Di Paolo Franceschetti
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1. Premessa.
Scrivo questo articolo per precisare alcuni concetti, a seguito delle polemiche che su alcuni siti o sulla mia pagina facebook hanno suscitato alcuni miei articoli, che sono stati in gran parte mal compresi.
Le sciocchezze che leggo ogni tanto sono le seguenti (le cito in ordine di grandezza della stronzata):
- Io, nei miei articoli, sosterrei che la massoneria detiene la verità su Cristo e che un giorno essa la rivelerà al mondo, svelando il vero messaggio di Cristo.
- La massoneria vuole il NWO, quindi il NWO è satanico; siccome poi io aderisco ad un’organizzazione buddhista che appoggia l’ONU e il NWO, non solo sono satanisti tutti i seguaci di questa organizzazione, ma ovviamente lo sono anche io.
- Nel concetto di NWO rientra anche l’idea di una religione unica universale; inevitabilmente, per qualcuno, religione unica universale significa religione satanica
Allora facciamo un po’ di chiarezza non solo sul “reale messaggio di Cristo” ma anche sui rapporti tra NWO e massoneria, tra New Age, NWO, massoneria e cristianesimo, premettendo fin da subito i risultati cui perverremo in questo articolo:
- Il vero messaggio di Cristo è stato già divulgato da secoli, ed esso è ben presente non solo a molti cristiani o cattolici (non alla maggioranza purtroppo) ma anche alla massoneria; ma è un messaggio che è ben conosciuto da sempre e che anche oggi è sotto gli occhi di tutti.
- Il NWO non è perseguito solo dalla massoneria, ma anche dalla Chiesa cattolica e dalle principali confessioni cristiane; in questo quindi l’organizzazione cui aderisco non differisce in nulla dalla Chiesa cattolica, dalla massoneria, o anche solo da tutti quegli atei che appoggiano partiti che poi, in ultima analisi, vogliono lo sfascio dell’Italia e dell’Europa.
- Per religione unica universale non deve necessariamente intendersi una religione “satanica” ma anche cristiana, nel senso che andrò a spiegare.
2. Il messaggio cristiano, induista, buddhista e musulmano.
2.1. Il vero messaggio di Cristo.
Chiariamo subito due punti.
Non ho mai detto che il vero messaggio di Cristo verrà rivelato dalla massoneria, ma casomai che la massoneria ne detiene il segreto; il punto però è che questo segreto è detenuto anche dalla Chiesa cattolica e dalle altre confessioni cristiane.
L’altro punto è che tale messaggio non ha bisogno di essere rivelato, perché è già sotto gli occhi di tutti da secoli, lo è da quando Cristo in Palestina ha diffuso il suo messaggio, ed è un messaggio che è sempre stato chiaro e sotto gli occhi di tutti.
Per comprenderlo non c’è bisogno di complicate esegesi bibliche, di ascoltare interminabili discorsi o leggere lunghe encicliche, ma è sufficiente prendere uno qualsiasi dei Vangeli, anche apocrifi o gnostici, per leggere quello che, come disse espressamente Cristo, era un “comandamento nuovo”: “amatevi gli uni gli altri, come io ho amato voi” e “ama il prossimo tuo come te stesso”.
Il suo messaggio è l’amore quindi. Un amore che sarà tanto new age, come dicono alcuni miei contatti facebook o i detrattori di tutto ciò che non è etichettabile entro una religione organizzata, ma che, come contenuto, è un messaggio molto chiaro: amore per se stessi, prima di tutto; e poi amore per gli altri, per il diverso, anche, paradossalmente, per il delinquente o per il proprio nemico (ama il tuo nemico, benedite coloro che vi maledicono; Mt, 44).
Che l’amore non sia un concetto new age, lo dimostra a tacer d’altro il fatto che la prima enciclica di Benedetto XVI si intitolasse proprio “Dio è amore”; l’enciclica comincia con “Dio è amore, chi sta nell’amore dimora in Dio e Dio dimora in lui” (1 Gv 4,16)
Tale messaggio è identico al messaggio di fondo e agli insegnamenti dell’induismo e del buddhismo.
