E=mc2:Einstein si appropriĆ² della famosa formula scoperta dal fisico italiano Olinto De Pretto nel 1903

lug 22, 2015 0 comments


Di Simona Marchetti
 L'equazione della relativitĆ  di Einstein non sarebbe, in realtĆ , di Albert Einstein, bensƬ di un matematico autodidatta italiano, Olinto De Pretto. La sconcertante rivelazione arriva dal serissimo giornale inglese ā€œGuardianā€ che giĆ  otto anni fa aveva raccontato la genesi della celebre formula della relativitĆ  (il tempo e il movimento sono relativi alla posizione dellā€™osservatore, se la velocitĆ  della luce ĆØ costante), altrimenti conosciuta come E=mc2 (lā€™energia ĆØ uguale al prodotto della massa per il quadrato della velocitĆ  della luce) e che nell'edizione di martedƬ scorso ha riproposto la controversa questione circa la primogenitura dellā€™equazione forse piĆ¹ famosa al mondo.






Stando a quanto si racconta, il 23 novembre del 1903 l'italiano De Pretto, un industriale di Vicenza con la passione per la matematica, avrebbe pubblicato sulla rivista scientifica Atte un articolo dal titolo ā€œIpotesi dellā€™etere nella vita dellā€™Universoā€, in cui sosteneva che ā€œla materia di un corpo contiene una quantitĆ  di energia rappresentata dallā€™intera massa del corpo, che si muovesse alla medesima velocitĆ  delle singole particelleā€. Insomma, la celebre E=mc2spiegata parola per parola, anche se De Pretto non mise la formula in relazione con il concetto di relativitĆ , ma con la vita dellā€™universo.
Secondo la ricostruzione fatta dal professor Umberto Bartocci, docente di Storia della matematica allā€™UniversitĆ  di Perugia, questo difetto nellā€™impostazione di De Pretto sarebbe stato il motivo per cui inizialmente il significato dellā€™equazione non venne capito. Solo successivamente, nel 1905, lo studioso svizzero Michele Besso avrebbe avvisato Albert Einstein del lavoro svolto due anni prima da De Pretto e delle conclusioni alle quali era arrivato, che il geniale fisico e matematico avrebbe poi fatto sue, senza tuttavia attribuire alcun merito allā€™italiano.
Questa, ovviamente, ĆØ la tesi di Bartocci, alla quale il professore ha dedicato pure un libro, pubblicato nel 1999 da Andromeda: Albert Einstein e Olindo De Pretto ā€“ La vera storia della formula piĆ¹ famosa del mondo, dove viene appunto spiegata la teoria della ā€œcontaminazione einsteinianaā€ ad opera di De Pretto, morto nel 1921. Ā«De Pretto non scoprƬ la relativitĆ  ā€“ ha riconosciuto Bartocci ā€“ perĆ² non ci sono dubbi sul fatto che sia stato il primo ad usare lā€™equazione e questo ĆØ molto significativo. Sono anche convinto che Einstein usĆ² le ricerche di De Pretto, sebbene questo sia impossibile da dimostrareĀ». Nel corso degli anni ci sono poi state altre polemiche circa i contributi scientifici che avrebbero permesso ad Einstein di scoprire e rendere pubblica la rivoluzionaria formula nel 1905 e fra questi, particolarmente importanti si dice siano state le ricerche del tedesco David Hilbert.
Sembra, perĆ², impossibile porre fine alla controversia e nemmeno Edmund Robertson, professore di matematica dellā€™UniversitĆ  di St.Andrew, ĆØ riuscito nellā€™intento: Ā«Una grande parte della matematica moderna ĆØ stata creata da gente a cui nessuno ha mai dato credito, come ad esempio gli Arabi ā€“ ha raccontato Robertson al Guardian - Einstein puĆ² avere preso lā€™idea da qualcuno, ma le idee stesse arrivano da ogni parte. De Pretto merita sicuramente credito per gli studi che ha svolto e il contributo che ha dato, se queste cose si possono provare. Ma ciĆ² non toglie, comunque, che la genialitĆ  di Einstein resti indiscutibileĀ». Il dubbio persiste, le polemiche pure, la sola certezza ĆØ proprio quellā€™equazione E=mc2, di cui tutti, almeno una volta, hanno sentito parlare.

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