Di Francesco Puleio
Codex gigas (alias "La Bibbia del diavolo").
L'autore sarebbe il monaco benedettino, “Ermanno il recluso”, chiamato così in seguito alla rottura dei voti monastici. Ermanno minacciato di essere murato vivo, nel disperato tentativo di salvarsi promise di produrre in una notte un'opera che avrebbe portato grande gloria al monastero. Subito dopo capì che non avrebbe potuto farlo con le sue forze, chiese aiuto al diavolo. Il risultato fu un manoscritto alto 90 cm e dal peso di oltre 75 kg, composto da 320 pagine in pelle di asino (furono necessari 160 asini), con custodia di legno ricoperta in pelle e ornata in metallo. E' il più grande manoscritto medievale conosciuto. A pagina 290 viene raffigurato il diavolo. Contiene la Bibbia, due opere di Giuseppe Flavio, una storia della Boemia, un'opera di Isidoro di Siviglia, diverse formule degli incantesimi. La scrittura è regolare per tutta l'opera e non ci sono errori. Otto pagine sono state strappate (dunque ora sono 312). La straordinaria perfezione della grafia suscita stupore.
I manoscritti alchemici della biblioteca di Alessandria
Già all’epoca di Giulio Cesare, la biblioteca di Alessandria aveva la fama di contenere librisegreti in grado di conferire una potenza illimitata Infatti, fu proprio Cesare a far bruciare alcuni testi e a sottrarne altri.
La biblioteca fu colpita anche dall'imperatrice Zenobia e da Diocleziano (che fece bruciare dei testi alchemici egiziani) e infine distrutta del tutto dagli Arabi nel 646.
Anche Voyager ha parlato durante un servizio di un "sapere talmente scomodo" che si preferì distruggerlo.
Hossain Taha, della nuova biblioteca di Alessandria, dice che, però, due manoscritti su trasformazioni alchemiche sono sopravvissuti in trascrizioni arabe. Dice che Jabir (Geber) Ibn Hayyan trasformò l'alchimia in chimica.
Uno di coloro che li hanno letti è Nostradamus e che con quelle lettura ha potuto viaggiare nel tempo (ndr: ovvero fare le sue profezie?). Dice che Nostradamus asserì di averli bruciati dopo averli letti.
Il manoscritto Voynich
Rinvenuto nel 1989 a Villa Mondragone vicino Roma, 16x 22×4. 102 fogli, per un totale di 204 pagine, le pagine del manoscritto sembra contenere un linguaggio indecifrabile. Come la Bibbia del diavolo, anche a questo manoscritto 24 pagine sono state strappate nel corso dei secoli. L’enigma letterario più sorprendente di tutti i tempi. Il libro più misterioso della storia. Quello che nessuno è mai stato in grado di leggere, fino all’11 novembre 2009. Quando un sito americano pubblica le dichiarazioni di un uomo che sostiene di esserci riuscito, Richard Rogers. Rogers ha concluso che il manoscritto contiene un messaggio segreto nascosto nelle figure. Alla base del documento c’è una griglia 8×8. Come quella delle scacchiere. Simbolo massonico. Sostiene che proprio il giardino della villa, sia la chiave. Che la griglia rappresentata nel giardino si integri con il documento che conterrebbe importanti segreti commerciali nascosti alla chiesa.
Necronomicon
Il Necronomicon è considerato il più potente libro di magia nera "che sia mai esistito", libro di cui tutti parlano ma che nessuno a mai visto. Fu scritto dallo stregone yemenita “pazzo” Abdul Alhazred nel 730 d.c. circa quando questo si trovava a Damasco. Si dice che alcune copie di questo libro siano scritte con il sangue e rilegate con la pelle di esseri umani uccisi nel corso di riti sacrificali. Poco dopo la sua stesura, Alhazred stava passeggiando per le vie di Damasco quando una folla testimoniò di averlo visto “afferrato” da una forza invisibile e tremenda che lo avrebbe letteralmente fatto a pezzi, urlante. Il Necronomicon, secondo Lovecraft è solo un espediente letterario creato da lui stesso per dare verosimiglianza ai propri racconti. Negli anni '70 Colin Wilson, senza alcuna prova, sostiene che Lovecraft mentiva quando affermava che il Necronomicon non esiste, per coprire le responsabilità del padre, affiliato alla massoneria egiziana fondata da Cagliostro e possessore di una copia del Necronomicon.
Le stanze di Dzyan
Il libro proverrebbe dall'India e addirittura sarebbe originario del pianeta Venere. Durante un viaggio in Egitto, al Cairo, Blavatsky incontra un mago di origine copta, era proprio lui che le rivela l'esistenza del pericoloso e maledetto libro, conservato in un monastero tibetano: Libro di Dzyan. Il manoscritto contiene i segreti del l’ordine e la struttura del nostro universo. I saggi tibetani hanno ricevuto queste conoscenze dal pianeta Venere, dalla Ragione Suprema o dagli extraterrestri locali. Il mago insegna a Blavatsky a leggere attraverso la chiaroveggenza, così lei riesce a esaminare il contenuto del libro. La Blavatsky lo avrebbe letto con le sue doti di chiaroveggenza. Le sarebbe stato detto di lasciar stare il libro e di non divulgarne i contenuti per non attirarsi addosso una maledizione, ma lei lo avrebbe fatto lo stesso. In seguito sarebbe scampata a un naufragio e a un attentato. Il manoscritto sarebbe scomparso dalla cassaforte in cui lo conservava. La Blavatsky si disse convinta di essere in lotta con una potente società segreta.
I libri maledetti della biblioteca Casanatense
Presso la biblioteca Casanatense di Roma, i libri maledetti conservati sono contrassegnati da croci, da una a tre. Come esempi vengono mostrati il Leviatano di Hobbes e un'opera di Filippo Melantone, entrambi con una croce. Le tre croci sarebbero il massimo della pericolosità . Ma Giacobbo aggiunge con grande enfasi che durante il loro servizio sono saltati fuori due volumetti con addirittura cinque croci: sono una raccolta di opere di Julien Offray de la Mettrie, che include il famoso L'homme machine, in cui l'uomo viene paragonato a una macchina e viene negata l'immortalità dell'anima.
FONTE:http://www.giralanotizia.it/2014/04/i-misteri-dell-libri-maledetti-e.html
PER APPROFONDIRE:https://www.youtube.com/watch?v=ivZxCqrAS5w
Commenti
Posta un commento
Partecipa alla discussione