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Di Jeremy Corbyn
Amici, grazie tante per quest'incredibile accoglienza, e Rohit, grazie tante per il modo in cui mi hai presentato, e per il modo in cui la nostra famiglia e tu stesso hai contribuito alla nostra comunità. Assolutamente fantastico. Grazie tante, sul serio.
Sono davvero lieto d'esser stato invitato a pronunciare questo discorso oggi, perché nelle ultime due settimane, come forse avrete saputo, ho vissuto un periodo piuttosto tranquillo e rilassante. In effetti non mi è successo niente di particolarmente importante.
Potreste aver notato come di recente alcuni dei nostri quotidiani abbiano mostrato un qualche interesse nei miei riguardi. Ecco alcune delle cose che ho letto in proposito. Secondo un titolo in cui sono incappato: "Jeremy Corbyn ha accolto con favore la possibilità che un asteroide 'spazzi via' l'intera umanità". Ora, gli asteroidi sono in effetti un tema piuttosto controverso. Non è proprio il genere di politica che vorrei veder adottata da questo partito, non senza un serio dibattito. Ne parleremo nel fine settimana!
C'è un altro quotidiano che si è spinto ancor più in là, pubblicando una specie di "mini-romanzo" che predice come andrebbero le cose se mai dovessi diventare Primo Ministro. Roba piuttosto spaventosa, ve lo dico. A quanto pare la nostra Premier League finirebbe in rovina, cosa che d'altronde ha anche un certo senso, perché mi pare difficile immaginare come se la caverebbero le nostre fantastiche venti migliori squadre di calcio dopo quell'asteroide. Quindi meglio di no, di sicuro!
Dopodiché il Daily Express ha voluto informare i propri lettori del fatto che -- non sono del tutto sicuro di quanti bis ci si siano, credo almeno tre o quattro -- il mio bis-bis-bisnonno, del quale non avevo mai sentito parlare prima d'ora, sarebbe stata una persona piuttosto spiacevole, apparentemente coinvolta nella gestione di un carcere minorile. Vorrei cogliere l'opportunità per scusarmi di non aver fatto la cosa giusta, tornando indietro nel tempo per andare a scambiare due parole con lui in merito al suo abominevole comportamento.
Poi c'è stato un altro cronista che ovviamente dev'essersi intrattenuto parecchio lungo la strada dove vivo, secondo il quale: "I suoi vicini lo vedono spesso pedalare in sella a una bicicletta nello stile del Presidente Mao". Altri giornalisti, meno scrupolosi, si sarebbero potuti limitare a definirla semplicemente una 'bicicletta', ma non è stato questo il caso.
Ne dobbiamo desumere che d'ora in poi, ogni qual volta vedremo qualcuno in bicicletta, avremo individuato l'ennesimo sostenitore del Presidente Mao. E fu così che il Daily Express mutò il corso della storia.
Sul serio, però, oggi è per me un grande onore e un privilegio potermi rivolgere a voi nei panni di leader del Partito Laburista. Per dare il benvenuto a tutti i nostri nuovi membri. Sono più di 160 mila quelli che si sono iscritti al Partito Laburista. E son più di 50 mila quelli che hanno aderito da quando sono stati diffusi i risultati dell'elezione della sua nuova leadership.
Sono particolarmente orgoglioso di poter asserire che a partire da ieri nel mio collegio elettorale la nostra membership ha appena superato i tremila membri, con duemila sostenitori registrati. Su un collegio elettorale di cinquemila persone.
Prima di tutto vorrei dire grazie a tutti coloro che fanno parte del mio collegio elettorale a Islington North, e a tutti gli iscritti del partito laburista di Islington North per la loro amicizia, per il loro sostegno e per tutte le attività che abbiamo svolto insieme, nonché per tutto l'aiuto e il sostegno che mi hanno offerto nel corso delle ultime settimane. Vi sono davvero grato. Grazie tante a tutti quelli di Islington.
Soprattutto vorrei dare il benvenuto a tutti i nuovi membri di questo nostro partito, a tutti coloro che hanno deciso di partecipare a questa grande impresa. Per cambiare il nostro partito, per cambiare il nostro Paese, per cambiare la nostra politica e per cambiare il modo in cui facciamo le cose. Soprattutto vorrei parlare ai cittadini della Gran Bretagna dei compiti ai quali il Labour da oggi s'appresta. Facendo opposizione e lottando contro il governo Tory e gli enormi danni che sta causando. Sviluppando l'alternativa laburista. Rinnovando le nostre politiche, così che potremo rivolgerci all'intero Paese, e vincere. A cominciare dall'anno prossimo. In Galles. In Scozia. A Londra. A Bristol. Nelle elezioni amministrative di tutta la Gran Bretagna.
Vorrei ribadire il ringraziamento che ho pronunciato subito dopo la mia elezione a tutti coloro che hanno lavorato così bene al servizio del partito laburista nel corso degli ultimi mesi e degli ultimi anni.
A Ed Miliband, per la leadership che ha offerto al nostro partito e per il coraggio e la dignità che ha saputo manifestare di fronte a quelle ignobili aggressioni mediatiche. E anche per il contributo che so che continuerà ad apportare nel futuro. Specialmente su questioni fondamentali come l'ambiente e i mutamenti climatici. Grazie, Ed. Grazie tante per tutto ciò che hai fatto.
E ad Harriet Harman, non solo per la leadership e per il lavoro svolto, ma per la sua dedizione e passione per l'uguaglianza e i diritti delle donne. Il modo in cui, col suo coraggio e la sua determinazione, è stata in grado di mutare gli atteggiamenti e le leggi. L'Equality Act è una delle tante dimostrazioni delle sue grandi conquiste. Grazie, Harriet, per tutto ciò che hai fatto, e tutto ciò che continuerai a fare.
Vorrei anche ringraziare tanto Iain McNicol, il nostro segretario generale, e tutto lo staff del partito di Londra e Newcastle e in tutto il resto del Paese, per la loro dedizione e per il duro lavoro svolto durante le elezioni generali e quelle per la leadership del partito. E anche a tutto lo staff e ai volontari che stanno facendo un così grande lavoro questa settimana a Brighton, nel corso di questo incredibile congresso. Grazie a tutti loro. Sono parte del nostro movimento, e parte del nostro congresso.
