecipa alla discussione