A volte bastano poche parole, pronunciate dalla persona giusta, per far cadere un pregiudizio lungo millenni. E' accaduto con l'ultimo discorso di papa Francesco sulla storia di Adamo ed Eva: "La donna tentatrice? E' una considerazione offensiva".
Una frase che demolisce con una semplicità disarmante una costruzione culturale che ha sempre danneggiato il genere femminile, additato come strumento del diavolo e dunque da trattare con circospezione, se non con aperta discriminazione.
Lo riporta il Corriere della Sera:
Lucetta Scaraffia, coordinatrice dell’inserto Donne Chiesa mondo dell’ Osservatore Romano , notava ieri che «lo stereotipo» secolare della donna tentatrice «ha avuto molta fortuna nella Chiesa». E Francesco, ieri, lo ha demolito. I «luoghi comuni offensivi» dicono l’opposto della verità . Perché con le parole rivolte al serpente, ha spiegato il Papa, «Dio segna la donna con una barriera protettiva contro il male, alla quale essa può ricorrere — se vuole — per ogni generazione». Lo stesso Cristo, ricorda, è nato da una donna. E il racconto della Genesi «vuol dire che la donna porta una segreta e speciale benedizione, per la difesa della sua creatura dal Maligno: come la Donna dell’Apocalisse, che corre a nascondere il figlio dal Drago. E Dio la protegge».
Non è la prima volta che Bergoglio affronta l'argomento. Già nei mesi scorsi aveva reputato "maschilista" il pensiero secondo il quale il matrimonio è in crisi a causa dell'emancipazione delle donne: "Povere donne!", aveva esclamato:
Francesco l’aveva buttata lì durante un’udienza prima dell’estate, una battuta mentre parlava del «puro scandalo della disparità » tra uomo e donna e metteva in guardia dalla «falsità » di chi dice che il matrimonio è in crisi a causa dell’emancipazione femminile: «Ãˆ una forma di maschilismo, che sempre vuole dominare la donna. Facciamo la brutta figura che ha fatto Adamo, quando Dio gli ha detto: “Ma perché hai mangiato il frutto dell’albero? E lui: “La donna me l’ha dato”. E la colpa è della donna, povera donna, dobbiamo difendere le donne!».
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