Il messaggio centrale del buddhismo è la pace e la compassione per tutti gli esseri viventi, animali e piante comprese.
Ma anche il messaggio centrale dell’induismo è identico. La Bhagavad Gita dice che l’uomo deve ispirarsi a saggezza, amore, comprensione, gentilezza, tolleranza. Tra l’altro un parallelo tra la religione cristiana e quella induista porterebbe facilmente a concludere per la quasi uguaglianza delle due religioni; anche l’induismo infatti contempla un Dio che fa scendere sulla terra i suoi figli (BG, 4, 7-8) e Krishna (il cui nome ha una curiosa assonanza con Cristo) è il figlio di Dio, con la differenza che qui è chiamato Visnu.
Il discorso si complica un po’ per la religione ebraica e musulmana, perché i principali testi di riferimento di questa religione si prestano ad interpretazioni contraddittorie; il Corano unisce sure in cui si parla dell’amore di Allah per tutti e della compassione per tutti gli esseri, a sure in cui sembra incitare alla violenza, inesistenti in testi induisti e buddhisti, o nel Vangelo; a ben guardare, però, incita sempre alla lotta come “difesa” e non come “offesa” (lo stesso concetto di “guerra santa” è identico a quello della “guerra giusta” di matrice cristiana occidentale).
In realtà l’Islam ha una tradizione di tolleranza e di pace superiore a quella di altre religioni (i regni arabi dell’Europa erano tra i più tolleranti in assoluto con le altre confessioni), ben riassunta nella sura 5,48: “A ognuno di voi abbiamo assegnato un rito e una via, ma se Dio avesse voluto avrebbe fatto di noi un’unica comunità e se non l’ha fatto è per mettervi alla prova in quel che vi ha donato. Fate a casa nelle cose buone, tutti ritornerete a Dio ed egli vi informerà su ciò di cui discordate”.
Se poi ogni tanto qualche arabo in nome di Allah uccide un occidentale (come nel recente fatto di Londra), ammesso e non concesso che non si tratti di un false flag, questo non è diverso dal serial killer che in nome di Cristo sgozza le prostitute, o dall’occidentale che va a portare la democrazia altrove a suon di cannoni.
Anche l’Antico Testamento si presta a interpretazioni contrastanti mischiando espressioni di amore (“la tua bontà è grande fino ai cieli”, Sal. 57,11) ad espressioni di odio (“un Dio geloso e vendicatore è il Signore, pieno di sdegno; il signore si vendica degli avversari…”, Naum, 1, 2).
Tralasciamo quindi il discorso dell’ebraismo per concentrarci sulle altre religioni, anche se, per capire come tutto sia relativo, sarebbe sufficiente leggere i libri sulla Cabala di Yehuda Berg, per capire come tutto dipenda, in ultima analisi, dell’interpretazione dell’uomo e non ci vuole molto a capire che larghi settori dell’ebraismo praticano una religione di amore con concetti identici.
2.2. La meta finale, per il cristiano, per il buddhista, per l’induista e per l’islamico.
Le varie religioni non sono altro che strade diverse per raggiungere un’unica vetta: il ricongiungimento con Dio.
Per i cristiani, e secondo quello che è il messaggio di Cristo (anche questo non equivocabile, essendo presente nel Vangelo), per unirsi a Dio occorre imitare Cristo, in tal modo ricongiungendosi al Padre. Trovare Dio è fare la volontà di Dio ed essere in unione con Dio.
Lo stesso discorso vale per l’induismo ove, nella Bhagavad Gita, Brahma dice: “Colui che, colmo di fede e amore, diviene completamente assorto in me, io lo considero più di ogni altri in sintonia con il mio pensiero che conduce alla perfezione” (6,47).
Per il buddhismo il discorso è un po’ più complicato perché nel buddhismo tradizionale, hinayana e theravada, non si parla mai di Dio. A tal proposito però credo che il concetto di Dio del buddhista possa essere ben riassunto nella parabola ove un monaco chiede a Buddha “perché non parli mai di Dio?”; e lui rispose “sono troppo impegnato a viverlo”.
