Di Rocco Sarubbi
Era stato arrestato perché, armato di mannaia, aveva aggredito la moglie, ferendola. La vittima è una senegalese di 48 anni, madre di due figli. Per quell’episodio, l’ultimo di una lunga serie, tra maltrattamenti e lesioni, era finito in manette il marito Diop Modou, connazionale di 58 anni, operaio, residente a Caravaggio da oltre una quindicina di anni. Ora l’uomo è stato scarcerato dal gip Giovanni Petillo del tribunale di Bergamo, senza alcun obbligo se non quello di non avvicinarsi alla moglie, in attesa del processo che inizierà il 29 maggio.
Era stato arrestato perché, armato di mannaia, aveva aggredito la moglie, ferendola. La vittima è una senegalese di 48 anni, madre di due figli. Per quell’episodio, l’ultimo di una lunga serie, tra maltrattamenti e lesioni, era finito in manette il marito Diop Modou, connazionale di 58 anni, operaio, residente a Caravaggio da oltre una quindicina di anni. Ora l’uomo è stato scarcerato dal gip Giovanni Petillo del tribunale di Bergamo, senza alcun obbligo se non quello di non avvicinarsi alla moglie, in attesa del processo che inizierà il 29 maggio.
Decisive le testimonianze del vicario parrocchiale, don Umberto Zanaboni, dei vicini di casa e dei colleghi di lavoro del cinquantottenne extracomunitario. Testimonianze che lo hanno descritto come una brava persona. La vicenda risale alla metà di marzo. Durante un blitz congiunto, gli agenti del Commissariato di polizia di Treviglio, e i colleghi della Polizia locale di Caravaggio, avevano fermato il senegalese, tornato in Italia dopo due mesi trascorsi al suo paese.
Le forze dell’ordine lo cercavano da dicembre 2014, dopo la denuncia presentata dalla moglie che aveva fatto emergere una storia di maltrattamenti e lesioni personali che andava avanti da circa quattro anni. Un rapporto, quello tra i due, che si era ulteriormente deteriorato a seguito di una relazione extraconiugale del marito con una vicina di casa, relazione dalla quale è nato un figlio.
La moglie aveva sempre tenuto tutto per sé, fino a quando la situazione è degenerata, ed è avvenuto l’episodio della mannaia. Solo a quel punto ha trovato il coraggio di presentare la denuncia che ha portato all’arresto del marito. Sulla vicenda è intervenuta Milva Facchetti, responsabile della Cooperativa Sirio che si occupa della moglie dell’imputato. «Sinceramente sono basita, lui esce dal carcere, ma questa povera donna è come se ci entrasse. Lei si trova in una comunità protetta e sta tentando di ricostruisi un’altra vita con l’incubo che il marito torni a farle del male».
«Non voglio entrare nel merito della decisione del giudice - ha spiegato invece l’avvocato dell’imputato, Rocco Lombardo - ma è evidente che il mio assistito non è ritenuto un individuo pericoloso. Poi sarà il processo a stabilire se Diop è colpevole, ma se è stata accolta la nostra istanza di scarcerazione vuol dire che forse non è la persona che era stata descritta al momento dell’arresto. Ora affronteremo il processo con maggiore serenità, sperando che venga fatta chiarezza».
Intanto Diop Modou è tornato nella sua vecchia abitazione di vicolo Scuole Vecchie, dove ad attenderlo c’era il figlio maggiorenne. Ha anche ripreso il suo lavoro.
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