Vorrei anche ringraziare in modo speciale gli altri candidati che hanno partecipato alle elezioni per la leadership del partito. Sono stati tre mesi incredibili per tutti noi.
Voglio dire grazie a Liz Kendall per la sua passione, la sua indipendenza, la determinazione e la grande amicizia personale che mi ha dimostrato nel corso della campagna. Liz, grazie davvero per questo, e per tutto ciò che fai per dare un contributo al partito.
Voglio dire grazie a Yvette Cooper per il modo straordinario in cui ha aiutato a cambiare l'atteggiamento dell'opinione pubblica nei confronti della crisi dei rifugiati. E adesso per il suo ruolo di guida della task force che cerca di capire come la Gran Bretagna e l'Europa potranno fare di più per reagire a questa crisi. Yvette, grazie per tutto questo.
E ad Andy Burnham, il nostro nuovo ministro-ombra dell'interno, per tutto ciò che ha fatto da ministro della salute per difendere il nostro sistema sanitario in quanto diritto umano per tutti. Vorrei dire grazie a tutti e tre per lo spirito e l'amicizia coi quali avete partecipato a queste elezioni. Grazie, Liz. Grazie, Yvette. Grazie, Andy.
Voglio ringraziare tutti coloro che hanno partecipato a queste elezioni in tutto il Paese. Il volto migliore del nostro partito è democratico, inclusivo e in crescita. Ho anche altre persone da ringraziare. I talentuosi colleghi che hanno collaborato con me al governo-ombra e all'opposizione in aula (https://en.wikipedia.org/wiki/Official_Opposition_frontbench). Una squadra trasversale che raccoglie tutte le correnti del nostro partito. Proveniente da ogni parte del nostro Paese. Questo ci offre il giusto punto di partenza per affrontare quel genere di dibattito aperto che d'ora in poi il nostro partito dovrà affrontare riguardo al futuro. Non sono quel genere di leader che anela a imporre sempre la propria linea. Credo che nessuno abbia il monopolio della saggezza e delle buone idee -- tutti hanno idee e una visione su come migliorare le cose. Voglio un dibattito aperto in seno al nostro partito e al nostro movimento. Presterò ascolto a tutti.
Sono fermamente convinto che la leadership significhi ascoltare. Tenderemo una mano ai nostri nuovi membri e sostenitori. Coinvolgeremo la gente nei nostri dibattiti sulla politica, e alla fine sarà il nostro partito nella sua interezza a prendere le sue decisioni.
Mi è stato dato un grande mandato, dal 59 per cento dell'elettorato che ha sostenuto la mia campagna. Sono convinto che sia un mandato per il cambiamento. Vorrei spiegare come. Innanzitutto è un voto per il cambiamento del modo in cui facciamo politica. Nel Partito Laburista e nel Paese. Una politica che sia più gentile, più inclusiva. Dal basso verso l'alto, e non dall'alto verso il basso. In ogni comunità e luogo di lavoro, non solo a Westminster. Un dibattito vero, non necessariamente una disciplina comunicativa costante. Ma soprattutto, un discorso chiaro. Sincero. Quella è la politica che seguiremo nel futuro di questo partito e di questo movimento. Ed è stato anche un voto in direzione del cambiamento politico del nostro stesso partito.
Lasciate che vi dica chiaramente che con la mia leadership il Labour sfiderà l'austerity. Cercheremo serenamente di riformare l'economia per affrontare l'ineguaglianza e proteggere al meglio i lavoratori. A livello internazionale il Labour rappresenterà una voce in favore dell'impegno insieme a coloro che condividono i nostri valori. Sostenendo l'autorità del diritto internazionale e delle istituzioni internazionali, non agendo contro di loro.
L'ambiente è in pericolo. Dobbiamo far parte di un movimento a livello internazionale per ridurre le emissioni e l'inquinamento. Per lottare contro i pericoli per l'ambiente del nostro pianeta.
Tutti questi sono temi cruciali. Ma vorrei anche aggiungere un'altra cosa. Come deputato per trent'anni mi sono battuto per i diritti umani, sfidando regimi oppressivi. E prima di allora lo facevo in qualità di attivista, a livello individuale, un po' come chiunque altro in questa sala. Solo perché sono diventato leader di questo partito non smetterò di battermi su quei temi, o di essere quel tipo d'attivista. Colgo quindi l'occasione per inviare il mio primo messaggio a David Cameron, sperando che mi ascolti, non si sa mai:
Intervieni subito e in prima persona sul regime arabo saudita, per impedire la decapitazione e la crocifissione di Ali Mohammed al-Nimr, minacciato di pena di morte per aver preso parte a una manifestazione all'età di diciassette anni. E visto che ci sei poni fine a quell'offerta fatta dal nostro Ministero della Giustizia di dare i propri servizi all'Arabia Saudita -- servizi dei quali avrebbero bisogno per eseguire la condanna in questione.
Dobbiamo essere molto chiari su ciò per cui ci battiamo in nome dei diritti umani. Il rifiuto di battersi è quel genere di cosa che finisce col danneggiare la reputazione della Gran Bretagna a livello internazionale. Ho una grande ammirazione per i difensori dei diritti umani in tutto il mondo. Nella mia vita ho incontrato centinaia di persone particolarmente coraggiose e impegnate nelle questioni internazionali. Vorrei menzionare in particolare un gruppo che si è battuto per la liberazione da Guantanamo del residente britannico Shaker Aamer.
Questa è stata una campagna fatta da gente normale come voi e come me, che se n'è stata in piedi lungo strade fredde e ventose per ore e ore, per anni e anni. Insieme ci siamo assicurati che si facesse un po' di giustizia. È così che i nostri diritti umani sono stati conquistati, da gente comune che si ritrovava insieme. Gente ordinaria che faceva cose straordinarie -- è così che i nostri diritti e i nostri diritti umani sono stati ottenuti. I Tory vorrebbero abrogare l'Human Rights Act, e c'è chi vorrebbe abbandonare la Convenzione europea dei diritti dell'uomo. Tanto per dimostrare di che pasta sono fatti il loro nuovo Trade Union Bill, nei confronti del quale stiamo facendo una dura opposizione in aula e in tutto il Paese, rappresenta altresì, in sostanza, un'aggressione ai diritti umani, in violazione sia di quanto stabilito dall'Organizzazione internazionale del lavoro, sia dalla Convenzione europea dei diritti dell'uomo.
