La teoria del Macrocosmo e Microcosmo

giu 13, 2015 0 comments

Introduzione




La teoria del Macrocosmo e del Microcosmo ebbe nel Medio Evo e nel Rinascimento una grandissima fortuna. Al Macrocosmo fu associata l’immagine dell’Universo, del Mondo, del locus in cui risiedeva Dio, la Luce Creatrice propagante in ogni direzione e capace di dissolvere le tenebre e di fornire il principio attivo generatore di tutte le cose. L’Uomo, creato da Dio e nel quale la Divinità si rifletteva, fu, invece, il Microcosmo e l’Universo di cui costituiva una replica in piccolo. Macrocosmo e Microcosmo erano dunque costituiti da una sola materia formata da due principi contrapposti: la Luce Infinita e le Tenebre Oscure. Nel dualismo gli alchimisti credettero di individuare il mistero della Pietra Filosofale, della Quintessenza, del Medicamento Universale in grado di guarire ogni tipo di malattia. Nell’illustrazione simbolica e negli scritti alchemici, i principi opposti, Luce e Tenebre, acquisirono il significato dello Zolfo e del Mercurio, del Giorno e della Notte, del Sole e della Luna, del Maschile e del Femminile, del Re e della Regina. Il simbolismo ebbe la funzione di Lutum Sapientiae 1 che «sigillando» il vero significato delle cose permetteva il rispetto del segreto dogmatico dell’Arte Sacra che imponeva l’assoluto silenzio e il divieto alla volgare divulgazione della sapienza eterna. Operazioni, consigli e teorie per la fabbricazione delLapis Philosophorum furono così memorizzate in immagini emblematiche. L’incisione, oggetto della nostra interpretazione, è inserita nel terzo trattato dedicato alla Basilica Philosophica 2dell’ Opus Medico-Chymicum di Johann Daniel Mylius. L’opera fu eseguita dall’incisore Mattheus Merian al quale l’autore affidò il compito di sintetizzare dogmi e segreti dell’Alchimia in «immagini». Nel volume esistono altre importanti illustrazioni alchemiche come l’Undicesima Chiave di Basilio Valentino e la geometrica rappresentazione del Mundus Archetipus di Thomas Norton. Le immagini sono state utilizzate dall’editore Lucas Jennis per la marca tipografica e per la raffigurazione schematica della visione ermetica del Mondo. L’editore impiegò l’opera di Mattheus Merian anche per illustrare l’appendice delMuseum Hermeticum 3 pubblicato nel 1625 a Francoforte. Un tipo di preparato che veniva impiegato per "sigillare ermeticamente" il vaso alchemico posto sul fuoco dell’athanor Tractatus III seu Basilica Philosophica continens lib. III J.D. Mylius Francofurti apud Lucam Jennis 1618 Opus Medico-Chymicum: continens tres tractatus sive Basilicas: quorum prior inscribitur Basilica Medica, secundus Basilica Chymica, tertius Basilica Philosophica J.D.Mylius Francofurti apud lucam Jennis 1618

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