Gli studiosi non sono del tutto daccordo sulle origini degli Zingari, questo perchè la storia del popolo zingaro è stata scritta dai popoli che sono venuti a contatto con loro,soggetta quindi alle diverse culture e modi di vivere di questi popoli.
Tuttavia esistono prove certe della loro provenienza: India nord occidentale, dove ancora oggi vive la più popolosa comunità zingara del mondo.
Altro mistero è il motivo della loro "migrazione?" A differenza di altri popoli, non si sono spostati per conquistare nuove terre, non hanno mai fatto guerre di conquista, ed al contrario di altre etnie nomadi,non si limitano ad un'area precisa seppur grande, il loro nomadismo non è spinto dallo spostamento di prede(caccia o pesca) e neppure da sfruttamento naturale di risorse( raccoglitori) Gli zingari non coltivano terra,non allevano bestiame, Fabbri ramaioli,acrobati,domatori.....Ma sopratutto si occupavano (ancora oggi) di magia e predizione del futuro.
La fortuna è il fulcro della cultura zingara, conoscono diversi modi di praticare la magia, di ogni genere, impiegata a seconda di cio che si desidera ottenere. La zingara che nei mercati e nelle fiere legge la mano per qualche moneta,è nell'mmaginario collettivo da sempre, sin da epoche remote. Perseguitati, quasi mai ben visti,per la loro nomea di ladri, il furto (ciurél)era normale per chi considerava di tutti cio che cresceva all'aperto. erano tuttavia richiesti in tutte le corti europee proprio per la loro capacità di predire il futuro, la chiromanzia(Durcarél).
Negli ambienti esoterici, è giudizio comune affermare che i loro incanti sono funzionali, alla portata di tutti con un pò di denaro, un tempo temuti per la capacità di lanciare maledizioni in grado di segnare negativamente la vita di molte generazioni.
Il rapporto che hanno con la natura è apparentemente istintivo, è molti degli ingredienti necessari per gli incanti privengono dalla loro conoscenza erboristica/esoterica.Gli alberi sono sempre stati fonte di energia e materiale magico (alcune teorie vedono la loro discendenza dall'arte druidica).
FONTE:http://antrodellamagia.forumfree.it/?t=64839061
Di Michele Fabbri
Per gli uomini medievali la comparsa degli zingari fu un arcano insondabile e fin dall’inizio gli intellettuali del tempo associarono queste strane genti all’assassino biblico Caino, nonché a fenomeni di magia nera e di satanismo. La leggenda popolare narrava anche che gli zingari avessero fabbricato i chiodi per la croce di Cristo!
Gli storici imbevuti della superstizione del documento scritto si sono scervellati per cercare di individuare origini e vicende degli zingari, uno dei temi più affascinanti della storia mondiale. La tesi più verosimile elaborata dalla storiografia scientifica è che gli zingari siano originari dell’India e che siano un gruppo umano formato da individui esclusi dal sistema delle caste.
Tuttavia le indicazioni della cultura esoterica possono farci intuire molto di più sullo statuto esistenziale di questa singolare popolazione.
René Guénon, la cui autorità in materia esoterica è fuori discussione, sosteneva l’origine tradizionale del popolo gitano in un curioso articolo: «Il Compagnonaggio e gli Zingari» (René Guénon, Studi sulla Massoneria e il Compagnonaggio). In quello scritto il filosofo rilevava interessanti analogie fra zingari e compagnoni: un compagnone presenziava regolarmente al pellegrinaggio annuale che gli zingari svolgono alla chiesa di Saintes-Maries-de-la-Mer, nel Sud della Francia. I compagnoni si chiamano fra di loro con l’appellativo di ‘passante’ che viene utilizzato anche per designare gli zingari. Inoltre Guénon rilevava le evidenti similitudini fra ebrei e zingari: lo stile di vita nomade che tende alla creazione di lingue miste, e la divisione in due gruppi (zingari orientali e zingari meridionali; ebrei Ashkenazim e ebrei Sephardim). Il grande esoterista concludeva che: «se non ci sono rapporti etnici fra zingari ed ebrei forse ve ne sono di altro tipo che, senza precisarne ulteriormente la natura, possiamo qualificare come tradizionali».
