Di Cristina Biolcati
A quasi 4 km dalla superficie, esattamente sotto 3700 metri di ghiaccio, coesisterebbe un ecosistema al momento ancora indefinito. C’è qualcosa di strano, per dirla in parole semplici, in questo bacino d’acqua dolce ricoperto da un antichissimo strato di ghiaccio perenne, che nel corso degli anni è stato oggetto di studi e perforazioni da parte degli scienziati di tutto il mondo.
Le analisi di alcuni campioni d’acqua raccolti da una spedizione russa, sotto più di tre km di strato di ghiaccio, avrebbero mostrato la presenza di un batterio che non sembra appartenere a nessun gruppo già noto. Tale batterio avrebbe confermato la presenza di microrganismi solitamente presenti nell’intestino dei pesci.
Anche chiamato “Lago Preistorico”, il lago Vostok testimonierebbe la presenza di pesci e crostacei, secondo l’analisi divulgata da Scott Rogers sul magazine “Plos One”. Una scoperta che, se dovesse trovare ulteriori riscontri, potrebbe portare alla luce specie che si ritenevano estinte. L’unica perplessità che si presenta agli studiosi, è rappresentata dalla possibilità che i campioni analizzati possano essere stati involontariamente contaminati.
I ricercatori hanno definito prematuro quell’annuncio, considerando la presenza degli agenti contaminanti. Ma i russi facenti parte della spedizione sono certi di avere trovato un nuovo microbo non classificato. David Pierce, del British Antartic Survey di Cambridge afferma: “Non stupisce che abbiano trovato forme viventi, gli organismi fanno di tutto per sopravvivere in qualsiasi condizione, anche in quelle più estreme. Sarebbe più interessante capire come appaiono le forme di vita del lago Vostok e quanto differenti esse siano da qualsiasi altra sulla Terra”.
Il livello del mare era più alto e probabilmente il lago Vostok era collegato con l’oceano meridionale. Forse era addirittura una baia di acqua salmastra. Solo con la copertura del ghiaccio la baia da salmastra è diventata dolce e si è chiusa a diventare un lago, con gli organismi viventi che si sono adattati a quella vita estrema. Questo tuttavia non giustificherebbe come possa esserci ancor oggi la vita.
Una spiegazione viene dal fatto che il bacino si trovi su un importante confine geologico attivo. L’attività geologica in atto può apportare forme di energia sufficienti alle comunità per sopravvivere. Ci sarà ancora molto da studiare e da capire. Viene da sé che se c’è vita là sotto, allora la probabilità che forme viventi si trovino su pianeti ricoperti di ghiaccio, come le lune di Giove e Marte, ma con mari relativamente caldi sotto di essi, aumentano notevolmente.
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