Di Carlo Sibilia
immagine: la signora Giovanna Fornoni e sua figlia disabile a cui Equitalia ha pignorato la pensione
"Ecco cosa è successo a Bergamo a una donna di 57 anni! Alla Sig.ra Fornoni non va bene il bar che gestisce dal 2008 e negli ultimi tre anni ha accumulato un debito di 78 mila euro.
"Pagavo le cambiali ma non le tasse, ho sbagliato. Ma non può pagare mia figlia Roberta: le hanno scippato tre mensilità della pensione d'invalidità, perché il conto è cointestato."
Equitalia corre a giustificarsi il giorno dopo dicendo: "Non potevamo in alcun modo sapere che avesse una figlia disabile, né che la sua pensione fosse versata su conto cointestato."
Chiaramente il Mostro Equitalia non si smentisce mai. Smontiamo queste falsità. Precisiamo che Il conto corrente cointestato non può essere pignorato per intero, ma nei limiti del 50%.
"Pagavo le cambiali ma non le tasse, ho sbagliato. Ma non può pagare mia figlia Roberta: le hanno scippato tre mensilità della pensione d'invalidità, perché il conto è cointestato."
Equitalia corre a giustificarsi il giorno dopo dicendo: "Non potevamo in alcun modo sapere che avesse una figlia disabile, né che la sua pensione fosse versata su conto cointestato."
Chiaramente il Mostro Equitalia non si smentisce mai. Smontiamo queste falsità. Precisiamo che Il conto corrente cointestato non può essere pignorato per intero, ma nei limiti del 50%.
Per cui in questi casi Equitalia non può attivarsi con la procedura “speciale” che le consente di bloccare il 100% conto senza passare dal tribunale e, quindi, senza l’udienza di assegnazione delle somme. Infatti, il conto bancario o postale cointestato rientra tra i cosiddetti “beni comuni indivisi” la cui espropriazione può avvenire solo davanti a un giudice il quale è tenuto a controllare la regolarità delle operazioni di divisione. Equitalia avrebbe dovuto procedere secondo il codice di procedura civile valido per tutti i pignoramenti presso terzi: ossia con citazione a un’udienza davanti al tribunale. Se Equitalia avesse rispettato la legge, la banca, prima dell’udienza, gli avrebbe inviato una lettera per informarla delle somme presenti in conto.
Non si capisce su che basi Equitalia affermi di non avere avuto modo di conoscere la somma sul conto. Non ha voluto. E’ ben diverso. E comunque solo il giudice avrebbe potuto autorizzare l’assegnazione del 50% del conto (o della somma pignorata). La Cassazione inoltre ha avuto più volte modo di chiarire che nel conto corrente bancario cointestato a più persone, le parti di ciascuno dei debitori e creditori solidali si presumono uguali – cioè al 50% – se non risulta diversamente. Quindi Equitalia non avrebbe mai potuto derubare (perché è di questo che si tratta) le tre mensilità della pensione della figlia disabile della Sig.ra Fornoni per intero!
La pignorabilità è consentita fino alla concorrenza di un quinto, valutato al netto di ritenute, per tributi a carico del pensionato dovuti allo Stato, alle province e ai comuni.
Aggiungiamo anche che la Corte Costituzionale non ha escluso che si considerino casi in cui il trattamento economico debba essere ritenuto impignorabile come ad esempio per le esigue pensioni d'invalidità.
Forse Equitalia ha dimenticato che l’art. 38 della Costituzione sancisce che al cittadino deve essere garantita la disponibilità di mezzi adeguati alle proprie esigenze di vita.
Che fine fanno il principio di precauzione e i diritti dei cittadini? Errori come quello compiuto non possono ritenersi ammissibili poiché costituiscono un vero e proprio insulto alla dignità umana, in primis di quei nuclei familiari economicamente svantaggiati, come quello della Sig.ra Fornoni, e che devono affrontare anche la disabilità.
Invece delle scuse, Equitalia metta per una volta mano al portafogli e riconosca un equo risarcimento per il danno creato a questa famiglia.
Il MoVimento 5 Stelle grazie a Giulia Di Vita e alla Commissione Finanze ha già presentato un’interrogazione al Presidente del Consiglio, a Padoan e a Poletti!"
Non si capisce su che basi Equitalia affermi di non avere avuto modo di conoscere la somma sul conto. Non ha voluto. E’ ben diverso. E comunque solo il giudice avrebbe potuto autorizzare l’assegnazione del 50% del conto (o della somma pignorata). La Cassazione inoltre ha avuto più volte modo di chiarire che nel conto corrente bancario cointestato a più persone, le parti di ciascuno dei debitori e creditori solidali si presumono uguali – cioè al 50% – se non risulta diversamente. Quindi Equitalia non avrebbe mai potuto derubare (perché è di questo che si tratta) le tre mensilità della pensione della figlia disabile della Sig.ra Fornoni per intero!
La pignorabilità è consentita fino alla concorrenza di un quinto, valutato al netto di ritenute, per tributi a carico del pensionato dovuti allo Stato, alle province e ai comuni.
Aggiungiamo anche che la Corte Costituzionale non ha escluso che si considerino casi in cui il trattamento economico debba essere ritenuto impignorabile come ad esempio per le esigue pensioni d'invalidità.
Forse Equitalia ha dimenticato che l’art. 38 della Costituzione sancisce che al cittadino deve essere garantita la disponibilità di mezzi adeguati alle proprie esigenze di vita.
Che fine fanno il principio di precauzione e i diritti dei cittadini? Errori come quello compiuto non possono ritenersi ammissibili poiché costituiscono un vero e proprio insulto alla dignità umana, in primis di quei nuclei familiari economicamente svantaggiati, come quello della Sig.ra Fornoni, e che devono affrontare anche la disabilità.
Invece delle scuse, Equitalia metta per una volta mano al portafogli e riconosca un equo risarcimento per il danno creato a questa famiglia.
Il MoVimento 5 Stelle grazie a Giulia Di Vita e alla Commissione Finanze ha già presentato un’interrogazione al Presidente del Consiglio, a Padoan e a Poletti!"
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