Di Salvatore Santoru
Nel 1927 l'esoterista e pensatore tradizionalista francese René Guénon diede alle stampe "Il Re del Mondo", che risultò una tra le sue opere più conosciute e apprezzate(1).
Per tale libro, Guenon prese spunto da "Bestie, uomini e dèi"(2) di Ferdinand Ossendowski, un libro pubblicato nel 1924 in cui lo scrittore sosteneva di essere venuto a contatto con un misterioso centro iniziatico durante un viaggio in Asia, e il capo supremo di tale centro era noto come il "Re Del Mondo"(3).
Ossendowski, ingegnere e ministro delle finanze sotto il governo dell'ammiraglio Kolchak, aveva combattuto contro l'esercito bolscevico nella Divisione asiatica di cavalleria del barone Roman Fiodorovic von Ungern-Sternberg, e nell'ultimo rapporto ai suoi ufficiali dell'agosto del 1921, li aveva informati che invece di dirigersi verso Est intendeva proseguire verso il Tibet per raggiungere una fortezza spirituale dove riteneva che si manteneva viva la fiaccola della liberazione del mondo dalle forze del male, una cui incarnazione Ossendowski vedeva nella rivoluzione bolscevica(4).
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In "Il Re del Mondo" Guenon cita diversi miti e dottrine incentrati sull'esistenza di "centri spirituali universali", a partire da Agarthi o Agartha, citando "Mission de l'Inde", l'opera del 1910 di Saint-Yves d'Alveydre in cui si parla della misteriosa civiltà sotteranea e del Re Del Mondo(5).
Per aprire un piccolo excursus, è opportuno sottolineare che il mito di Agarthi è stato di primaria impartanza nella letteratura esoterica occidentale di fine Ottocento e inizio Novecento, ed esso va a ricollegarsi nella credenza di Shambala(6), importante elemento del buddhismo tibetano.
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Tornando all'opera di Guenon, molto interessante risulta il suo mettere in relazione il mito di Agarthi con quello di altri "centri spirituali universali" presenti nelle tradizioni orientali, come Paradˆsha o occidentali come Tula messicana e atlantidea, e Thule greca e iperborea(7).
Inoltre, Guenon mette anche in relazione la funzione di "Re Del Mondo" con quella di Melki-Tsedeq, che secondo l'autore svolge la stessa funzione del primo in ambito giudeo-cristiano.
Lo scrittore francese cita, a pagina 14, un passo della Bibbia in cui si parla dello stesso Melki-Tsedeq:
«E "Melki-Tsedeq", re di "Salem", fece portare del pane e del vino; egli era sacerdote dell'Altissimo ("El Elion"): E benedisse Abramo (8), dicendo: Benedetto sia Abramo dall'Altissimo, signore dei Cieli e della Terra; e benedetto sia l'Altissimo, che ha messo i tuoi nemici nelle tue mani. E Abramo gli diede le decime di tutto ciò che aveva preso».
Guenon scrive anche che "Melki-Tsedeq è dunque re e sacerdote insieme; il suo nome significa «re di Giustizia», e nello stesso tempo è re di "Salem", cioè della «Pace»; ritroviamo dunque qui, innanzitutto, la «Giustizia» e la «Pace», cioè proprio i due attributi fondamentali del Re del Mondo"(9), e che Salem "contrariamente all'opinione comune, in realtà non ha mai designato una città , ma che, se la si prende quale nome simbolico della residenza di "Melki-Tsedeq", può essere considerata come un equivalente del termine Agarttha"(10).
Indubbiamente,l'opera di Guenon risulta assai interessante e fondamentale per chi vuole occuparsi della tematica relativa ad Agarthi e alla presunta esistenza di "centri spirituali universali"(simbolici o meno), di cui parlano diverse tradizioni orientali e occidentali.
NOTE:
(1)https://it.wikipedia.org/wiki/Il Re del Mondo
(2)http://www.ibs.it/code/9788827208069/ossendowski-ferdinand-a-/bestie-uomini-dei.html
(3)René Guénon-Il Re Del Mondo, pg 2
(4)Giorgio Galli-Hitler e il Nazismo Magico, pg 31-32
(5)Idem (3)
(6)https://it.wikipedia.org/wiki/Shambhala
(7)René Guénon-Il Re Del Mondo, pg 23
(8)René Guénon-Il Re Del Mondo, pg 14
(9)Idem
(10)Idem
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