Contrariamente a quel che comunemente si crede, durante il medioevo non era affatto ritenuto un dogma che la Terra fosse piatta. Nessun filosofo o pensatore venne ostracizzato, scomunicato o inquisito per aver sostenuto la sfericità terrestre.
Anzi, per gli uomini di cultura medievali e rinascimentali era un dato di fatto che la Terra fosse tonda, basandosi soprattutto sugli scritti degli antichi greci che già avevano accertato la sfericità del globo terrestre. La filosofia scolastica si basava molto sugli insegnamenti di Aristotele, Pitagora, Parmenide e compagnia bella a riguardo.
Su tutti il famigerato Tolomeo, sul quale per secoli si basò l’astronomia europea e che fra l’altro inventò i concetti di latitudine e longitudine. Le sue celebri cartografie, come anche il modello astronomico geocentrico, si basavano su di una rappresentazione sferica della Terra. Egli aveva inoltre notato che quando una nave si avvicina alla costa dal mare aperto, si intravedono prima le sommità delle montagne, poi le loro basi e infine la riva.
Un altro resoconto viene da Aristotele che descrisse come i viaggiatori che vanno verso sud vedono le costellazioni meridionali salire più in alto rispetto all’orizzonte e come il bordo dell’ombra terrestre sulla Luna durante la fase parziale di un’eclissi lunare è sempre circolare, non importa quanto la Luna sia alta sopra l’orizzonte (le sfere proiettano ombre circolari, i dischi ombre ellittiche). Inoltre, Aristotele fu il filosofo per eccellenza nel medioevo e in età moderna, l’Ipse Dixit si fonda su di lui e ciò che disse era praticamente sapere da imparare a memoria per gli intellettuali rinascimentali (esistevano persino dei clubs dedicati ai filosofi, con tanto di rivalità come quella contro i seguaci di Platone e “discussioni” accese come quelle fra gli ultrà… che dire, tutto lo spaziotempo è paese).
Eratostene invece decise di strafare e provò pure a misurare le dimensioni terrestri, sbagliando di pochissimo [1]. Eratostene per i suoi calcoli notò la differente altezza raggiunta dal Sole a mezzogiorno del solstizio in due città: Alessandria e Siene (oggi Assuan). A Siene, prossima al tropico, i raggi solari formano un angolo di 90° col suolo: si dice che il Sole è allo zenit. Invece su Alessandria l’angolo è di 83° rispetto all’orizzonte, con una differenza quindi di 7°.
Siene ed Alessandria erano situate quasi sullo stesso meridiano, ovvero erano sulla stessa immaginaria linea perpendicolare all’equatore. Poiché lo zenit a Siene e quello ad Alessandria, immaginandoli come rette prolungabili, si incontrano al centro della Terra, la distanza fra di loro era misurata in 5000 stadi egizi (circa 787,5 km). Eratostene impostò allora una proporzione, la differenza in gradi dell’inclinazione dei raggi solari stava all’angolo giro completo della Terra sferica come la distanza fra le due città stava alla circonferenza terrestre:
7° : 360° = 5000 stadi : X
X = (5000) (360) / 7 = 257.142 stadi, circa 40.500 km (il valore giusto è 40.075 km)
dove X è la circonferenza della Terra.
In realtà il metodo di Eratostene era più complesso, ma i suoi scritti sono andati perduti. Fu Cleomede a parlarci dei suoi calcoli e a descrivere questa misurazione, che lui stesso ammette essere una versione semplificata rispetto a quella contenuta nell’opera di Eratostene, che venne poi replicata da vari studiosi arabi e cristiani (come Abu Rayhan Biruni o Ermanno il contratto).
Come già detto, tutto questo era già noto nel medioevo. Sebbene non è escluso che negli ambienti rurali o meno alfabetizzati fosse diffusa l’idea di una Terra piatta basata sull’apparente osservazione empirica, e sebbene esistano alcune rappresentazioni artistiche di una Terra come un disco, in realtà negli ambienti urbani ed istruiti, specialmente quelli accademici (compresi quelli religiosi) veniva mantenuta l’idea cosmologica degli antichi greci che avevano già intuito la sfericità terrestre.
