Jonestown, celebre caso di manipolazione mentale

set 17, 2015 0 comments



http://mediarioters.blogspot.it/2012/08/jonestown-celebre-caso-di-manipolazione.html


Il 18 novembre 1978, 912 persone, seguaci della congregazione religiosa del «Tempio del Popolo», si suicidarono in massa nella loro comune di Jonestown, bevendo un cocktail al cianuro, secondo gli ordini del loro capo, il reverendo Jim Jones.






Jones non era uno dei soliti squilibrati emarginati dalla società che si rifugia nella religione: Jones era un uomo stimato, che propugnava un socialismo apostolico e fu anche assessore all’edilizia del comune di San Francisco sotto il sindaco democratico George Moscone. Addirittura la moglie del presidente Carter, Rosalynn, fu colpita dalla bontà di quest’uomo e intratteneva con Jones regolare corrispondenza epistolare. Il vicepresidente Mondale, in una lettera al «caro Jim», si dichiarava «riconoscente per il lavoro del Tempio del Popolo nella difesa della libertà di stampa, nella lotta contro la droga e nella direzione di un istituto per bambini handicappati».

Nonostante le lusinghiere opinioni di molti personaggi importanti, però, Jones, verso la metà degli anni Settanta, cominciò a dare segni di squilibrio: si credeva la reincarnazione di Cristo insieme, diceva di essere in grado di compiere miracoli e le prime voci di molestie sessuali nei confronti di alcuni adepti cominciarono a diffondersi.







Messo sotto accusa da più parti e sentendosi braccato, Jones prese segretamente accordi con il governo della Guyana per ottenere alcuni lotti dei terreno nella giungla: così, nell’estate del 1977, più di mille persone si trasferirono nella nuova «terra promessa» e diedero vita a Jonestown, la comune della setta del Tempio del Popolo.


Ben presto, però, iniziarono primi problemi: i familiari dei seguaci della setta cominciarono a rivolgersi alla polizia per far tornare a casa i loro congiunti, mentre indagini giudiziarie scoprirono frodi fiscali e addirittura torture e sequestri di persona all’interno della congregazione. In seguito alle varie indagini, nel 1978, il deputato californiano Leo Ryan si recò in visita a Jonestown insieme a un gruppo di giornalisti per verificare cosa accadesse realmente nella comunità: il politico, però, venne ucciso da un seguace della setta su ordine di Jones, insieme ad altre quattro persone, durante una sparatoria mentre cercavano di ripartire dall’aeroporto con alcuni adepti che erano stati costretti a partire per la Guyana. 

Fu a questo punto che qualcosa si ruppe: il reverendo Jones, convinto che la Chiesa, il governo e la Cia volessero distruggerli, salì sull’altare e ordinò ai fedeli «il supremo sacrificio per la religione e il comunismo» e per «difendersi dall’imminente invasione delle forze del Male». 


Centinaia di persone bevvero il cocktail letale, facendo la fila davanti a un enorme bidone pieno di cianuro. Jones aspettò che tutti esalassero il loro ultimo respiro e si sparò un colpo di pistola alla tempia: attorno a lui rimasero i cadaveri di 911 persone, il più grande suicidio di massa nella storia.


Si può definire il più celebre caso di manipolazione mentale a cui l'uomo abbia assistito. Jim Jones non solo è riuscito a convincere la gente che egli era il messia, ma è riuscito anche a rompere i legami che i seguaici avevano con le loro famigli e a convincerli a trasferirsi in mezzo alla giungla sacrificandosi per uno scopo superiore.
Gli adepti di Jones sarebbe stati disposti a tutto per il loro messia.


Fonti dell'articolo: La Stampa

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