Di Enrico Lorenzo Tidona
Da tre settimane la loro casa è una scomoda panchina di cemento, resa meno inospitale solo da un sottile materassino sul quale si distendono ogni sera, in viale Monte Grappa, ai margini del centro storico, dove dormono insieme alla loro cagnolina Dafne.
L’abitazione l’hanno persa, quando il 28 febbraio scorso il proprietario ha terminato anzitempo il contratto per motivi familiari. Così, a Maurizio Deserti e alla sua compagna Alessia Costalunga, non è rimasto altro che la scelta più dura ma ormai ineluttabile: cercare un riparo in strada, in attesa di una soluzione che li riporti sotto un tetto sicuro.
«Gli affitti in giro erano troppo alti per le nostre attuali possibilità e non ci era rimasto altro se non l’auto, dove abbiamo dormito per diverse notti» racconta Deserti, «purtroppo siamo senza famiglia, senza più genitori: io facevo l’elettricista ma non ho più lavoro e non riesco a trovarlo. Viviamo con una piccola pensione di invalidità . Quello che abbiamo è tutto qui».
A metà aprile, però, l’auto che era parcheggiata poco fuori dal centro è stata sequestrata dalla polizia municipale perché, nel frattempo, l’assicurazione era scaduta. «Non sapevamo più cosa faree siamo venuti qui» dice Deserti, seduto sulla piccola panchina pubblica, a lato della via che costeggia l’esagono, sulla quale si sono posati gli occhi di molti passanti, come Stefano Foroni, che venerdì si è fermato a parlare con la coppia e in pochi minuti è passato dalle parole ai fatti.
«Non è possibile che due reggiani che sono in difficoltà siano lasciati per strada, non lo accetto - ha detto senza mezzi termini - credo che la città delle persone e del ministro Delrio debba essere in grado di dare una sistemazione a chi ne ha più bisogno. Vivono su una panchina, ma ci rendiamo conto, con la loro povera cagnolina».
Dopo poche battute con Alessia e Maurizio, Foroni non ci ha pensato su più di cinque minuti ed è andato all’hotel Saint Lorenz di via Roma, dove ha prenotato e pagato una stanza per tre notti per offrire un riparo temporaneoalla coppia. «Era il minimo - dice Foroni - a me si è stretto il cuore. Dico però che a muoversi deve essere l’amministrazione, il prima possibile. Diamo sempre aiuto a tanta gente, poveri e migranti ma abbiamo anche tanti problemi che vediamo con i nostri occhi».
Attorno alla panchina è scattata quindi una piccola gara di solidarietà , racconta Deserti. «C’è gente che ci chiede chi siamo, le forze dell’ordine si fermano per sapere come stiamo, altri ci hanno dato una mano concreta per mangiare. Siamo due persone che non danno fastidio a nessuno». Tra questi c’è Mimmo Esposito, il titolare del bar Pamplemousse di viale Monte Grappa, che da tre settimane offre pasti caldi e un riparo durante il giorno alla coppia. Ma non solo: il barista li ha accompagnati in comune, dai servizi sociali, ed è ora in attesa di un risposta dopo varie insistenze.
«Siamo arrivati fino al vice sindaco Sassi e ci hanno finalmente fissato un incontro con i servizi sociali per valutare la loro situazione» racconta il barista: «Io ho fatto ciò che mi sono sentito, nulla di più. Pochi giorni fa sono andati a dormire in stazione ma Maurizio è stato picchiato di notte da un teppista. È tornato indietro con la faccia gonfia e hanno preferito starsene ancora qui, sulla panchina». La soluzione non è certo dietro l’angolo. Le liste d’attesa per una casa popolare sono lunghe.
«Ne avevamo già fatto domanda in precedenza - avverte Deserti - ma ci hanno dato 11 punti. Sono troppo pochi ma è l’unica soluzione per noi». «Non chiediamo da mangiare o soldi ma ci basta una stanza» aggiunge la compagna, che ringrazia i passanti diventati benefattori, che hanno comprato anche le crocchette per la cagnolina. «Da stanotte staremo meglio. Grazie».
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