
Di Pier Tulip
La dicotomia bene-male è trasversale a numerose antiche religioni. Anzi è probabile che a questa associazione si debba la prima e principale ragione della nascita di ogni religione.
L’elemento principale che può aver contribuito a generare le prime religioni è da ascriversi certamente al timore generato dal cielo con i suoi fenomeni meteorologici più eclatanti. La superstizione e l’ignoranza, associate alla paura, come ci dice Stazio (Tebaide, Libro III, 661: “primus in orbe Deos fecit timor”, “fu la paura la prima nel mondo a creare gli dèi”), e alla meraviglia, hanno contribuito alla generazione di religioni aventi principalmente lo scopo di creare un legame e un patto di protezione fra l’impotenza umana e la potenza dell’universo.
L’uomo, già dall’inizio dell’utilizzo dell’agricoltura per il suo sostentamento, ha associato ai due periodi principali dell’anno il concetto di bene e male: in estate con il sole alto e forte nel cielo crescono i raccolti mentre in inverno il sole non riscalda più, diminuiscono i giorni di luce e la terra non genera i suoi frutti.
Ben presto questi concetti fecero nascere negli uomini queste associazioni luce-bene, tenebre-male ed essi, nella loro impotenza nei confronti degli eventi naturali, crearono due dèi che ne erano responsabili: nell’antica religione persiana erano Ahura-Mazda e Hariman, nel mitraismo diventarono Cautes e Cautopates, in Egitto Osiride e Seth.
Il fatto che un dio possieda il doppio volto di Horus e Seth è la conferma che essi rappresentano la stessa divinità in generale, ma anche che questa divinità si differenzia in due aspetti che si manifestano in modi e momenti diversi.
Qui ad Horus viene associata la verità e a Seth la falsità: si tratta comunque sempre dell’eterna dicotomia verità-luce, falsità-tenebre e quindi bene-male.
Antichi miti come l’assassinio di Abele da parte di Caino, o di Remo da parte di Romolo, ovvero di Osiride da parte di Seth, sono appunto allegorie di questa lotta fra bene e male.
In tutte le rappresentazioni della tauroctonia mitraica troviamo espresso questo concetto con la rappresentazione dei due dadofori, uno con la torcia accesa a rappresentare il giorno-luce-bene (Cautes), l’altro con la torcia spenta e abbassata (notte-tenebre-male, Cautopates), che, abbiamo già detto, corrispondono alle antiche divinità Ormuzd, o Ahura Mazda, e Ahriman.
Luce-tenebre, bene-male, vita-morte sono tutte dicotomie associate a giorno-notte e estate-inverno che cadenzano il ritmo della vita.
Fra di esse, una sola è una trasformazione irreversibile: vita-morte, e da sempre tutte le religioni hanno cercato di renderla reversibile: morte-risurrezione.
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