L'utilizzo e la funzione del mito nei mass media
Di Mircea Eliade *
Recenti ricerche hanno messo in luce le strutture mitiche
delle immagini e dei comportamenti imposti alle
collettività dalla via dei mass-media. Si constata questo
fenomeno soprattutto negli Stati Uniti.
I personaggi dei
comic strips (i fumetti) presentano la versione moderna
degli eroi mitologici o folkloristici. Essi incarnano a tal
punto l'ideale di una gran parte della società che gli
eventuali ritocchi portati alla loro condotta o, peggio
ancora, la loro morte, provocano vere crisi nei lettori;
questi reagiscono violentemente e protestano inviando
telegrammi a migliaia agli autori dei comic strips e ai
direttori dei giornali. Un fantastico personaggio, Superman,
è diventato estremamente popolare grazie soprattutto
alla sua doppia identità: disceso da un pianeta
scomparso in seguito a una catastrofe, e dotato di poteri
prodigiosi, Superman vive sulla Terra sotto le modeste
apparenze di un giornalista, Clark Kent; si mostra timido,
impacciato, dominato dalla sua collega, Lois Lane. Questo
travestimento umiliante di un eroe, i cui poteri sono
letteralmente illimitati, riprende un tema mitico ben noto.
In ultima analisi, il mito di Superman soddisfa le nostalgie
segrete dell'uomo moderno che, sapendosi decaduto
e limitato, sogna di rivelarsi un giorno un « personaggio
eccezionale », un Eroe.
Il romanzo poliziesco si presterebbe ad analoghe considerazioni;
da una parte, si assiste alla lotta esemplare
tra il Bene e il Male, tra l'Eroe ( = il detective) e il criminale
(incarnazione moderna del Demonio); dall'altra,
per un processo inconscio di proiezione e d'identifìca-zione, il lettore partecipa al mistero e al dramma, ha la
sensazione di essere personalmente impegnato in un'azione
paradigmatica, cioè pericolosa ed « eroica ».
È stata anche dimostrata la mitizzazione delle personalità
per mezzo dei mass-media, la loro trasformazione
in immagine esemplare. « Lloyd Warner ci racconta, nella
prima parte del suo libro The Living and the Dead,
la creazione di un personaggio di questo tipo. Biggy Muldoon,
un uomo politico della Yankee City, era diventato
un eroe nazionale per la sua opposizione caratteristica
e pittoresca all'aristocrazia di Hill Street, per mezzo
della stampa e della radio, che gli fabbricarono il ritratto
popolare del semidio. Lo si mostrava come un crociato
del popolo lanciato all'assalto della ricchezza. Poi, essendosi
il pubblico stancato di questa immagine, i massmedia
trasformarono completamente Biggy in furfante, in
un uomo politico corrotto che sfruttava a proprio vantaggio
la miseria pubblica. Warner dimostra che il vero
Biggy differiva considerevolmente da ambedue le immagini,
ma il fatto notevole è che fu costretto a modificare
il suo comportamento per adeguarsi a un'immagine o per
scacciare l'altra » ?.
Si scoprirebbero comportamenti mitici nell'ossessione
del « successo » così tipico nella società moderna, che
traduce il desiderio oscuro di trascendere i limiti della
condizione umana; nell'esodo verso la « campagna intorno
alla città », in cui si può intravvedere la nostalgia della
« perfezione primordiale »; nell'impeto affettivo verso ciò
che è stato chiamato il « culto della macchina sacra ».
Come sottolinea Andrew Greeley, « basta visitare, il
salone annuale dell'automobile, per riconoscervi una manifestazione
religiosa profondamente ritualizzata. I colori, le luci, la musica, la riverenza degli adoratori, la presenza
delle sacerdotesse del tempio (le indossatrici), la
pompa e il lusso, il dispendio di denaro, la folla compatta
— tutto ciò in un'altra cultura costituirebbe una
funzione autenticamente liturgica... Il culto della sacra
macchina ha i suoi fedeli e i suoi iniziati. Lo gnostico
non attendeva con più impazienza la rivelazione dell'oracolo,
di quanta non ne abbia l'adoratore dell'automobile
riguardo alle prime indiscrezioni sui nuovi modelli. A
questo momento del ciclo stagionale dell'anno, i pontefici
del culto — i venditori di auto — assumono una
nuova importanza, mentre una folla ansiosa attende impazientemente
l'arrivo di una nuova forma di salvezza ».
* Mircea Eliade-Mito e Realtà pg 219-221
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