Di consigli su come svolgere il mio lavoro ne ho sentiti parecchi. Di consigli ne girano tanti, credetemi. In realtà la cosa mi fa piuttosto piacere. Li accolgo volentieri. Mi piace ascoltare i consigli, soprattutto quelli spiacevoli. Che poi spesso sono i migliori. Ci sono quelli che ti dicono: "Sì, va' bene così, sei fantastico, sei meraviglioso". Ok, grazie, ma che cosa faccio che non va? "Oh, e chi è che sta lì a pensarci?".
Io voglio ascoltare la gente. Ma mi piace anche fare le cose in maniera diversa. Mi è stato detto di non ripetere mai le frasi pronunciate dai propri avversari nel corso di un dibattito politico. Ma c'è una questione che voglio trattare fin da subito. I Tory parlano del fatto che il partito laburista finirebbe per mettere a repentaglio la sicurezza economica e quella delle famiglie, o, forse più precisamente, sarei io a farlo.
A loro è così che rispondo. Come osa questa gente parlare di sicurezza per le famiglie e per la gente in Gran Bretagna?
Dov'è la sicurezza per tutte quelle famiglie che devono traslocare da un'abitazione in affitto all'altra ogni sei mesi -- coi figli a cui poi tocca cambiare scuola ogni volta?
Dov'è la sicurezza per gli affittuari che hanno paura di chiedere al proprio padrone di casa di risolvere un problema strutturale pericoloso all'interno della propria abitazione, perché rivolgendosi alle autorità municipali per ottenere la giustizia che gli spetta rischierebbero di essere sfrattati?
Dov'è la sicurezza per chi si sforza di dare un sostegno ai propri familiari anziani, dato che i tagli effettuati dalle amministrazioni locali Tory finiscono col distruggere lo stato sociale, privandoli dell'aiuto di cui hanno bisogno?
Dov'è la sicurezza per tutti quei giovani che intraprendono la propria carriera nella consapevolezza che verrà loro negata ogni possibilità d'acquistare una propria casa, dati i prezzi vertiginosi delle abitazioni?
Dov'è la sicurezza per le famiglie allontanate dalle scuole dei propri figli, dalle loro comunità e dai legami familiari proprio a causa di questi tagli allo stato sociale?
Dov'è la sicurezza per le centinaia di migliaia di persone che decidono di lavorare per conto proprio senza un reddito sicuro, senza indennità di malattia, di maternità, ferie pagate e pensione, che oggi stanno affrontando la perdita proprio di quei crediti d'imposta che li tengono a galla insieme alle loro famiglie?
E non c'è sicurezza neanche per i 2,8 milioni di famiglie britanniche indebitate dai loro stipendi stagnanti, nonché da quello che è il record tutto-Tory del più lungo periodo di crollo degli standard di vita da quando c'è chi ne ha iniziato a tenere il conto.
Questo è il nocciolo della questione. Il fallimento economico dei Tory. Un'economia che funziona solo per i pochi, e non per i tanti. Col settore manifatturiero ancora in declino. Guardate al loro fallimento nell'intervenire a sostegno dell'industria siderurgica, come invece ha fatto il governo italiano.
Quindi noi stiamo dalla parte della gente di Teesside, che lotta per il proprio posto di lavoro, per la propria industria e la propria comunità. L'azienda ha deciso di staccare la spina, licenziando i lavoratori, e quindi -- ancora una volta -- adesso non è certo troppo tardi per chiamare il Primo Ministro, anche a quest'ora, chiedendogli d'intervenire in difesa di quelle persone, come ha fatto il governo italiano. Perché non potrebbe farlo anche il governo britannico? Che cosa c'è che non va in loro?
C'è una crisi degli investimenti. La Gran Bretagna si ritrova sul fondo del barile, a livello internazionale. Subito dopo il Madagascar, e subito prima di El Salvador. Quindi andiamo benone! L'anno scorso la bilancia dei pagamenti ha raggiunto un deficit di 100 miliardi di sterline. Caricando la nostra economia, e ciascuno di noi, di un debito insostenibile per il futuro. E le scosse estive dei mercati mondiali hanno dimostrato la condizione pericolosa e fragile in cui versa l'economia mondiale. E anche quanto i Tory ci abbiano mal-preparato ad affrontare un'altra crisi. Non sono aumentate le esportazioni, né abbiamo sviluppato un settore manifatturiero più forte per puntellare quella che è la debole ripresa economica. Si parla, invece, d'inflazione immobiliare, mobiliare, e di ulteriori debiti privati.
Squilibrato. Insostenibile. Pericoloso. È quello il vero rischio per la stabilità economica e delle famiglie. Per tutte le persone costrette all'ipoteca. Per le persone che sono riuscite a tenere a galla le proprie famiglie solo facendo affidamento sulle carte di credito e gli anticipi sullo stipendio. Con la paura di un aumento del tasso d'interesse. Non è accettabile.
L'austerity dei Tory è l'approccio datato e fallimentare del passato. Quindi spetta a noi far sì che il Labour sviluppi la nostra alternativa guardando avanti. Il "la" lo ha dato John McDonnell col suo eccellente discorso. Al centro c'è l'investimento sul futuro. Ogni economista mainstream vi dirà che coi tassi d'interesse così bassi oggi è arrivato il momento di effettuare degli investimenti pubblici nelle nostre infrastrutture. Investimenti nell'edilizia, per costruire case accessibili da affittare e acquistare.
Il piano di John Healey per la costruzione di centomila nuove abitazioni l'anno. Per affrontare la crisi degli alloggi, abbassando il costo vertiginoso dei sussidi, e portando anche dei guadagni nelle tasche dei contribuenti. Il profitto sta nel fatto che i sussidi cessano di esistere quando il costo del mattone cala. È semplice, in realtà, ed è una buona idea.
Un investimento nella banda larga veloce a sostegno dei nuovi posti di lavoro ad alta tecnologia. Una banca nazionale degli investimenti per sostenere gli investimenti nelle infrastrutture. Per offrire finanziamenti a quelle aziende di piccola e media taglia alle quali nostre banche continuano a negare i soldi di cui hanno bisogno per crescere.
