L'eugenetica nazista e le sue origini negli USA, in Svizzera e Nord Europa
Di Andrea D’Onofrio *
Con la legge del luglio ’33 la Germania s’inseriva tuttavia in un
trend più ampio e generale di affermazione della legislazione eugenica
in quegli anni in vari paesi occidentali, con sistemi di governo
democratici o liberali, a partire dagli Stati Uniti, che svolsero un
ruolo pionieristico in tale campo.
Una prima legge di divieto del
matrimonio a scopo eugenetico per epilettici, imbecilli e ritardati
mentali, era stata varata nel Connecticut già nel 1896. Un anno dopo,
nel 1897, venne presentata nel Michigan la prima proposta parlamentare,
bocciata per pochi voti, sulla sterilizzazione forzata a scopo
eugenetico di “criminali abituali” recidivi, nonché di internati
per epilessia o per “alienazione mentale”. Nel 1907 fu lo stato dell’Indiana
a varare la prima legge eugenetica sulla sterilizzazione forzata
di particolari categorie di persone ritenute “degenerate” (idioti,
imbecilli, rapitori recidivi, criminali). Questo tipo di legislazione,
che colpiva innanzi tutto soggetti reclusi negli istituti psichiatrici o
nelle carceri o anche ospiti di ospizi per i poveri, si diffuse ben presto
in altri stati della Federazione americana, come nella California,
nel 1909, che si distinse da quel momento in poi come stato degli
USA con la quota più alta di sterilizzazioni. Nel 1913 fu lo stesso
presidente Theodore Roosevelt a dare il suo appoggio a quelle misure
di eugenetica negativa che potevano impedire la diffusione di
soggetti “di valore inferiore” e in quello stesso anno veniva eletto
presidente Woodrow Wilson, che aveva firmato nel 1911, in qualità
di governatore, la legge sulla sterilizzazione nel New Jersey.
Nel 1917 la legislazione eugenetica sulla sterilizzazione era già
diffusa in quindici stati degli USA e nel corso dei successivi quindici
anni il numero sarebbe dovuto raddoppiare. Dopo la guerra, nel
1924, con l’approvazione dell’ Immigration Restriction Act, gli Stati
Uniti introdussero rigide leggi antiimmigratorie, ispirate a principi
di noti teorici razzisti e di eugenetica come Laughlin e Grant: limitando
l’ulteriore “invasione” di gruppi a “bassa qualità razziale”, come
“italiani, polacchi, ebrei, cinesi”, gli USA avrebbero dovuto impedire
il proprio “suicidio razziale”. Nel 1927 la Corte suprema degli
Stati Uniti dichiarò lecito, nel caso Buck vs. Bell in Virginia, il ricorso
alla sterilizzazione forzata per persone “degenerate”. Nel 1932
degli allora 48 stati della Federazione americana ben 41 avevano leggi
per il divieto di matrimonio a scopo eugenetico e 28 avevano introdotto
una legislazione sulla sterilizzazione forzata; in quegli stessi
anni la legislazione eugenetica era stata varata anche da alcuni parlamenti
locali del Canada e del Messico.
In Europa, invece, le prime sterilizzazioni forzate furono avviate
in cliniche psichiatriche della Svizzera già intorno al 1892, in
particolare a Burghölzli, nella clinica universitaria di psichiatria di Zurigo, sotto la direzione prima di Auguste Forel e poi di Eugen
Bleuler, presso il quale aveva lavorato come assistente, a partire dal
1899, Ernst Rüdin. Fu proprio la Svizzera, nel cantone di Vaud, nel
1928, la prima a varare in Europa un disciplinamento legislativo
sulla sterilizazione eugenetica. Successivamente tra la fine degli
anni Venti e la prima metà degli anni Trenta la legislazione sulla
sterilizzazione forzata si diffuse in particolare nei paesi dell’Europa
protestante, dove non era presente una certa resistenza degli ambienti
cattolici all’introduzione di misure di eugenetica negativa,
che si rafforzò ulteriormente nel 1930 in seguito all’enciclica Casti
connubii, con la quale Pio XI, nell’opporsi ad ogni intervento statale
antinatalista, condannava esplicitamente il ricorso alla sterilizzazione.
In questi anni dunque la legislazione eugenetica fu introdotta
in primo luogo in tutti i paesi dell’area scandinava, a partire
dalla Danimarca, nel 1929, in Norvegia e Svezia, nel 1934, in Finlandia,
nel 1935, e successivamente in nazioni come la Lettonia, nel
1937, e l’Islanda nel 1938.
Come si può dunque evincere da questo rapido accenno alla situazione
internazionale, l’introduzione della legge sulla sterilizzazione
in Germania nel luglio ’33 non rappresentava in alcun modo
un fenomeno isolato. Non a caso gli igienisti razziali tedeschi favorevoli
ad un’eugenetica qualitativa lamentavano un certo ritardo
della Germania in questo campo e nel perorare la loro causa citavano non di rado il modello statunitense. Da parte loro gli eugenisti
statunitensi commentarono entusiasticamente la legge tedesca
sui loro principali organi di stampa come un modello da seguire per
gli stessi Stati Uniti.
* Andrea D’Onofrio-Razza,Sangue e Solo pg 81-84
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