Di Gianluca Campanella
L’ennesimo contrasto quasi fisico tra cittadini e parcheggiatori abusivi è andato in scena ieri in uno dei parcheggi dell’ospedale di Cisanello.
Un signore, che aveva appena lasciato la sua auto nell’area di sosta a pagamento, non ha voluto comprare oggetti dagli uomini che gli proponevano un “affare” e insistevano. Si è avvicinata una delle guardie giurate che prestano servizio nella struttura; e un compagno del venditore ha cominciato a insultare l’uomo in divisa con gesti plateali del braccio e con parole incomprensibili. A quel punto un terzo ragazzo di colore si è avvicinato alla guardia con fare minaccioso; e un quarto compagno ha malmenato il suo amico, allontanandolo, per evitare che i protagonisti della discussione arrivassero al contatto. Scambi di frasi ostili e clima surriscaldato sono proseguiti per un altro mezzo minuto. Scene ordinarie, in uno degli ospedali più grandi e moderni d’Europa.
Il fatto questa volta ha solo la novità di essere stato filmato, di essere documentabile. Mentre in tante altre occasioni c’erano stati solo i racconti dei cittadini inferociti, senza prove. Ma così numerosi che l’amministrazione comunale aveva previsto di potenziare la presenza dei proprio uomini nei parcheggi.
Da qualche mese, infatti, nei settori H e L dell’immenso parcheggio di Cisanello si alternano quattro “addetti al parcheggio”, con tanto di pettorina gialla fluorescente: il loro compito ufficiale è quello di assistere le persone a inserire le monetine nei parcometri e digitare i giusti codici sulle macchinette. Ma la funzione più importante che svolgono è quella di segnalare immediatamente situazioni di pericolo alle guardie giurate in servizio all’ospedale o alle pattuglie della polizia municipale che cercano di passare più spesso possibile in zona. In passato ci sono state persone che hanno raccontato di minacce, altre che ritengono di aver trovato la propria macchina rigata per non aver pagato una sorta di “pizzo” agli abusivi. E sono state provate tutte le misure di deterrenza: sbarre per ostacolare l’ingresso a queste persone, ticket dei parcheggi con l’indicazione della targa e così via.
Quest’ultima tecnica è stata ideata per impedire che i biglietti non scaduti siano riutilizzati da altri automobilisti. Ma nulla è servito. Al massimo cambia la geografia del luogo: prima i parcheggiatori abusivi si concentravano soprattutto nella parte alta del parcheggio, in via Trivella (tra la rotonda del pronto soccorso e quella che porta alla superstrada Fi-Pi-Li). Adesso si trovano in particolare alla fine della discesa: nelle aree recitante che si affacciano su via San Biagio e negli stalli bianchi e gratis di via Lutero. Ieri si contavano circa 15 uomini di colore nella prima, altrettanti nella seconda e solo 3 nel settore A, che in teoria sarebbe il più redditizio: con i suoi quasi 950 posti è il parcheggio più grande e affollato; ma è nella parte alta che non si capisce come mai tra gli abusivi sia passata di moda.
Il 5 maggio, inoltre, è stata la prima vera giornata di caldo dell’anno. E questo dettaglio può aver contribuito a cambiare anche l’approccio nei confronti degli automobilisti: finora si assisteva a un’organizzazione quasi scientifica del terreno, in cui ognuno degli abusivi sembrava avere una precisa superficie su cui operare. Invece ieri due o tre ragazzi a turno battevano tutto il territorio di competenza dell’intero gruppo e l’altra dozzina sostava riunita sotto l’ombra di una albero, fino al cambio.
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