In un altro racconto sulla vita di Buddha, tre uomini andarono da Buddha chiedendogli se esisteva Dio. Certo che esiste, rispose Buddha al primo, che se ne andò contento. No, non esiste, rispose al secondo. Al terzo non rispose nulla, al ché l’uomo si sedette accanto a lui e rimase in silenzio con lui per ore; a un certo punto si alzò e disse “grazie”. Un monaco chiese allora “ma perché hai dato tre risposte diverse?”; e Buddha rispose “perché i primi due volevano sentirsi dire quello che ho detto, non avrebbero percepito una risposta diversa, e la loro comprensione del problema di Dio sarebbe stata solo intellettuale; il terzo invece voleva percepire Dio, e io gliel’ho fatto sentire”.
In altre tradizioni buddhiste ci si avvicina leggermente di più a quello che è il concetto di Dio occidentale; in particolare nel Sutra del Loto che al capitolo 16 dice: “Io sono il padre di questo mondo. Io non mi estinguo. La lunghezza della vita è senza misura ed esisto da sempre”, affermando il concetto che il Buddha compare in epoche diverse, e presso popoli diversi, sempre adeguando i suoi costumi e il suo insegnamento al tempo e al luogo in cui compare.
Nell’Islam il fedele deve cercare l’unione con Dio; la stessa parola Islam viene tradotta con un termine simile allo Yoga, unione con Dio. E Dio ha rivelato la verità del monoteismo per bocca di Abramo, i dieci comandamenti tramite Mosè, e la regola dell’amare gli altri come noi stessi per bocca di Gesù (Smith, pag. 308).
In tutto questo è facile vedere che la New Age, sia pure con le dovute distinzioni, in genere tende a introdurre il concetto di amore universale. E a me sfugge tuttora in cosa alcuni “cristiani” vedano questo come una cosa negativa.
2.3. Gli strumenti per l’unione con Dio nelle varie religioni: preghiera, meditazione, mantra.
Apparentemente le tre religioni, identiche nel messaggio di fondo, sono diverse nello strumento con cui l’uomo può raggiungere l’unione con Dio.
L’induismo infatti usa lo yoga (che non a caso significa unione, e precisamente unione con Dio) e/o i mantra.
Il cristiano usa la preghiera, come l’islamico.
Il buddhista usa la meditazione.
Anche qui la differenza tra le tre religioni è solo apparente.
Intanto anche nella tradizione cristiana esistono “esercizi spirituali” come quelli di Ignazio di Loyola, o quelli che praticava Teresa D’Avila, che sono nient’altro che forme di meditazione. Inoltre alcune preghiere sono anche, in realtà, dei veri e propri mantra, specie quelli recitati in latino e in greco (ad esempio il Kyrie eleison). Alcune preghiere quindi sono sia modi di rivolgersi a Dio, sia allo stesso tempo dei mantra.
I mantra induisti e/o buddhisti sono anche, quasi sempre, preghiere con un significato specifico. Nam Myoho Renge Kyo, ad esempio, significa “mi uniformo al ritmo dell’universo”; mentre il famosissimo Om Namah Shivaya significa “mi affido a te, o Dio”; il famoso OM è il suono primordiale da cui l’universo ha tratto la vita, il suono della creazione (che ricorda la parte della Genesi che dice “in principio era il verbo, e il verbo era Dio e il verbo era presso Dio); il mantra Hare Krishna significa “sia lode a Krishna”, e così via.
Il karma yoga induista, invece, che mira a trovare l’unione con Dio nelle piccole attività quotidiane e nel lavoro, ha molti punti in contatto con la meditazione zen e la tecnica della presenza mentale, ma guardando la cosa con lenti meno miopi del normale, si vedrà come queste tecniche hanno molto in comune con il concetto del lavoro come mezzo per servire Dio che è proprio di Escrivà de Belaguer.
Il Corano altro non è che la somma di regole per mettere in pratica gli insegnamenti di Abramo, Mosè e Gesù, tramite i cosiddetti 5 pilastri, che consistono in: preghiera, pellegrinaggio, professione di fede, carità, e osservanza del Ramadan.
Il problema delle religioni non è il messaggio ma il messaggero; e non è la tecnica, ma il fine verso cui la tecnica viene diretta.
