
Di Simona Marchetti
L'equazione della relativitĆ di Einstein non sarebbe, in realtĆ , di Albert Einstein, bensƬ di un matematico autodidatta italiano, Olinto De Pretto. La sconcertante rivelazione arriva dal serissimo giornale inglese āGuardianā che giĆ otto anni fa aveva raccontato la genesi della celebre formula della relativitĆ (il tempo e il movimento sono relativi alla posizione dellāosservatore, se la velocitĆ della luce ĆØ costante), altrimenti conosciuta come E=mc2 (lāenergia ĆØ uguale al prodotto della massa per il quadrato della velocitĆ della luce) e che nell'edizione di martedƬ scorso ha riproposto la controversa questione circa la primogenitura dellāequazione forse piĆ¹ famosa al mondo.
Stando a quanto si racconta, il 23 novembre del 1903 l'italiano De Pretto, un industriale di Vicenza con la passione per la matematica, avrebbe pubblicato sulla rivista scientifica Atte un articolo dal titolo āIpotesi dellāetere nella vita dellāUniversoā, in cui sosteneva che āla materia di un corpo contiene una quantitĆ di energia rappresentata dallāintera massa del corpo, che si muovesse alla medesima velocitĆ delle singole particelleā. Insomma, la celebre E=mc2spiegata parola per parola, anche se De Pretto non mise la formula in relazione con il concetto di relativitĆ , ma con la vita dellāuniverso.
Secondo la ricostruzione fatta dal professor Umberto Bartocci, docente di Storia della matematica allāUniversitĆ di Perugia, questo difetto nellāimpostazione di De Pretto sarebbe stato il motivo per cui inizialmente il significato dellāequazione non venne capito. Solo successivamente, nel 1905, lo studioso svizzero Michele Besso avrebbe avvisato Albert Einstein del lavoro svolto due anni prima da De Pretto e delle conclusioni alle quali era arrivato, che il geniale fisico e matematico avrebbe poi fatto sue, senza tuttavia attribuire alcun merito allāitaliano.
Questa, ovviamente, ĆØ la tesi di Bartocci, alla quale il professore ha dedicato pure un libro, pubblicato nel 1999 da Andromeda: Albert Einstein e Olindo De Pretto ā La vera storia della formula piĆ¹ famosa del mondo, dove viene appunto spiegata la teoria della ācontaminazione einsteinianaā ad opera di De Pretto, morto nel 1921. Ā«De Pretto non scoprƬ la relativitĆ ā ha riconosciuto Bartocci ā perĆ² non ci sono dubbi sul fatto che sia stato il primo ad usare lāequazione e questo ĆØ molto significativo. Sono anche convinto che Einstein usĆ² le ricerche di De Pretto, sebbene questo sia impossibile da dimostrareĀ». Nel corso degli anni ci sono poi state altre polemiche circa i contributi scientifici che avrebbero permesso ad Einstein di scoprire e rendere pubblica la rivoluzionaria formula nel 1905 e fra questi, particolarmente importanti si dice siano state le ricerche del tedesco David Hilbert.
Sembra, perĆ², impossibile porre fine alla controversia e nemmeno Edmund Robertson, professore di matematica dellāUniversitĆ di St.Andrew, ĆØ riuscito nellāintento: Ā«Una grande parte della matematica moderna ĆØ stata creata da gente a cui nessuno ha mai dato credito, come ad esempio gli Arabi ā ha raccontato Robertson al Guardian - Einstein puĆ² avere preso lāidea da qualcuno, ma le idee stesse arrivano da ogni parte. De Pretto merita sicuramente credito per gli studi che ha svolto e il contributo che ha dato, se queste cose si possono provare. Ma ciĆ² non toglie, comunque, che la genialitĆ di Einstein resti indiscutibileĀ». Il dubbio persiste, le polemiche pure, la sola certezza ĆØ proprio quellāequazione E=mc2, di cui tutti, almeno una volta, hanno sentito parlare.
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