Di Ángeles Lucas
“Stai combattendo da anni per guadagnare più soldi e non ti è possibile? Impieghi tutta la tua forza e volontà ma anche così non ottieni benefici economici? E ora con la crisi economica ti senti oppresso e angosciato? Frequantando questo seminario troverai la soluzione”
In questa proposta non compare la parola manipolazione in forma esplicita ma dietro le domande potrebbe nascondersi una setta. Un annuncio di ricerca di impiego, un corso di coaching, un progetto di cooperazione o la cura definitiva per una grave malattia, sono i nuovi modelli di captazione che i leader di setta promuovono su internet e nelle aziende per reclutare adepti per un tipo di sette affiorate con la crisi e che non operano sulla base di principi religiosi: sono le cosiddette sette commerciali e pseudo-terapiche, come la bioneuroemozione.
Satana, riti, divinità, candele e tuniche sono ben lungi dal nuovo concetto di setta. Ora quello che funziona è un discorso new age, la presenza in Internet, i corsi online, la formazione all’imprenditorialità, le tecniche di leadership, le vendita di prodotti nutrizionali, gli attestati per curare…
Diverso dunque anche il profilo delle vittime: generalmente si tratta di persone con incertezze in cerca di benessere personale, di un’immediata opportunità professionale, del superamento di ogni malattia.
“Le sette di nutrono delle sofferenze umane e quando attraversiamo momenti di crisi siamo più influenzabili e possiamo essere irretiti con maggior facilità”, è l’analisi di José Miguel Cuevas, psicologo e professore all’Università di Malaga, esperto di sette. Con altri due professori dell’Università Autonoma di Madrid e di quella di Barcellona hanno appena lanciato “uno studio internazionale titolato Esperienze dell’ abuso in contesti gruppali “, per analizzare la condotta delle vittime rispetto le pressioni settarie.
L’abbiamo elaborato “per la valutazione in ambito clinico e peritale“, spiega lo stesso dott. Cuevas, che assicura trattarsi dell’indagine più ambiziosa effettuata in Spagna per la sua portata e il numero delle vittime che potrebbe raggiungere le 500 persone. “La ricerca maggiore realizzata, a oggi, comprendeva un campione di 100 soggetti, la nostra indagine si è diffusa tra associazioni ed enti della Spagna e America latina e auspichiamo di gestire un grande quantità di informazioni molto preziose“.
Maria (nome fittizio) è la sorella di un’adepta suicidatasi in seguito all’appartenenza a una setta commerciale. “Non ce la faceva più con la pressione esercitata da quelli che considerava i suoi guru” Racconta di conoscere nomi e cognomi di coloro che introdussero sua sorella nella setta e che andarono perfino al funerale. “Possiedo documenti, messaggi, testimonianze…ho parlato al telefono col leader della setta che è l’ultima persona che ha sentito mia sorella prima di morire” dice turbata. “Ho avuto contatti con la polizia segreta, consegnando loro tutta la documentazione che avevo…ma non è servito. Tutto prosegue nell’impunità” assicura Maria.
Calcolare il numero degli affiliati alle sette, è molto complesso. Né il Ministero dell’Interno, né la Polizia Nazionale hanno dati certi e l’opacità con cui si muovono i capi setta rende il compito ancora più difficile. Nonostante questo l’Associazione iberoamericana per lo Studio dell’Abuso Psicologico -AIIAP- (asociación Iberoamericana para la Investigación del Abuso Psicológico (AIIAP) , stima che lo 0,9% della popolazione spagnola aderisca a una qualche setta. “Oltre 500mila adepti, quasi 4 volte in più di venti anni fa” precisa il dott. Miguel Perlado, psicologo e presidente di AIIAP, che tuttavia evidenzia la complessità dei calcoli.
Un’altra realtà spagnola, l’Associazione per la prevenzione della manipolazione settaria -Redune- ( Asociación Española para la Prevención de la Manipulación Sectaria, Redune ), in attività da oltre 15 anni, sottolinea, tramite le parole del suo presidente Juantxo Domínguez e similmente all’AIIAP: “E’ impressionante il boom di sette commerciali o legate alla bioneuroemozione, che hanno proliferato negli ultimi 5 anni. Riceviamo più di 300 chiamate e lettere al mese con richieste di assistenza, più del doppio di cinque anni fa” riassume. E precisa: “Durante questa crisi economica, l’80% delle consulenze sono inerenti gruppi pseudo-terapici (65%) 0 gruppi commerciali (15%) e solo un 20% è riferito a gruppi di nuova religiosità. Sette anni fa, 80% concerneva gruppi di tipo religioso”.
Il successo delle sette commerciali si deve alla loro capacità di coniugare speranza e dipendenza. “Sono organizzazioni imprenditoriali impegnate a offrire sicurezza economica tramite l’inganno, tecniche di persuasione coercitiva e pressione di gruppo. Convincono a effettuare investimenti economici, a lavorare senza riposo e ad assistere a sessioni di indottrinamento per ottenere un cambiamento profondo della mentalità dei membri, che isolano dal loro ambiente vendendo loro un sogno che finisce, in realtà, per provocare gravi problemi economici e di salute mentale” aggiunge lo psicologo.
D’altra parte, il dott. Perlado avverte che le sette pseudo-terapiche che si celano in centri di terapie alternative e di psicoterapia, nei seminari di auto-miglioramento o nei centri sportivi, costituiscono inoltre un problema di salute pubblica. “Manca l’idoneità professionale, la regolamentazione normativa, il controllo dei prodotti che si vendono e dei metodi di cura…Tutto fa supporre un rischio evidente per la salute“.
In ambo i casi, la parola impunità appare costantemente nei discorsi degli esperti e la mancanza di informazione pubblica su queste questioni aggrava la situazione. “In Francia, per es., esiste un osservatorio interministeriale, (MIVILUDES), che permette di controllare questi gruppi, qui no. Benché vi siano strumenti giuridici per la protezione delle vittime, sono inutili se le persone sono maggiorenni, poiché si suppone siano consapevoli di ciò che fanno. Ciò nonostante, le sette annullato la tua volontà e dovrebbe applicarsi qualcosa di analogo che garantisca la protezione come nei casi di violenza di genere“, propone Juantxo Domínguez, presidente di Redune, che evidenzia come la Procura dei Minori di San Sebastián, stia attivando delle indagini in un caso segnalato dall’associazione su possibili abusi.
Il dott. José Miguel Cuevas, in costante contatto con avvocati e vittime, conclude constatando che in Spagna è difficile perseguire queste organizzazioni. ” E non solo…alcune sono protette e godono di privilegi, come l’esenzione dalle imposte o l’assenza di ispezioni sul lavoro, benché competano e tolgano mercato a imprese che agiscono in piena legalità “.
“Ci sono tanti che stanno arricchendosi con tutta questa farsa” dice infine Maria, che dopo la morte della sorella ha fondato un’associazione di vittime. “Non voglio che questo accada più a nessuno, stiamo lavorando molto affinché il mio caso non si ripeta. Siamo molto soli, benché vi sia sempre più consapevolezza e sensibilità...” conclude Maria, tra speranza, sconforto e indignazione.
Libera traduzione a cura di https://favisonlus.wordpress.com/
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