Un New Deal verde per l'investimento nelle energie rinnovabili e nella conservazione dell'energia, per affrontare la minaccia dei cambiamenti climatici. Ovviamente i Tory stanno liquidando la Green Investment Bank. Semplicemente non gli interessa. Questo è l'unica strada per un futuro economico stabile per la Gran Bretagna. E sostenibile. In grado di ribaltare il nostro tremendo deficit. Di sostenere aziende e imprese in crescita. Di offrire una sicurezza economica reale per la nostra gente.
L'economia del futuro dipende dagli investimenti che faremo oggi nelle infrastrutture, sulla preparazione e sulle scuole. Sono lieto che Lucy Powell sia il nostro nuovo ministro-ombra dell'istruzione. Ha già potuto constatare come a contare sia l'istruzione di ogni bambino, e la qualità di ogni scuola. E come ogni scuola debba rispondere alle amministrazioni locali. Le nostre aspirazioni riguardano tutti i bambini, non solo i pochi.
Il mio primo impegno pubblico come leader laburista è arrivato a solo un'ora di distanza dalla mia elezione. Mi sentivo orgoglioso di potermi rivolgere alla marcia londinese di "benvenuto ai rifugiati". Volevo trasmettere un messaggio riguardo a quel genere di politica più gentile che stiamo inseguendo, e a quella società più premurosa che vogliamo realizzare. A ispirarmi sono state le persone di tutto questo nostro Paese. Che hanno fatto delle collette per i rifugiati a Calais. Donazioni alle associazioni di beneficienza. Poi c'è stato il lavoro svolto da Citizens UK per coinvolgere intere comunità in questo senso. Questi rifugiati sono vittime della guerra -- molti sono vittime del brutale conflitto siriano. È una crisi gigantesca, la peggiore crisi umanitaria dalla seconda guerra mondiale. E a livello globale è la più grande crisi dei rifugiati che ci sia mai stata.
Ma le proporzioni delle reazioni di questo governo, dell'Europa e della comunità internazionale non sono sufficienti. E benché questo governo stia offrendo il proprio contributo nella regione, soprattutto in Libano, noi tutti sappiamo che c'è molto altro da fare. Perché è una crisi fatta di esseri umani come voi e come me, in cerca di sicurezza. Tendiamo loro la mano dell'umanità e dell'amicizia.
Adesso lasciatemi dire qualcosa sulla nostra sicurezza nazionale. Il modo migliore per proteggere i cittadini britannici dai rischi in patria e all'estero è lavorare per risolvere i conflitti. Non è cosa facile, ma se aspiriamo a una sicurezza reale è inevitabile. I nostri valori britannici sono di natura internazionalista e universale. Non sono limitati dai nostri confini.
La Gran Bretagna ha bisogno di un esercito forte e moderno, e di forze di sicurezza in grado di tenerci al sicuro. Di svolgere un ruolo guida nelle missioni umanitarie e di peace keeping -- in collaborazione con le Nazioni Unite, e lavorando per rinforzarle. Durante la prima giornata come leader laburista in parlamento è stato per me un privilegio poter incontrare i soldati e i medici che hanno svolto un lavoro straordinario nell'affrontare la crisi dell'Ebola in Sierra Leone. Non c'è alcuna contraddizione fra il lavoro per la pace nel mondo e il fare ciò che è necessario per tenerci al sicuro.
Oggi ci ritroviamo ad affrontare minacce molto diverse rispetto all'epoca della Guerra Fredda, conclusa trent'anni fa. Ecco perché ho chiesto al nostro ministro-ombra della difesa, Maria Eagle, di avviare un dibattito e riconsiderare il modo migliore per garantire ai cittadini inglesi una protezione forte, moderna ed efficace.
Su una cosa in particolare ho reso chiara la mia posizione. E sono convinto che la mia elezione me ne abbia dato mandato.
Non credo che spendere cento miliardi di sterline per armi nucleari di nuova generazione, cioè fino a un quarto del budget della Difesa, sia la strada giusta su cui procedere.
Sono convinto che la Gran Bretagna debba tener fede agli impegni presi col Trattato di non proliferazione, ed esser un modello di progresso nel disarmo nucleare internazionale.
Ma nello sviluppare la nostra politica dovremo anche assicurarci che tutti i posti di lavoro e le professionalità della nostra Difesa vengano protetti e sfruttati a pieno, di modo che finiamo col guadagnarci, e non col perderci. Per me questo è molto importante.
Sulla politica estera invece dovremo imparare dalle lezioni del passato recente.
Non è stato certo d'aiuto alla nostra sicurezza nazionale il fatto che, mentre io me ne stavo fuori dall'ambasciata irachena a protestare contro le brutalità di Saddam Hussein, si stesse sviluppando la segreta connivenza di alcuni ministri Tory, con la vendita di armi illegali al suo regime.
Non è stato certo d'aiuto alla nostra sicurezza nazionale quando siamo scesi in guerra con l'Iraq in aperto contrasto con le Nazioni Unite, e sulla base di false informazioni.
Non è stato certo d'aiuto alla nostra sicurezza nazionale il dover sopportare la perdita di centinaia di coraggiosi soldati inglesi durante quella guerra, senza altresì prepararsi adeguatamente per ciò che andava fatto dopo la caduta del regime.
Né aiuta la nostra sicurezza nazionale mostrarsi così ossequiosi e offrire tanto acritico sostegno nei confronti di regimi come quello dell'Arabia Saudita e del Bahrein -- che maltrattano i propri cittadini reprimendone i diritti democratici. Questi sono tutti temi su cui dovremo impegnarci, riconoscendo che in alcuni casi si stanno adoperando armi britanniche, come in Yemen. Dobbiamo essere chiari su quali siano i nostri obiettivi.
C'è però una lezione recente in grado di mostrarci come una vera leadership sia in grado di risolvere conflitti, evitare guerre e generare vera sicurezza. È la leadership, la diplomazia astuta e difficile mostrata da Barack Obama e da altri nel raggiungere lo storico accordo con l'Iran. Un accordo che spiana la strada a nuovi sforzi diplomatici per risolvere il conflitto siriano. La scala della distruzione e del dolore causato in Siria è davvero tremenda. Più di un quarto di milione di persone sono state uccise. Più di dieci milioni allontanati dalle loro case. Nella mia opposizione ai sordidi e detestabili crimini compiuti dall'Isil e dal governo di Assad, incluso il lanci di barili bomba su bersagli civili, sono inflessibile.
