Di Adriano Fabris
C’è un modo in Ticino d’intendere l’esperienza religiosa che, invece di fare riferimento alle forme di spiritualità solitamente conosciute, è alla ricerca di possibili espressioni alternative.
Sto parlando di quanto per oltre un secolo è stato vissuto alle pendici del Monte Verità, ad Ascona; mi sto riferendo a ciò che, sempre ad Ascona, ha caratterizzato la tradizione di ricerca, altamente qualificata, dei Colloqui di Eranos.
Da italiano che del Ticino è spesso ospite, e che presso la Facoltà teologica di Lugano ha promosso un Istituto per il dialogo interreligioso – l’Istituto Re.Te.: ‘Religioni e teologia’ – sono stato fortemente attratto dalla vivacità e dalla ricchezza spirituale di queste manifestazioni, che per alcuni aspetti versi hanno anticipato alcune delle forme in cui si articola il sentire religioso contemporaneo.
Si è trattato in entrambi i casi della ricerca di strade alternative per giungere a un’esperienza vera di sé e a un’autentica relazione con il divino.
Certo: quest’esperienza e questa relazione venivano ottenute per vie diverse: dalla meditazione alla danza, dalla teosofia alle pratiche esoteriche.
E questo si verificò soprattutto sul Monte Verità.
Come si può vedere dalle testimonianze raccolte nel Museo di Casa Anatta, tuttora purtroppo ancora in fase di ristrutturazione, esso fu considerato nel corso del Novecento come un luogo privilegiato di esperienze spirituali.
Vi vissero artisti, scrittori, pensatori, uomini e donne di spettacolo: tutti interessati a esprimere in varie forme il legame fra microcosmo e macrocosmo, fra parte e tutto, fra singolo individuo e mondo.
L’esperienza del Monte Verità fu segnata inizialmente dalla presenza di Helena Petrovna Blavasky, prolifica scrittrice significativamente chiamata la ‘Contessa cosmica’.
Ma molti altri sono i personaggi significativi che vi passarono, trovando nell’ospitale Ticino non solo rifugio, ma soprattutto quella possibilità di esprimere liberamente posizioni anticonformiste che altrove era loro negata.
Ne parla dettagliatamente il libro Eranos, Monte Verità, Ascona (a cura di E. Barone, M. Riedl, A. Tischel, Edizioni ETS, Pisa 2003).
Nel 1933 iniziò invece l’avventura di Eranos: un’occasione privilegiata d’incontro, che si protrae fino ai nostri giorni, fra il pensiero occidentale e quello orientale, e fra diverse esperienze religiose considerate secondo i loro archetipi di riferimento.
I colloqui di Eranos vennero fondati da Olga Froebe-Kapteyn, furono celebrati regolarmente ogni anno, anche durante la guerra, nella sua casa sulle rive del Lago Maggiore svizzero e videro, ad esempio, la presenza costante del padre della psicologia analitica Carl Gustav Jung e di suoi vari discepoli.
Ma ospiti regolari della Froebe-Kapteyn furono anche nomi di spicco degli studi religiosi, come Gershom Scholem, Karoly Kerényi, Mircea Eliade.
Tutti si riunivano ad Ascona, consapevoli che altrove non sarebbe stato possibile vivere un’esperienza analoga.
Ecco perché a Eranos, nella terrazza che dava sul lago, i partecipanti eressero un piccolo monumento con l’iscrizione: Genio loci ignoto.
Oggi Eranos continua i suoi Colloqui, sotto la guida di Fabio Merlini e con il sostegno del Cantone e del Borgo municipale di Ascona.
E pure sul Monte Verità si susseguono varie iniziative, a testimonianza di un’intensa e produttiva attività culturale.
Si tratta di eventi che hanno un’audience sempre numerosa e partecipe: un’audience internazionale, che in molti casi viene in Ticino appositamente per partecipare a queste iniziative.
Il motivo del loro successo è dovuto a un crescente bisogno di spiritualità, che oggi è alquanto diffuso dal momento che le varie scienze non sembrano in grado di dare risposta a tutte le domande che inquietano l’essere umano.
Emerge dunque un’istanza di senso che induce al recupero di simboli, atteggiamenti ed esperienze di tipo religioso.
E dunque in questo quadro, dominato da un’esigenza di salvezza sempre più marcata, tanto la ricerca di Eranos quanto le vicende che si sono svolte sul Monte Verità, sono testimonianze emblematiche di quella necessità di approfondimento e di ricerca che caratterizza nel profondo l’essere umano.
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