Il samurai che aderisce al buddhismo zen non ha capito nulla del buddhismo e utilizza un mezzo nato per un fine, per scopi completamente diversi; stesso discorso vale per chi aderisce all’Opus Dei per fini di potere, e per tutti quei cattolici che in nome di Cristo appoggiano guerre, fomentano odi, divisioni e intolleranza.
Scopo di tutte le religioni è trovare la strada che conduce a Dio e permettere l’unione dell’uomo con il divino; le strade poi sono anche simili nei loro approcci. Purtroppo ciò che varia è l’interpretazione che l’uomo ha dato a questa “unione” e a queste “strade”, che vengono utilizzate come mezzo di divisione anziché di unione, perseguendo in questo modo un fine completamente opposto rispetto all’idea di chi le ha create, e dimenticandosi che Dio, qualunque sia il concetto che si abbia di lui, è il creatore anche del nostro nemico, e che noi siamo una goccia d’acqua nell’oceano rispetto all’immensità della creazione, e che ergerci ad arbitri del giusto e dell’ingiusto, di ciò che è satanico e di ciò che è divino, arrivando al punto di uccidere chi la pensa diversamente da noi, e di scatenare una guerra o una campagna di odio sol perché un “islamico” ha tagliato la testa a un militare, significa – questo sì – elevarci a Dio ed avere la presunzione di sapere cosa è giusto e cosa non è giusto.
Il discorso relativo all’unità delle religioni era invece ben presente a Templari e Rosacroce, che infatti avevano molti contatti e scambi culturali e di altro tipo con i Sufi.
E non a caso secondo alcuni ricercatori i Rosacroce (quelli veri, bianchi, e cristiani in senso autentico) oggi si sono sciolti e si sono trasferiti in Oriente; perché per il vero rosacroce, come per il vero sufi, come per il vero yogi, non c’è differenza di fine tra religione e religione.
Solo per fare alcuni esempi:
Paramahansa Yogananada era uno yogi indiano, ma ha scritto diversi libri sul cristianesimo, e in particolare un commentario al Vangelo in quattro volumi; mentre il suo allievo Swami Kriyananda ha scritto “La rivelazione del Cristo” dove commenta i vari passi del Vangelo;
Gabriele Mandel era un sufi, e ha scritto libri su Buddha, sull’Islam, sul sufismo e sull’induismo, per toccare anche temi di ebraismo.
Massimo Scaligero ha scritto “Dallo Yoga alla Rosacroce” che ben riassume già nel titolo il pensiero e la visione di un rosacroce occidentale.
René Guénon, massone che veniva dalla tradizione occidentale, si convertì all’islamismo.
Rudolf Steiner, il fondatore dell’antroposofia, rosacroce e quindi mistico cristiano, scrisse “Da Gesù a Cristo”, ma anche “Buddha”, dove affermava che il Buddha fosse il precursore del Cristo.
In altre parole, i più grandi pensatori e mistici di tutti i tempi hanno trasceso il problema della singola religione, per fare un discorso unitario, vestendo di volta in volta i panni del cattolico, dell’induista o del buddhista, solo pro forma e per accontentare l’esigenza di etichetta che è propria delle persone meno evolute.
Ricordo un po’ di anni fa a tal proposito un discorso di Carpeoro che all’epoca non capii, e che comprenderò anni più tardi; parlando di Yogananda, che era un rosacroce, mi disse che anche Giovanni XXIII era un rosacroce, e al mio stupore mi disse: “Di che ti stupisci? A quei livelli di conoscenza spirituale e di elevazione dello spirito, la differenza tra musulmano, induista, cristiano, svanisce. Se esiste una verità, quella verità è unica e vale per tutti, e se esiste un Dio è il Dio di tutti, e per le persone più elevate queste differenze non esistono; ecco perché Templari e musulmani convivevano pacificamente”.
3. NWO, New Age e religione unica mondiale.
Il messaggio di fondo di tutte le religioni, quindi, è identico: l’amore.