Noi tutti vogliamo l'interruzione di queste atrocità, e che il popolo siriano possa essere libero di determinare il proprio destino. Ma la risposta a questo conflitto dalla natura complessa e tragica non si può trovare limitandosi a sganciare qualche altra bomba. Sono d'accordo con Paddy Ashdown quando sostiene che gli attacchi militari all'Isil non stiano avendo successo, non perché non siamo dotati di una quantità sufficiente di esplosivi, ma perché non abbiamo sviluppato una strategia diplomatica nei confronti della Siria.
Questa, oggi, per noi, per David Cameron, è la sfida rappresentata dalla leadership. Quell'astuta, paziente e complessa diplomazia nella quale la Gran Bretagna deve assumere un ruolo guida. Ecco perché Hilary Benn ed io, insieme, stiamo chiedendo una nuova risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che possa sostenere una soluzione politica della crisi. Sono convinto che l'Onu possa ancora attivare un processo in grado di portare alla fine delle violenze in Siria. Gli incontri di ieri a New York sono stati molto importanti in questo senso.
La social democrazia era sfinita. Esausta. Eppure è successo qualcosa di nuovo e corroborante, un sentimento autentico, nato dal basso. Per comprenderlo noi tutti dovremo condividere le nostre idee e portare i nostri contributi. Il nostro progetto comune dovrà abbracciare la nascita di un moderno movimento della sinistra, e adoperarlo per costruire una società per la maggioranza.
Alcuni editorialisti che hanno trascorso anni a lamentarsi di quanto pochi fossero coloro che s'impegnavano all'interno dei partiti politici, adesso si fanno beffe dell'enorme aumento dei nostri iscritti. Se fossero dei giornalisti sportivi e stessero scrivendo di una squadra di calcio, starebbero dicendo: "Hanno avuto un'estate tremenda. Si sono conquistati 160 mila nuovi tifosi. I biglietti per andare a vedere le loro partite allo stadio sono tutti esauriti. I loro nuovi sostenitori sono giovani e ottimisti. Proprio non so come questa squadra possa sperare di superare una crisi di tale portata".
Siamo qui per celebrare l'entusiasmo di tanti, vecchi e giovani, provenienti da ogni comunità. In ogni parte del paese. Che s'iscrivono al Labour in qualità di membri e sostenitori. E in risposta a questo movimento noi dovremo cambiare. I nostri nuovi iscritti vogliono partecipare attivamente. Vogliono aver voce in capitolo sulle politiche del Partito Laburista. Vogliono guidare le campagne elettorali a livello locale e nazionale contro l'ingiustizia e l'impatto tremendo dell'austerity targata Tory. Vogliono lavorare all'interno delle proprie comunità per migliorare la vita della gente. Non vogliono fare le cose alla vecchia maniera. I giovani e gli anziani stanno ribollendo d'idee. Diamo loro spazio per per farle esplodere con quella gioia a cui aneliamo da una società migliore.
Vogliono una nuova politica fatta d'impegno e partecipazione. Molti di loro sono già attivi nelle rispettive comunità, e all'interno di organizzazioni spontanee, campagne locali. Adesso li abbiamo convinti a fare un passo più avanti e ad unirsi al Partito Laburista. Quale fantastica opportunità può essere per il Partito Laburista quella di farsi centro di ogni comunità. Il luogo in cui la gente potrà riunirsi per fare campagna elettorale. Dibattiti, amicizie, nuovi progetti comunitari. Per discutere coi propri vicini di politica, spiegando le proprie idee su come cambiare in meglio la Gran Bretagna.
Tutto ciò implica un grande cambiamento rispetto al modo in cui abbiamo fatto politica in passato. Il nostro nuovo vice, Tom Watson, è pronto a questa sfida. È lui che guida il cambiamento nell'uso molto più intenso dei media digitali come risorsa fondamentale. È così che funziona la comunicazione, non ci sono solo le pagine dei quotidiani e dei tabloid, in realtà sono i social media il futuro della comunicazione. E dobbiamo farli nostri.
Un impegno chiaro che prendo di fronte a coloro che s'iscrivono al Partito Laburista è che avrete voce in capitolo, in maniera decisiva, sulle politiche del nostro partito. Nessuno -- né io come leader, né il Governo-Ombra, né il partito laburista in parlamento -- imporrà una politica o avrà diritto di veto.
Gli opinionisti dei media questo non lo capiscono. Sono stati pronti a riportare ogni disaccordo come se si trattasse una spaccatura: e ogni accordo e compromesso come una rinuncia o una capitolazione. No. Questa è la politica degli adulti. All'interno della quale si propongono punti di vista diversi. Dibattiamo. Prendiamo una decisione, e andiamo avanti insieme. Cerchiamo vicendevolmente di convincerci. Di tanto in tanto potremmo trovarci d'accordo nel dissentire. Ma quale che sia l'esito, noi restiamo insieme, uniti nel Labour, per proporre una strada migliore di quella, miserevole, offerta dai conservatori.
C'è un altro aspetto importante che riguarda il modo in cui faremo tutto questo. È una parte fondamentale della nostra nuova politica. Voglio ripetere ciò che ho detto quando mi sono candidato alla guida del partito. Non credo sia giusto trattare male le persone in alcun modo. Bisogna trattarle con rispetto. Trattare gli altri come vorresti esser trattato tu. Ascoltarne i punti di vista, concordare o dissentire, ma comunque affrontarlo, il dibattito. Da parte mia non ci sarà mai scortesia. Come ha detto Maya Angelou: "Potresti non essere in grado di controllare tutto ciò che ti succede, ma puoi decidere di non esserne sminuito". Voglio una politica più gentile, una società più premurosa. Non lasciate che vi sminuiscano al punto tale da esser disposti ad aspirare a qualcosa di meno. Ed è perciò che a tutti gli attivisti dico, indipendentemente dal fatto che siano laburisti, date un taglio agli attacchi personali. Al cyberbullismo. Soprattutto ai commenti online di natura misogina. Diamoci da fare per riportare i valori nella politica.
