I piccoli Misteri sono la preparazione al Mistero della morte mistica e della resurrezione . Il genio di Mosè, guidato dalla saggezza degli Egizi, tracciando il piano della Genesi, ha già dato, nel mito di Adamo ed Eva, del Paradiso terrestre e del dramma della caduta a causa del famoso frutto dell’Albero della Scienza del Bene e del Male , con l’intervento dei Kerubini armati di spada fiammeggiante a difesa dell’Albero della Vita Iniziatica , ha già dato, dicevamo, la via per andare ai "piccoli" e "grandi" Misteri.
I piccoli Misteri sintetizzano tutto ciò che si riferisce allo sviluppo, alla perfezione dello stato umano preso nella sua integralità; tradizionalmente, designano la restaurazione dello "stato primordiale". Generalmente è a questo che mirano le varie scuole esoteriche, ed è già una grande conquista, ma sarebbe un cammino a metà. Ben altro era e doveva essere lo stato di Adamo-Eva, archetipo dell’Umanità.
Se rileggiamo il passo mosaico della Genesi,II,16:17, capiremo meglio che cosa vuol dire: "Jahve Dio comandò all’uomo: - Di tutti gli alberi del giardino puoi mangiare (il frutto), ma dell’albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché nel giorno in cui ne mangerai, dovrai certamente morire -". L’Uomo Archetipico doveva nutrirsi anche del frutto, del succo dell’Albero della Vita. È qui il tema di fondo dei "grandi Misteri"! Adamo doveva svilupparsi in una superumanità, essere come Dio, identificarsi a Lui per volontà di Dio stesso, ma si tagliò fuori da questa possibilità. Se i Misteri minori (piccoli) sono la restaurazione dello "stato primordiale" o Edenico, ben altro possono fare i "Misteri maggiori" (grandi), perché concernono la realizzazione degli stati sopra-umani, prendendo l’essere nel punto in cui era stato lasciato dai "piccoli Misteri". I "grandi Misteri" sono la presa di possesso degli stati superiori dell’essere: conoscenza di ciò che è oltre la natura, conoscenza metafisica pura, immutabile e una nella sua essenza, per il suo carattere archeosofico; una presa di possesso di stati sopra-umani e dell’ordine della pura spiritualità, abilmente descritta da Clemente Alessandrino in Stromata,V,11 a proposito dell’Iniziazione all’epoptato(stato di chi non ragiona più, ma contempla Dio).
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