Guénon tornava sull’argomento con Il Regno della Quantità e i Segni dei Tempi. Nel suo capolavoro Guénon si soffermava sul ‘nomadismo malefico’ che sembra perseguitare i ‘popoli in tribolazione’ e prediceva gli effetti negativi causati dai tentativi di fissare gli zingari su un territorio, così come stigmatizzava le pretese sioniste di dare una sede definitiva al popolo ebraico, errante per definizione…
Alexandre Saint-Yves d’Alveydre, nel suo Mission de l’Inde en Europe (trad. it. Il regno di Agarttha) sosteneva che gli zingari fossero nientemeno che una delle popolazioni che abitavano ad Agarttha: «Fra le tribù meno colpevoli che furono espulse dalla grande Accademia nello stesso momento in cui lo furono le altre, ve ne è una, errante, che, dal XV secolo, sposta attraverso l’Europa le sue singolari pratiche. Tale è in effetti la vera origine dei Boemi: Bohami,ritirati da me. Queste povere genti hanno portato con sé qualche vago ricordo, qualche formula sperduta in un cumulo di superstizioni più o meno grossolane. Presto o tardi, essi ritorneranno alla loro patria originaria, quando il soffio sinarchico avrà restituito all’India l’antico Spirito della sua organizzazione prima, vera, giusta e buona».
Ferdinand Ossendowski, ripercorrendo la mitologia del mondo interno nel suo celebre Bestie, Uomini, Deiproponeva un’ipotesi simile: gli zingari avrebbero vissuto a lungo nel regno di Agarthi, e le loro abilità nel leggere la mano e i tarocchi sarebbero state il residuo di facoltà paranormali di cui avrebbero goduto nel mondo sotterraneo. Il viaggiatore polacco riferisce così le parole del lama buddhista sull’argomento: «Provenendo dai paesi occidentali anche alcune tribù dalla pelle scura penetrarono in Agarthi e ci vissero per molti secoli. Dopo che furono cacciate dal Regno e tornarono sulla superficie della terra, portarono con sé il mistero delle predizioni fatte con le carte, le erbe e le linee del palmo della mano. Sono gli zingari…».
Un’altra testimonianza significativa è quella di Eliphas Levi che, nella sua Storia della magia, dedica un illuminante capitolo alla storia della popolazione nomade. L’occultista francese riporta le impressioni pressoché unanimi dei cronisti più antichi che per la prima volta si confrontarono con gli zingari: i nomadi praticavano fra di loro il comunismo e la promiscuità, erano nemici del lavoro, non rispettavano né la proprietà né la famiglia, e si fecero fama di essere parassiti, stregoni e ladri di bambini…
Nella Spagna medievale si trovavano più a loro agio nei territori musulmani, talvolta pareva che avessero riti simili a quelli ebraici, ma in generale sembravano praticare indifferentemente qualunque religione a seconda delle convenienze. Alcuni pensavano che fossero discendenti da quel Mambrete che voleva rivaleggiare in miracoli con Mosè, altri ritenevano che fossero i carnefici di cui si era servito Erode per la strage degli innocenti, altri ancora immaginavano che fossero i rifiuti umani di una setta ebraica che dormiva nei sepolcri e che si nutriva di cadaveri…
E ancora si favoleggiava sull’origine dei tarocchi, la cui lettura sembrava una specialità degli zingari: secondo alcuni la simbologia dei tarocchi sarebbe stata la chiave di una iniziazione universale di cui l’enigmatico popolo gitano sarebbe stato custode geloso e forse inconsapevole! (A questo tema Papus dedicherà il suo libro Le tarot des bohémiens).
Ma l’elemento più interessante dello scritto di Eliphas Levi riguarda un episodio accaduto in Francia nel 1840: un gruppo di operai ispirati a idee radicali diede vita a un movimento protocomunista i cui presupposti erano che la libertà sembrava impossibile finché fosse esistito il dovere di lavorare, e l’eguaglianza finché fosse esistito il diritto di acquistare! Il loro giornale, L’Humanitaire, fu soppresso nel 1841, ma secondo Levi se la pubblicazione fosse andata avanti, il mondo avrebbe conosciuto una nuova banda di zingari e il vagabondaggio errante avrebbe contato un popolo in più…
FONTE:http://www.centrostudilaruna.it/la-vera-storia-degli-zingari.html
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