Quindi quali saranno le nostre prime grandi campagne? Vorrei cominciare con una questione fondamentale che riguarda i diritti democratici in Gran Bretagna. Poco prima della pausa estiva del parlamento i Tory hanno infilato un piano per andare a cancellare milioni di persone dai registri elettorali, nel mese di dicembre. Un anno prima di quelli che saranno i consigli forniti dalla Commissione elettorale indipendente. Ciò significa che due milioni di persone, o anche più, potrebbero perdere il diritto di voto. Stiamo parlando di 400 mila persone a Londra. 70 mila a Glasgow. Migliaia in ogni metropoli e ogni città, in ogni comune e in ogni villaggio in tutto il Paese. Si tratta prevalentemente di studenti, persone con una sistemazione instabile, che trascorrono brevi periodi in affitto. Sappiamo bene il motivo per cui i Tory lo stanno facendo. Vogliono pilotare l'elezione del sindaco di Londra l'anno prossimo, negando a centinaia di migliaia di londinesi il diritto di voto.
E vogliono fare lo stesso in Galles. Vogliono modificare i confini elettorali in tutto il Paese. Lo vogliono fare disegnando dei nuovi collegi in base a quei registri svuotati, quando la Commissione per i loro confini avvierà i propri lavori nell'aprile 2016.
Ai presenti dico che faremo del nostro meglio per fermarli. Daremo risalto alla questione dentro e fuori dal Parlamento. Lavoreremo insieme ai consigli comunali laburisti in tutto il Paese per rimettere la gente su quei registri. E da oggi il nostro Partito Laburista darà inizio a una campagna a livello nazionale per far sì che tutti i nostri membri lavorino in ogni comune e in ogni città, in ogni università col nuovo anno accademico, per porre fine al gerrymandering (https://it.wikipedia.org/wiki/Gerrymandering) dei Tory. Per riportare la gente sui registri elettorali. Sarà un duro lavoro -- come del resto so bene, avendo trascorso dieci anni come responsabile elettorale di un piccolo collegio londinese. Ma adesso abbiamo a disposizione nuove risorse. Il potere dei social media. Il potere dei tanti nostri nuovi iscritti. Mettiamoci al lavoro. Riportiamo quelle persone sui registri per consegnarci quelle vittorie, ma anche in nome dell'equità nella nostra società.
E, amici miei, abbiamo bisogno di rinnovare il nostro partito in Scozia. Oggi voglio rendere omaggio al nostro leader in Scozia, Kezia Dugdale, e alla sua pattuglia di deputati nel parlamento scozzese. So che in Scozia la gente si è sentita delusa dal Partito Laburista. So che avete avuto la sensazione che abbiamo perso il bandolo della matassa. E sono d'accordo con voi. Kezia ha chiesto alla gente di dare un'altra chance al Partito Laburista. Ed è ciò che vorrei che la gente in tutta la Scozia facesse. Con Kezia e con la mia leadership noi cambieremo le cose. Impareremo dalle lezioni del passato. E torneremo a rendere il Labour quella grande forza combattiva che la gente si aspetta. Dovremo investire nella formazione, nei nostri giovani -- non nella riduzione del numero degli studenti. Per offrire ai giovani una speranza concreta, e delle reali opportunità. La voce progressista in Scozia, signori, è il Labour.
C'è un'altra grande campagna che dovremo condurre. L'attacco di David Cameron agli standard di vita dei lavoratori a basso reddito e delle loro famiglie, con l'assalto ai loro crediti d'imposta. Innanzitutto dovremo ricordare alla gente, ancora una volta, il fatto che David Cameron aveva promesso in campagna elettorale di non tagliare il credito d'imposta per l'infanzia. Durante il Question Time lui disse che si sarebbe rifiutato di farlo.
Una scioccante promessa infranta -- e i Tory l'hanno fatta passare in Parlamento appena due settimane fa. Come potrebbe mai esser giusto per una madre single ritrovarsi costretta a lavorare come infermiera part time, guadagnando appena 18 mila sterline per poi perderne duemila a causa di questa promessa infranta? Ci sono famiglie di lavoratori che a causa di questa stessa promessa infranta ne perdono quasi 3500 l'anno. E come potrebbe mai esser giusto o equo infrangere questa promessa e allo stesso tempo elargire uno sgravio sulle successioni a 60 mila delle famiglie più ricche del Paese? La vedete, la differenza? Ecco perché scenderemo in trincea.
E faremo campagna anche sui poti di lavoro, in ogni comunità, contro questa promessa infranta dei Tory. Per sbugiardare l'assurda menzogna che i Tory stiano dalla parte dei lavoratori, e che stiano regalando ai cittadini britannici un aumento in busta paga. Tornare in bicicletta dal parlamento alle cinque di mattina dopo aver votato per la legge sul salario minimo è stato uno dei momenti della mia vita in cui più mi sono sentito orgoglioso. Perciò ovviamente è giusto parlare di un salario minimo. Ma ribattezzarlo in maniera farlocca salario di sussistenza non fa del bene a nessuno. L'Institute of Fiscal Studies ha dimostrato che la promessa infranta di Cameron significa che milioni di lavoratori si ritrovano in condizioni ancora peggiori. Questo potrà, e dovrà, essere cambiato.
Mentre attraversavo il Paese durante la mia campagna elettorale è stato splendido constatare la diversità della nostra popolazione. Cosa che oggi si riflette nei nostri iscritti, con sempre più persone di colore, asiatiche e appartenenti ad altre minoranze etniche che entrano a far parte del partito. Ad essere ancor più stimolante è l'unità e l'unanimità dei loro valori. La convinzione che ritrovandosi insieme si possa ottenere più di quanto non possiamo da soli. Fair play per tutti. Solidarietà, e il non cambiare strada quando incontri persone in difficoltà. Rispetto per il punto di vista degli altri. È questo genere di fair play, questi valori britannici basati su una maggioranza condivisa, a rappresentare il motivo fondamentale per cui amo questo Paese e la sua gente. È in base a quei valori che sono stato eletto: una politica più gentile e una società più premurosa. Sono i valori laburisti e quelli del nostro Paese. Riporteremo quei valori nella politica. Voglio liberare la Gran Bretagna dall'ingiustizia, voglio renderla più giusta, più decorosa, più equa. E voglio che tutti i nostri cittadini possano trarre beneficio dalla prosperità e dal successo.
