L'Anima e la perdita dell'Anima secondo lo sciamanesimo

set 15, 2015 0 comments



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L'anima Ã¨ tutto quel che ci rende persone uniche e vive: mente, emotività, carattere, volontà, personalità, ma anche metabolismo, funzioni fisiologiche, perché non c'è separazione tra psichico e fisico.
L'anima è uno spirito che si materializza diventando noi.
Si materializza in vari gradi: poco o nulla (pensieri, emozioni), molto (funzioni fisiologiche) o del tutto (organi, carne, cuore, occhi...)
L'anima è personale e perciò unica, non solo nelle sue espressioni come pensiero, sentimento e coscienza, ma anche in quelle in apparenza più meccaniche, come la vitalità di un organo, perché anch'essa è unica e ha un'espressione psichica: ad es. il cattivo funzionamento del fegato implica l'incapacità di riprendersi emotivamente nei periodi di solitudine - oppure la debolezza dei polmoni o della pelle comportano la sensazione di essere rifiutati o il timore di venir abbandonati dalle persone care.






Noi siamo anche il nostro corpo.
Nonostante il monoteismo ci abbia abituati a vedere l'anima come un'entità indivisibile, frammenti dell'anima possono andar perduti. Un fammento dell'anima è come un'anima a sé.
Perché una parte d'anima, una volta che si è separata dal resto, appare e si comporta come un'anima indipendente.
è per questo che si parla di anima dei polmoni, anima del cuore, anima del fegato etc.
Gli sciamani tradizionali però non si esprimono così, perché gli Spiriti non si esprimono così. Parlano direttamente di polmoni, cuore, fegato perduti o rubati, perché non c'è distinzione tra l'organo e la sua anima.
Ad esempio tempo fa ho curato un uomo che fin da giovanissimo soffriva di mal di pancia, prima ulcera poi colite.
Uno dei miei spiriti aiutanti, che interrogai sull'origine del male, mi disse:
"Un ragno ha rubato la sua pancia e poi l'ha mangiata.
Ora quel ragno è in un sacchetto di tela bianca
appeso a un albero sotto la terra."
Questo è un caso di anima rubata da uno spirito (vedi pagina seguente).

La perdita dell'anima

Pezzi dell'anima possono uscire dal corpo. E anche abbandonarlo per sempre.
Nei casi più gravi, ciò può provocare coma, demenza, gravi malattie mentali, dipendenza da droghe e alcol, oppure una perdita di vitalità che mette la persona alla mercé di molteplici malattie e a rischio di morte.
Le perdite meno severe causano menomazioni dell'affettività, come ad es. perdita di capacità di amare o di entusiasmarsi o di gustare la vita, depressione, o anche menomazioni funzionali di uno o più organi (la "pancia" del mio cliente).
L'anima può fuggire perché spaventata o essere rapita dagli Spiriti oppure venir rubata da un'altra persona, che non necessariamente è uno sciamano e neppure uno stregone naturale.
In ogni caso se essa non rientra spontaneamente, uno sciamano può cercarla e riportarla indietro.
Anche i cambiamenti di carattere o il ritornare bambini tipici della vecchiaia sono causati da perdita delle parti più complesse dell'anima, che contengono la personalità individuale.
Spesso in questi casi il ricupero è impossibile perché l'anima se n'è andata a causa della degenerazione del cervello con cui non era più in grado di interf interfacciare. Come dire che la persona è già morta in parte.
La nostra cultura crede che la morte sia un evento unico, mentre non è raro che essa accada un po' per volta. Molti vecchi internati nelle case di riposo, incapaci di pensare e ricordare, sono agli occhi dello sciamano già morti. 
La loro anima ha già seguito il suo cammino, mentre nel corpo rimane solo un residuo a controllare poche funzioni fisiologiche e sentimenti e pensieri elementari.
Si cerca di parlare con il padre o la madre sperando di ottenere uno sguardo di risposta che ci riveli la persona che conoscevamo una volta, mentre questa non è più in quel corpo, e per parlarle si dovrebbe invece viaggiare in altri mondi.
Poiché la persona di un tempo non si è degenerata, come crede la medicina che guarda solo in superficie, essa semplicemente non è più qui.


Ad es. trovarsi di fronte alla paura della morte (per un incidente o una malattia grave o perchè rimasto sotto le macerie o sperduto nel deserto...), può far fuggire l'anima dei polmoni la quale regola il respiro e la pelle.
Infatti la nostra prima esperienza di vita indipendente su questa terra, appena usciti dal grembo materno, è la respirazione insieme all'aria fredda sulla pelle (che pure inizia a respirare) - per questo l'anima dei polmoni è molto sensibile al passaggio tra vita e morte e il terrore di morire può ferirla.
Anche l'abbandono nell'infanzia da parte di uno dei genitori può far fuggire "i polmoni".
Questo perché il cucciolo di ogni mammifero quando perde i genitori sperimenta per prima cosa il terrore della morte, per fame o per opera dei predatori.
Così chi ha subito uno di questi traumi, all'apparenza diversi, se il rientro dell'anima non è immediato, incorrerrà in polmonite o asma o una malattia della pelle.
Se l'anima non fa ritorno, soffrirà di facile ammalabilità polmonare o respiratoria oppure affezioni frequenti o croniche della pelle, ma anche tendenza a isolarsi dalla società e dalla famiglia, solitudine affettiva e depressione, pigrizia, perdita di vigore e grande affaticabilità.
Oppure soffrirà di ansia per piccoli dettagli, forte preoccupabilità nel lavoro con paura di averne accettato un carico eccessivo, difficoltà a rilassarsi, scarsa autostima e sensazione di indegnità.

L'anima smarrita

Durante un trauma, fisico o psichico, spesso la parte di anima che più si sente vulnerabile lascia il corpo per non venir ferita.
È per questo che spesso durante un'esperienza terribile, ci sembra sul momento di non provare niente: l'anima se n'è andata.
Se ad abbandonare il corpo è una parte d'anima che governa la coscienza, si ha uno svenimento o il coma.
Normalmente passato il pericolo, l'anima rientra da sé. Se però questo non avviene si avranno menomazioni psichiche e spesso anche fisiche.
L'anima che fugge si comporta spesso come un animale spaventato.
Può nascondersi in qualche luogo del Mondo di Mezzo o anche fuggire nel Mondo Inferiore o Superiore e rifugiarsi lì da qualche parte, restandovi per decine d'anni o per sempre se uno sciamano non viene a cercarla per riportarla indietro.
Altre volte può vagare senza meta o perché, passato lo spavento, vorrebbe tornare nel corpo cui appartiene (senza di solito riuscire a ritrovarlo) o soltanto perché in nessun luogo riesce a sentirsi a casa.

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