Di Salvatore Santoru
Al giorno d'oggi si si parla molto spesso di uguaglianza, di equità e di egualitarismo e in linea generale si hanno due diverse visioni egemoni su come questi concetti devono essere interpretati.
Difatti, da una parte c'è chi sostiene, sulla scia del liberalismo e specialmente di quello sociale, un principio di ugualianza formale, ovvero basato sull'eguale concessione di opportunità ad ogni individuo a prescindere dalle sue caratteristiche, dall'altra chi sostiene sulla scia di un'egualitarismo radicale e di ideologie socialistiche(postmarxiste in particolare ) e progressiste un'uguaglianza sostanziale, ovvero il raggiungimento di un livellamento economico,sociale e culturale tra gli individui.
Entrambe le idee sono indubbiamente interessanti e condivisibili, visto che da un punto di vista realista offrire pari opportunità ad ogni membro della società e in seguito accettare le differenze e diseguaglianze spontanee che si vengono a creare risulta indubbiamente lecito e coretto, e dal punto di vista ideale e anche etico/morale aspirare a una società di eguali fondata su un perfetto equilibrio tra tutti i suoi membri è indubbiamente una meta a cui probabilmente ogni persona avrà sognato.
Probabilmente, una sana via di mezzo tra le due opzioni risulta la più coretta, e si dovrebbe fare in modo di concedere opportunità ad ogni individuo accettando le diseguaglianze spontanee e libere che vengono a crearsi, e allo stesso tempo procedere gradualmente verso una società sempre più equa e egualitaria, e dove l'egualitarismo non sia un mero livellamento rivolto verso il basso, ma il raggiungimento di uno stato superiore di libertà prosperità ,giustizia e benessere.
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