Non c'è niente di buono nei tagli al sostegno dei figli dei lavoratori dei supermercati e delle aziende di pulizia. Non c'è niente di buono nel lasciare centinaia di migliaia di persone impossibilitate a nutrirsi, spingendole a rivolgersi ai banchi alimentari, che ormai sono quasi diventati un'istituzione. E non c'è niente di buono in un Primo Ministro che se ne va in giro per l'Europa cercando di svendere i diritti a tutela dei nostri lavoratori.
Come si è deciso ieri nel congresso ci opporremo lottando in nome della visione di un'Europa sociale, di un'Europa dell'unità e della solidarietà, per difendere quei diritti. Io sono orgoglioso della nostra storia. È una storia di gente coraggiosa che ha superato ostacoli insormontabili in nome della lotta per quei diritti e quelle libertà di cui godiamo oggi. Il diritto di voto delle donne. I diritti e la dignità dei lavoratori; il nostro stato sociale.
Il nostro sistema sanitario -- giustamente al centro della grande cerimonia d'apertura delle olimpiadi di Danny Boyle. La BBC. Sono tutte e due grandi istituzioni. Ed entrambe sotto attacco dei Tory. Entrambe sono minacciate dall'idea che il profitto venga prima di tutto, e non piuttosto i bisogni e gli interessi della nostra gente. Ecco la differenza fra noi e i Tory.
Quindi lasciate che assuma questo impegno. Il nostro Partito Laburista metterà sempre gli interessi delle persone prima del profitto.
Ora vorrei dire qualcosa di più sulla politica -- e sulla riforma annunciata questa settimana da Angela Eagle. Cominciamo col riconoscere l'enorme base di consenso a partire dalla quale ci muoviamo, grazie al lavoro svolto da Angela nell'ambito del National Policy Forum. Poi dovremo usare la nostra immaginazione, e renderci conto del modo in cui il nostro Paese sta cambiando. Nel corso della mia campagna per la leadership ho lanciato alcune idee sul modo in cui dovremmo sostenere le piccole imprese e i lavoratori autonomi. Perché oggi un lavoratore su sette lavora per conto proprio.
Alcuni ci si sono ritrovati perché era l'unico modo per avere un reddito, per quanto instabile. A molti però l'indipendenza e la flessibilità che gli derivano dall'autonomia piacciono, la sensazione di essere il proprio capo. Ed è una cosa buona. Ma da quell'indipendenza derivano insicurezza e rischi, sopratutto per i redditi più bassi e instabili. Nessuno ti pagherà se ti metti in malattia dopo un incidente sul lavoro. Nessuno darà l'indennità di maternità a una donna incinta. E loro dovranno sforzarsi di continuare a pagare i propri conti con regolarità, per non indebitarsi ulteriormente. Guadagnano meno degli altri lavoratori. In media appena undicimila sterline l'anno. E i loro redditi sono quelli più colpiti dai cinque anni di fallimento economico dei Tory.
Allora che cosa stanno facendo i Tory per aiutare i lavoratori autonomi e gli imprenditori che sostengono di rappresentare? Li stanno bastonando coi tagli ai crediti d'imposta. E li bastoneranno ulteriormente con l'introduzione del Credito universale. Ecco perché vorrei che la nostra politica affrontasse la questione in modo molto serio. Riflettendo il volto moderno della Gran Bretagna.
Il Labour ha creato lo stato sociale come espressione di una società premurosa -- ma fin troppo spesso quella rete di sicurezza presenta dei buchi, attraverso i quali la gente cade, mentre i lavoratori autonomi non ce l'hanno affatto. Ma dev'esserci. Ecco la funzione di uno stato sociale universale. Prendiamo in considerazione l'apertura ai lavoratori autonomi dell'indennità di maternità e di paternità, di modo che tutti i neonati possano godere dello stesso livello di cura da parte dei propri genitori.
Ho chiesto ad Angela Eagle, il nostro ministro-ombra delle finanze, e ad Owen Smith, il nostro ministro-ombra del lavoro e delle pensioni, di prendere in considerazione tutti i modi in cui possiamo offrire il nostro sostegno ai lavoratori autonomi, aiutandoli a far crescere le proprie imprese.
Voglio anche ringraziare Lillian Greenwood, il nostro ministro-ombra dei trasporti, per la velocità e la bravura con le quali ha portato avanti la nostra politica sul futuro delle reti ferroviarie. (...) La politica del Labour oggi è quella di presentare ai cittadini britannici quel sistema ferroviario pubblico e pienamente integrato che vorrebbero. È questa la politica del Labour, ed è questa che seguiremo.
L'edilizia pubblica è un'altra grande priorità. Forse in nessun altro caso il fallimento dei Tory è risultato altrettanto assoluto e dannoso per la nostra gente. Nell'ultima legislatura sono state costruite almeno mezzo milione di abitazioni in meno rispetto a quelle necessarie. Gli affitti dei privati sono ormai fuori controllo. Un terzo delle abitazioni affittate dai privati non risponde ai parametri fondamentali di salubrità e sicurezza. Per la maggior parte dei giovani, quello di possedere un'abitazione è solo un sogno lontano.
Di fronte a questa crisi non esistono risposte che non partano da un nuovo programma di edilizia comunale. Con nuove abitazioni che ci si possa permettere di affittare ed acquistare. Come ha dimostrato John Healey, il nostro ministro-ombra dell'edilizia, il sistema non solo si autofinanzierebbe, ma garantirebbe un profitto ai contribuenti, riducendo i sussidi grazie ad affitti ragionevoli, non esorbitanti. E abbiamo anche bisogno di nuove idee per affrontare l'accaparramento delle terre e la speculazione.
Tutti questi temi sono assolutamente vitali per il futuro del Paese. Io voglio una politica più gentile, più premurosa, che non tolleri il fenomeno dei senzatetto, né ulteriori crisi per le famiglie che vivono in alloggi temporanei. Per milioni di persone oggi una casa stabile è al di fuori delle possibilità. E John Healey è partito col piede giusto studiando una riforma delle nostre politiche dell'edilizia proprio in vista di questo obiettivo.
