Di Silvia Sardone
Nonostante le denunce e gli appelli alle istituzioni fatti dai residenti e dal collega consigliere di Forza Italia in zona 3, Marco Cagnolati, la giunta Pisapia sta lasciando scivolare sempre più nel degrado e nell’insicurezza il quartiere di Lambrate. Una zona intera messa sotto scacco dai rom, partendo dall’ex deposito comunale di via Cima, circondato dai camper dei nomadi che lo hanno occupato, per utilizzare i prati circostanti come stenditoi dei panni lavati nel Lambro (!!!) e il cortile interno come latrina a cielo aperto, passando per via Rubattino a sua volta sede di un accampamento abusivo, fino a piazza Rimembranze di Lambrate, trasformata in un bivacco dai rom che spesso vi organizzano bische a cielo aperto, suscitando le proteste dei cittadini e conseguenti ripetuti, ma mai risolutivi, interventi della Polizia.
E’ lunghissimo l’elenco dei parchi, giardini, edifici e angoli del quartiere occupati o trasformati in discariche eppure, salvo qualche estemporaneo sgombero di aree poi nuovamente occupate, la pubblica amministrazione non ha mai messo in campo soluzioni definitive. La maggioranza in consiglio di zona 3, guidata dal comunista Renato Sancristiani, si è anzi sempre rifiutata di ammettere che a Lambrate vi siano dei problemi di vivibilità e igiene pubblica, respingendo tutte le richieste presentate dall’opposizione su ispirazione dei cittadini, arrivando al punto di far saltare il numero legale quando temeva una mozione fosse approvata. La solita cecità ideologica della sinistra, che nega la realtà pur di non ammettere il proprio fallimento. Il tutto ovviamente a scapito dei cittadini.
Ora però alle centinaia di fotografie pubblicate nei social-media dai cittadini esasperati, si aggiungono anche i certificati medici a testimoniare in quali condizioni igieniche sono costretti a vivere gli abitanti del quartiere. Un caso conclamato di scabbia all’interno della scuola materna di via Cima, costringerà tutti i bambini che la frequentano a mesi di controlli medici per assicurarsi non l’abbiano contratta anche loro. Pur non esistendo la prova provata che il contagio sia da imputare al vivere in un quartiere dove occupazioni, bivacchi e sporcizia sono all’ordine del giorno, secondo il sentire comune dei genitori, le cause è in questi fattori che vanno cercate. Si passino una mano sulla coscienza i compagni che compongono maggioranza in consiglio di zona anche se i bambini non li mangiano più da tempo, si preoccupino comunque di farli crescere in salute, davanti al loro benessere l’ideologia sarebbe il caso di metterla da parte.
In allegato foto pubblicate in questi giorni sulla pagina Facebook "Lambrate informa"
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