Di Marco Salerno
Il disturbo narcisistico di personalità è stato studiato per primo dal Freud che ha individuato nella fase narcisistica la seconda fase dello sviluppo psicosessuale successiva a quella dell’autoerotismo e precedente a quella dell’amore oggettuale. Freud non considera il narcisismo come patologico in sé ma descrive la regressione o fissazione alla fase narcisistica come patologica. La causa di questa regressione o fissazione è dovuta alla presenza di una madre percepita inaffidabile e poco presente nel prendersi cura del figlio, determinando in questi l’idea solo lui potrà prendersi cura di sé stesso. Successivamente anche Otto Kernberg e Heinz Kohut hanno approfondito questo tema. Kerneberg riconduce lo sviluppo del narcisismo patologico alla mancanza di cure da parte di genitori anaffettivi o passivo aggressivi nei confronti dei figli, i quali per difendersi da questa situazione sviluppano una percezione grandiosa di sé. Non è un caso che spesso questo tipo di persone immaginano di avere un talento speciale o che venga riservato loro un futuro esclusivo o di essere superiori agli altri per attutire un mondo familiare anaffettivo.
La conseguenza di questa condizione è una regressione o fissazione allo stadio di narcisismo primario che si caratterizza per una costante grandiosità e ricerca di attenzione altrui. Il cosidetto “sé grandioso” del narcisista secondo Kerneberg è la sintesi degli aspetti idealizzati di sé mentre quelli svalutati vengono proiettati all’esterno per evitare di prendere consapevolezza dei propri aspetti negativi determinando una autostima fragile. Kohut sostiene invece che, se lo sviluppo della libido narcisistica viene portata a termine in modo sano, determinerà la struttura psichica del Sé, mentre quello che viene definito narcisismo patologico è il risultato dalla mancata integrazione tra il proprio sé rudimentale e la restante personalità dovuta alla mancanza di rispecchiamento messo in atto dai genitori. Per Kohut le caratteristiche del narcisista sono una bassa autostima, l’ipocondria, il sentimento di vuoto e morte e prevalenza di un sentimento di vergogna. Nella prospettiva cognitivo comportamentale Beck rileva una serie di pensieri distorti tipici della personalità narcisista che derivano da messaggi diretti ed indiretti dei genitori e di altre figure significative. Il narcisista ha avuto genitori che hanno avuto aspettative alte nei suoi confronti e allo stesso tempo gli rivolgevano critiche feroci che svalutavano le sue emozioni. Secondo il DSM V il disturbo narcisistico di personalità è caratterizzato da un quadro di trasversale grandiosità, fondato sul bisogno di ammirazione e sulla mancanza di empatia che si declinano in almeno 5 delle seguenti caratteristiche:
Senso grandioso di importanza
Fantasie illimitate di successo, potere, fascino , bellezza
Credenza di essere speciale e unico e di poter essere capito solo d altre persone altrettanto speciali
Continua richiesta di ammirazione
Credenza che tutto gli sia dovuto e che le sue aspettative devano essere soddisfatte immediatamente
Sfruttamento degli altri per raggiungere i propri scopi
Mancanza di empatia
invidia degli altri o immaginazione che gli altri lo invidino
Atteggiamenti arroganti e presuntuosi
Nell’articolo “le relazioni tra il disturbo evitante e disturbo narcisistico di personalità” della rivista “Psicoterapeuti in-formazione”, la dottoressa Serena Aquilar ha evidenziato che in aggiunta a queste macro costrutti teorici ci sono alcuni sottotipi di narcisismo che vengono classificati con differenti termini. Masterson distingue tra una forma “gonfiata/esibizionista” (inflated/exhibitionistic) e una “svuotata/ritirata” (closet), secondo cui il narcisista esibizionista avrà una rappresentazione grandiosa di sé e svaluterà chi non manifesta ammirazione nei suoi confronti mentre quello ritirato avrà una rappresentazione di sé sottostimata e vivrà sentimenti cronici di umiliazione e rifiuto. Gabbard individua una tipologia di “narcisista inconsapevole” (oblivious) e il “narcisisita ipervigile” (hypervigilant), il primo non è consapevole delle conseguenze del proprio comportamento sugli altri poiché non se ne cura e vuole essere sempre al centro dell’attenzione mentre il secondo è particolarmente sensibile alle reazioni altrui ed ha paura del rifiuto. Ronningstam individua il “narcisista arrogante” e il “narcisista timido”, entrambi presentano problemi di autostima, il primo la affronta costruendo un senso esagerato di superiorità e crede che tutto gli sia dovuto, inoltre presenta poca empatia e molta invidia, mentre il secondo prova una profonda vergogna per le proprie ambizioni ed evita le relazioni sociali a causa di un eccesso di sensibilità al rifiuto. Millon delinea un “narcisista elitario” e un “narcisista compensatorio”, il primo è convinto di essere superiore e speciale pur non raggiungendo risultati tangibili mentre il secondo è consapevole di un profondo senso di vuoto che cerca di compensare attraverso l’illusione di un senso di superiorità, provando spesso sensazioni di colpa e vergogna. Gli studi empirici più recenti sintetizzano le sopra elencate tipologie nella teoria di Wink che ha identificato due fattori definiti “narcisismo overt” e “narcisismo covert”. Il narcisismo overt si caratterizza per un alto livello di autostima e una bassa tolleranza alle critiche, uno schema di attaccamento sicuro o svalutante, un livello ridotto di ansia nelle relazioni. Inoltre presenta un significativo distacco emozionale e svaluta le relazioni affettive che vengono evitate poiché considerate minacciose per la propria grandiosità. Le caratteristiche principali del narcisismo overt sono il senso di superiorità, atteggiamento sprezzante, ossessione per il successo, bisogno di dominare, mancanza di empatia costruzione di molte relazioni superficiali ed alta fiducia in sé. Il narcisismo covert si distingue per una alta sensibilità alle critiche, per la ruminazione del pensiero e una bassa autostima, uno stile di attaccamento impaurito, caratterizzato da ansia ed evitamento delle relazioni. Inoltre il narcisismo covert presenta un attaccamento ansioso in età adulta, paura del rifiuto e dell’abbandono piuttosto che uno stile di attaccamento evitante, caratterizzato da una tendenza a provare disagio quando le relazioni si fanno emotivamente troppo intime.
FONTE E ARTICOLO COMPLETO:http://dottmarcosalerno.com/le-tipologie-del-narcisismo-covert-e-overt/
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