Inoltre faremo sì che la salute mentale rappresenti una vera priorità. È una questione che riguarda noi tutti. Ciascuno di noi può avere un problema di salute mentale. Quindi poniamo fine allo stigma. Poniamo fine alla discriminazione. E con Luciana Berger, il nostro ministro-ombra della salute mentale, sfiderò i Tory a rendere la parità della salute mentale una realtà, non solo uno slogan. Aumentando gli stanziamenti -- soprattutto per i servizi rivolti ai bambini e ai giovani. Dato che tre quarti dei problemi cronici di salute mentale cominciano prima dei diciott'anni. Eppure solo un quarto di quei giovani ottiene l'aiuto di cui ha bisogno. A sostenere questo lavoro ci saranno i valori del Labour. Metteremo fine allo stigma, alla discriminazione, per trattare le persone con dei problemi mentali come tutti vorrebbero esser trattati in quella situazione. Questa è la nostra promessa. Rimettiamoli all'interno della politica. Costruiamo quel mondo più gentile e premuroso.
Sin dall'alba della storia, praticamente in ciascuna società umana ci sono state persone a cui è stato dato molto, e tanti altri a cui è stato dato poco o niente. Alcuni hanno avuto proprietà e potere, un ceto e un capitale, uno status e una capacità d'influenza che a tanti altri vengono negati. Ogni singola volta, quelli che ricevono tanto dicono ai tanti di esser grati per quel poco che ricevono. Dicono che il mondo non può esser cambiato, e che i tanti devono accettare le condizioni nelle quali viene loro permesso di vivere. Oggi quest'atteggiamento viene giustificato dalla teoria economica. Ai tanti che hanno poco o niente viene detto che vivono all'interno di un'economia globalizzata i cui parametri non possono essere alterati. Devono accettare il posto che viene loro assegnato dalla competitività dei mercati.
Certo però che non è curioso come la globalizzazione significhi sempre stipendi più bassi per i poveri, ma venga altresì adoperata per giustificare i lauti stipendi dei dirigenti aziendali? Il nostro partito laburista nacque per lottare contro quel genere di atteggiamento. Ed è ancora il senso del nostro partito. Il Labour rappresenta la voce che dice ai tanti, in patria e all'estero: "Non devi accettare ciò che ti viene concesso".
Il Labour dice:
"Puoi anche essere nato povero ma non devi restarci. Non sei tenuto a vivere nell'impotenza e senza speranza".
"Non devi limitare il tuo talento e la tua ambizione -- o quelle dei tuoi figli".
"Non devi accettare pregiudizi e discriminazioni, malattie e povertà, devastazioni e guerre".
"Non devi sentirti grato della possibilità di sopravvivere in un mondo fatto dagli altri".
"No, sei tu a dettare le regole alla gente col potere, e a liquidarli quando falliscono".
Ecco che cos'è la democrazia. Questo è da sempre il messaggio del nostro Partito Laburista. Non devi accettare ciò che ti viene concesso. Come ha detto il grande scrittore nigeriano Ben Okri: "Il nostro tratto più caratteristico è la capacità di creare, di prevalere, di resistere, di trasformare, di amare".
Ma eccoli tornare all'attacco. Quelli che vorrebbero che tu accettassi ciò che ti viene dato. Questo governo dei Tory. Questo governo fatto dai pochi -- e finanziato dai pochi. Sin da quando è diventato leader David Cameron ha ricevuto 55 milioni di sterline di finanziamenti dagli hedge fund. Da persone che hanno tanto e vogliono tenerselo tutto. È così che è nato questo governo pre-pagato. Per proteggere i pochi e dire agli altri di accettare ciò che ci viene dato. Per ripagare gli hedge fund con quei 145 milioni di sgravi fiscali. Vogliono farci credere che non esista alcuna alternativa al taglio dei posti di lavoro. Al taglio dei servizi pubblici. Alla rovina del sistema sanitario. Al taglio dei salari dei medici più giovani. Alla diminuzione delle tutele degli anziani. Alla distruzione delle speranze dei giovani in un'istruzione al college, o all'indebitamento massiccio dei laureati. Alla riduzione in povertà di un altro mezzo milione di bambini.
Vogliono che il popolo britannico accetti tutto ciò. Si aspettano che milioni di persone lavorino di più e più a lungo per una qualità della vita inferiore e stipendi più bassi. Beh, non ce l'avranno. Il nostro Partito Laburista dice no. Il popolo britannico non deve mai accettare ciò che gli viene dato. Certamente non quando proviene dalle mani dei Cameron e degli Osborne.
Quindi, signori, giungo quasi alla fine del mio primo discorso al congresso, e vi ringrazio per avermi ascoltato. Ho parlato a 37 raduni a partire dal pomeriggio di sabato scorso, non basta? Avremo tempo per parlare...
Concludo il congresso con una citazione.
L'ultimo barbuto alla guida del Partito Laburista è stato un grande uomo, un meraviglioso scozzese di nome Keir Hardie, morto circa un secolo fa proprio in questo fine settimana, e ne abbiamo celebrato il ricordo con un volume che è stato diffuso domenica sera. Keir era cresciuto in una condizione di tremenda povertà, ma nella sua vita è riuscito comunque a fare tanto, e ha contribuito a fondare il nostro partito. Si è battuto per il voto alle donne, per la giustizia sociale, per lo sviluppo del partito. Gli dobbiamo tanto, a lui e a molti altri. Un giorno gli chiesero di spiegare in sintesi il significato delle sue lotte, il significato della sua vita. Ci pensò su per un istante e poi rispose:
"Il mio lavoro consisteva nel cercare di suscitare il malcontento divino nei confronti di ciò che è sbagliato". Non accettate le ingiustizie, lottate contro i pregiudizi. Costruiamo una politica più gentile, e una società più premurosa, e facciamolo tutti insieme. Rimettiamo i nostri valori, i valori della gente, al centro della politica.
Grazie.
Questo post è stato pubblicato per la prima volta su The Huffington Post UK ed è stato tradotto dall'inglese da Stefano Pitrelli
FONTE:http://www.huffingtonpost.it/jeremy-corbyn/costruiamo-una-politica-piu-gentile_b_8220810.html?utm_hp_ref=italy
FONTE:http://www.huffingtonpost.it/jeremy-corbyn/costruiamo-una-politica-piu-gentile_b_8220810.html?utm_hp_ref=italy
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