430mila anni fa avvenne il primo omicidio documentato della storia dell'umanità
http://www.lescienze.it/news/2015/05/29/news/primo_omicidio_storia_sima_de_los_huesos_rito_funerario-2628241/
Fu ucciso 430.000 anni fa il primo uomo la cui morte fu causata intenzionalmente da un suo simile. La prova viene dalle analisi delle lesioni di un cranio rinvenuto nel sito spagnolo di Sima de los Huesos, che non possono essere frutto di un incidente o dell'aggressione di un animale, ed è stata ottenuta utilizzando tecniche tipiche delle indagini della polizia scientifica.
Il primo caso documentato di omicidio della storia dell'umanità risale a 430.000 anni fa: vittima, uno dei primissimi abitanti dell'odierna Sierra di Atapuerca, in Spagna. Le prove vengono dall'analisi delle lesioni traumatiche di un cranio ritrovato nel sito di Sima de los Huesos, il “pozzo delle ossa”, una cavità naturale in cui sono stati scoperti i resti di almeno 28 individui risalenti al medio Pleistocene.
La presenza di lesioni nei crani dei nostri più antichi antenati è tutt'altro che rara, ma stabilire con ragionevole certezza che la causa sia stato un conflitto interpersonale è invece molto difficile. Finora, i candidati alla poco invidiabile palma di prima vittima di un omicidio erano vissuti in tempi relativamente recenti, non più di 30.000 anni fa: Shanidar 3, un uomo di Neanderthal del Kurdistan iracheno, e Sunghir 1, unH. sapiens moderno scoperto in Russia.
Uno dei crani del sito di Sima de los Huesos, il “cranio 17”, ha attirato però l'attenzione dei paleoantropologi dell'Universidad Complutense de Madrid e dell'Universidad Rovira i Virgili a Tarragona, per la singolare forma di due lesioni penetranti sull'osso frontale, sopra l'occhio sinistro, che hanno indotto Nohemi Sala e colleghi – firmatari di un articolo su “PLoS One” - a un'esame più attento del reperto.
Ricorrendo alle tecniche usate dalla polizia scientifica - dall'analisi del contorno delle lesioni fino alla ricostruzione della traiettoria dell'oggetto contundente - gli autori dello studio hanno stabilito anzitutto che le fratture sono avvenute proprio in concomitanza con la morte, e che ne sono state la causa: non presentano infatti alcun segno di processi di riparazione, neppure iniziale, e non hanno le caratteristiche delle lesioniavvenute post mortem.
L'assenza di qualsiasi abrasione riconducibile a denti sulle ossa e sui margini delle lesioni esclude inoltre che la vittima sia stata oggetto delle attenzioni di qualche carnivoro, né prima né dopo il decesso. E secondo Sala e colleghi si può anche escludere che le fratture siano state prodotte da una caduta: sembrano invece prodotte da due diversi impatti di uno stesso oggetto dalla superficie levigata, che ha raggiunto il cranio con due traiettorie leggermente differenti.
Inoltre il fatto che i colpi siano stati due, entrambi abbastanza violenti da sfondare un osso molto robusto, fa escludere che si sia trattato di un incidente; quindi, l'autore del gesto aveva l'intenzione di uccidere.
Infine, scrivono gli autori, la localizzazione delle lesioni appena a sinistra della linea mediana del cranio, “è coerente con lo schema generale documentato per gli esseri umani recenti: la maggior parte delle persone [colpite frontalmente da un oggetto contundente] presenta lesioni sul lato sinistro del cranio, fatto che riflette la dominanza della mano destra in un conflitto faccia a faccia”. E aggiungono: “E' interessante notare che diversi indizi suggeriscono che gli antichi abitanti di Sima de los Huesos fossero destrimani”.
La scoperta di questo antico omicidio ha anche un'altra implicazione: dato che la vittima non può essere stata uccisa nel luogo in cui è stata ritrovata – una caverna in fondo a uno stretto pozzo a strapiombo di 13 metri – la sua salma deve esservi stata gettata da altri uomini. E questo potrebbe fare del sito anche la più antica prova di un comportamento funerario, sia pur minimale.
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