Da questo punto di vista allora, l’idea di una religione unica mondiale non è un male in sé. Perché religione unica mondiale non significa una religione che adori un Dio unico, con regole uguali per tutti, ove chi dissenta viene punito o, peggio, una religione ove tutto è permesso compreso l’omicidio. Significa invece un mondo dove regni l’amore e la concordia, e si permetta a tutti di professare la religione che crede, con gli strumenti che crede e che meglio si adattano ai suoi usi e costumi, ove però ci sia accordo sui fondamenti che uniscono tutte le religioni: l’amore, la pace, la fratellanza.
Va poi sottolineato con grande chiarezza che l’idea di strade diverse per un’unica meta, il ricongiungimento con Dio, non è tipica della New Age, come i fondamentalisti cattolici vorrebbero affermare.
Al contrario, è un’idea presente anche in tutte le religioni principali, musulmana, buddhista, e induista.
Nell’induismo abbiamo il concetto di Sanaatan Dharma, cioè di verità immortale unica per tutti gli esseri viventi e tutte le religioni.
Nel Sutra del Loto buddhista si dice espressamente come la storia di Buddha e della sua illuminazione sia solo un espediente per adattarsi alla mentalità dell’epoca e al luogo in cui quella dottrina nacque, ma che la verità è una sola e superiore alle singole religioni.
Nel Corano c’è la sura citata prima, la 5,48, che dice espressamente che, se Dio avesse voluto, avrebbe creato una sorta di religione unica.
In sostanza gli unici che contrastano ferocemente il concetto di religione unica sono i cattolici, per una loro personale interpretazione dei Vangeli che invece, a leggerli attentamente, si prestano a una lettura assolutamente diversa.
Anche l’idea di un mondo unito, senza guerre, senza discriminazioni, in cui non esistano paesi poveri e paesi ricchi, ma ci sia un unico stato, è, di per sé, affascinante.
L’idea di un’unione europea, ad esempio, di una moneta unica, ecc., è bellissima, quasi utopistica.
Il problema ancora una volta non è l’idea in sé, ma la sua applicazione.
I primi rosacroce, coi loro manifesti del 1614, o in altre opere rosacrociane, come “La città del Sole” di Campanella, avevano l’idea di un mondo unito, sì, ma un mondo di pace e armonia; purtroppo la segretezza delle prima confraternite rosacrociane e templari ha fatto sì che al loro interno potessero prevalere le componenti nere, quelle cioè che non esitano e non hanno esitato a ricorrere alle guerre, all’omicidio, alle stragi, ai genocidi, pur di arrivare all’obiettivo finale del NWO.
Il problema del NWO, quindi, non è il NWO in se stesso, come il problema dell’Unione Europea non sta nell’unione in sé; il problema sta invece nella sua applicazione, nel fatto che non si esita a gettare sul lastrico milioni di famiglie pur di arrivare al risultato (“l’Europa ha bisogno di crisi”, dice Monti nella famosa intervista), nel fatto che pur di uniformare il mondo si stanno uniformando usi e costumi, a scapito delle tradizioni locali, e massacrando le popolazioni più povere e indifese nel silenzio complice dell’ONU e dei mezzi di informazione.
Quanto alla Chiesa cattolica – questo è bene sottolinearlo ai tanti fondamentalisti cristiani che leggeranno questo mio articolo prendendolo per fuffa new age e satanica – è dichiaratamente a favore del NWO, come ha detto espressamente papa Ratzinger in un discorso che troverete nel video alla fine di questo articolo.
Occorre inoltre considerare che la corsa sfrenata al NWO non può ormai essere fermata perché è in corsa da secoli, ed è troppo tardi ormai per opporsi, come è impossibile tornare indietro dall’Unione Europea.
La soluzione è un’altra, ed è nella pace, nell’amore, nella concordia. Prima la gente capirà questo concetto, prima il mondo cambierà.
A quel punto, poca differenza ci sarà tra uno stato unico a livello mondiale, o tanti stati che comunque coopereranno tra loro in armonia e serenità.
Titolo originale:"Massoneria, Chiesa Cattolica, New Age, NWO, e il vero messaggio cristiano"
FONTE E ARTICOLO COMPLETO:http://paolofranceschetti.blogspot.it/2013/05/massoneria-chiesa-cattolica-new-age-nwo.html
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