Anche molti dei primi commentatori cristiani, come Sant’Agostino, Sant’Ambrogio o San Girolamo, abbracciavano l’idea sferica. Vissero d’altronde nell’Impero romano, immerso nella cultura greca e di cui cronache latine come quelle di Plinio il Vecchio ci hanno lasciato testimonianze fra cui quella secondo cui era credo comune che la Terra fosse sferica, mentre Macrobio discuteva delle dimensioni della circonferenza.
Furono pochi, invece, i sostenitori espliciti di una Terra piatta, come Lattanzio o San Giovanni Crisostomo che ritenevano rispettivamente che un mondo sferico sarebbe stato contrario alla gravità e alla Bibbia.
Ma l’idea dominante nel medioevo occidentale era della sfericità terrestre. Tommaso d’Aquino, il principale teologo medievale, sapeva che la Terra è una sfera e dava per scontato che anche i suoi lettori lo sapessero. Lo stesso Dante rappresentava una Terra sferica nella sua Divina Commedia ed uno dei simboli di quest’epoca era il globo crucigero [2].
(John Gower tende una freccia verso la Terra, rappresentata come una sfera composta da aria, acqua e terra, Vox Clamantis, circa 1400)
Cristoforo Colombo non si scontrò mai col pregiudizio che la sua spedizione sarebbe precipitata dal bordo della Terra: le resistenze che ottenne quando andò a chiedere finanziamenti prima ai portoghesi e dopo agli spagnoli (fino a che la regina Isabella decise di finanziarlo privatamente) erano dovute proprio dal fatto che, secondo i calcoli, l’estremo oriente fosse troppo lontano da raggiungere attraversando l’oceano ad ovest. Ed in un certo senso era pure vero: solo che nessuno aveva tenuto conto però che in mezzo ci fosse l’America, senza la quale Colombo avrebbe esaurito i rifornimenti fallendo l’impresa. Anzi, uno dei più antichi mappamondi, l’Erdapfel [3], è sferico e risale proprio al 1492, ancora prima che Ferdinando Magellano completasse la circumnavigazione del globo.Era invece ritenuta eresia la convinzione che dall’altra parte del mondo, nei cosiddetti antipodi, esistessero popolazioni, poiché dai pensatori cristiani non era ritenuto concepibile che potessero esistere persone virtualmente al di fuori del raggio d’azione dell’avvento di Gesù Cristo o che ci fossero umani non discendenti da Adamo (era ritenuto assurdo che i suoi discendenti potessero attraversare l’oceano). [4]
(illustrazione di una Terra sferica in una copia del XIV secolo de L’Image du monde del 1246)
Fu piuttosto proprio nell’800 che si diffusero veramente opinionisti organizzati che ritenevano che il mondo fosse piatto, per motivi che personalmente il sottoscritto ritiene siano da ricercarsi nel senso di alienazione di alcuni figuri non adattatisi all’età industriale e che per questo cercavano di contrastare il nuovo sistema moderno opponendosi alle sue concezioni (in maniera analoga ai luddisti o agli amish).Ma di questo ne parleremo qui.
Bede’s Library – The myth of the flath Earth (http://www.bede.org.uk/flatearth.htm)
Jeffrey Burton Russell, Inventing the Flat Earth. Columbus and modern historians, Praeger, New York, Westport, London 1991
Michael Livingston, Modern Medieval Map Myths: The Flat World, Ancient Sea-Kings, and Dragons, 2002.
Edward Grant, A Source Book in Medieval Science, Cambridge, Harvard Univ. Pr., 1974, pp. 63-4
[1] http://web.unife.it/progetti/matematicainsieme/matcart/misterra.htm
[2] http://it.wikipedia.org/wiki/Globo_crucigero
[3] http://it.wikipedia.org/wiki/Erdapfel
[4] De Civitate Dei, Libro XVI, Capitolo 9 – “D’altronde è troppo assurda l’affermazione che alcuni uomini, attraversata l’immensità dell’Oceano, poterono navigare e giungere da questa all’altra parte della terra in modo che anche là si stabilisse la specie umana dall’unico progenitore.”
Su wikipedia inoltre potete trovare le immagini dell’articolo, rappresentazioni medievali della Terra sferica, sia sulla voce dedicata alla Terra sferica che a quella sulla Terra piatta, come anche un elenco bibliografico di testi a riguardo per chi volesse dei tomi e tanti altri approfondimenti e digressioni.
VISTO SU http://ceifan.org/terra_piatta_medioevo.htm
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