Di Andrea Riva
Sono parole dure quelle che la consigliera democratica Daniela Tiburzi rivolge all'organizzazione del Gay Pride di Roma: "Per quel che mi riguarda, rivendico con forza il diritto-dovere dei laici di esprimere il proprio sostegno davanti a manifestazioni per il matrimonio e la famiglia.
E la mia parola, come pure tutti gli interventi, non ha mai avuto intento polemico o distruttivo e non nasce mai da alcun genere di risentimento. Sono pronta ad intervenire nel dibattito pubblico, laddove si dialoga sulle grandi questioni su cui la Città di Roma si trova a decidere per il futuro della società.
L'obiettivo è quello di realizzare una leale collaborazione nel profondo rispetto della laicità delle istituzioni. Quella sana laicità che sta a cuore ai cattolici, ma non può essere confusa con quel laicismo che vorrebbe fare della religione un fatto esclusivamente privato. Uno Stato e una Città sono realmente laici quando sono in grado, e lo dimostrano nei fatti con comportamenti concreti, di rispettare le convinzioni dei loro cittadini. Lo dico proprio avendo come obiettivo la salvaguardia dei diritti. Stiamo parlando, infatti, e voglio augurarmelo, dei diritti di tutti e, quindi, anche quelli dei cattolici e di quanti hanno opinioni diverse".
Alle parole della consigliera Pd ha risposto Imma Battaglia di Sel: "Chiedo ufficialmente le dimissioni della consigliera Tiburzi del Pd da presidente della Commissione delle Elette perché non è degna di presiederla, vada a rappresentare la Chiesa cattolica e a dire il rosario perché non può stare qua dentro. È indegna di rappresentare le donne con un sindaco che sta combattendo per i diritti civili e sabato era in prima fila al Pride insieme alla sua Giunta e io ero con la mia nipotina sulle spalle. Non può dire frasi come 'mancanza di rispetto e volgarità'. Chi pensa che il segno croce lo liberi dai peccati guardi prima all'interno del suo partito".
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