Disorientata, spaesata e spaventata. Sono tre dei tanti aggettivi che descrivono lo stato d’animo della comunità di Syriza, movimento che ha portato Tsipras al Governo della Grecia all’indomani dell’accordo tra il premier e l’Eurogruppo su cui incombono le incognite del Parlamento di Atene. L’impressione dell’intera vicenda greca somiglia ad un labirinto per Syriza da cui sembra non riuscire più ad uscire.
“È un momento assai traumatico per tutti. C’è chi ha pianto, perchè ci aspettavamo altre cose. Quello che ha detto in Parlamento Tsipras venerdì scorso, era sì un boccone molto amaro, ma lo avrei accettato come compromesso per andare avanti. L’intesa raggiunta lunedì mattina con l’Europa, però, è molto più pesante”. Tonia Tsitsovits, membro del comitato centrale del partito Syriza, ne parla con Quotidiano nazionale. Si tratta di un accordo “molto più pesante di qualsiasi cosa si potesse immaginare, perché contiene anche aspetti umilianti, come il passaggio in Parlamento per offrire la prova della tua credibilità”.
Alla domanda se nuove elezioni siano possibili, Tsitsovits replica: “è possibile, ma non nell’immediato. Non è una scelta semplice, tantomeno scontata: l’attuale governo, in questo momento delicatissimo, può garantire un minimo di stabilità. Non mi sembra che l’opposizione scalpiti dalla voglia di prendersi la patata bollente. Di sicuro, con ogni probabilità già dopo il voto del Parlamento, si arriverà a un rimpasto. Questo sì”.
Dal labirinto di Syriza al laboratorio Europa
Per l’ex premier Monti l'”‘Europa è stata negli ultimi giorni un laboratorio. Sotto la pressione di decisioni così gravi e urgenti, sono divenute di colpo evidenti profonde mutazioni che incubavano da tempo nell’atteggiamento di popoli, nel posizionamento di Paesi, nella strategia di governi, nella credibilità di leader”. Monti afferma: “voltare pagina, le unioni fiscale e bancaria non sono più rinviabili”. Il senatore sull’accordo dice: “certo che è durissimo per i greci. Tsipras deve rimangiarsi le misure che ha preso in contrasto con il memorandum, a meno di non trovare voci compensative. Si salvano i soli interventi umanitari”.
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