I bambini costituiscono un terzo dei combattenti in Yemen. A dirlo è Julien Harneis, rappresentante dell’Unicef in Yemen. “Vediamo bambini in battaglia, ai check-point e, purtroppo, tra quelli morti e feriti” ha dichiarato Harneis a Ginevra dove si trova “per dire ai colleghi e ai diplomatici cosa succede sul campo nella speranza che gli stati usino queste informazioni per ridurre l’impatto del conflitto sui bambini”.
Harneis ha sottolineato come, anche quando non sono in prima linea, i giovanissimi sono i soggetti più vulnerabili. L’Unicef sostiene che almeno 77 bambini sono stati uccisi (44 i feriti) da quando l’Arabia Saudita ha cominciato a bombardare lo Yemen il 26 marzo. Dati che, verosimilmente, potrebbero essere più gravi. “Ci sono bambini che muoiono sotto i bombardamenti al nord e negli scontri violentissimi ad Aden [a sud] e Daleh. Tutte le parti del conflitto sono da condannare” ha aggiunto il rappresentante Unicef.
Oltre alla violenza, c’è poi il problema della malnutrizione. “Ci aspettiamo una impennata nelle prossime settimane. Purtroppo ne siamo certi perché ci sono difficoltà di accesso all’acqua, sono aumentati i prezzi delle provviste [alimentari]. Tutto ciò, insieme ai tagli nei servizi statali, ci fa dire che ci sarà un aumento dei livelli di malnutrizione”. La malnutrizione è un problema molto grave in Yemen che già lo scorso anno registrava un tasso del 48%, tra i più alti al mondo. La guerra ha, inoltre, portato ad una diminuzione del numero dei bambini che frequentano la scuola in un Paese dove già un milione di loro in età scolare non riceve un’istruzione.
E mentre i raid della coalizione sunnita continuano a bombardare il territorio yemenita, sul piano diplomatico si segnala l’adozione da parte del Pakistan di una risoluzione che esorta il governo di Islamabad a restare neutrale nel conflitto e invita le parti in lotta in Yemen a risolvere le loro divergenze pacificamente. “Il parlamento pakistano esprime serie preoccupazioni riguardo al deterioramento della situazione umanitaria e di sicurezza yemenite e le conseguenze che potrebbero esserci per la pace e la stabilità nella regione” si legge nella risoluzione. “Il Pakistan dovrebbe mantenere la neutralità durante il conflitto in modo da poter giocare un ruolo diplomatico attivo per porre fine alla crisi”.
Il parlamento, che ha iniziato a discutere se intervenire militarmente o meno in Yemen lunedì, ha espresso inoltre “un sostegno inequivocabile al Regno dell’Arabia Saudita e sostiene che, in caso della violazione dell’integrità del suo territorio o di minaccia all’Haramain Sharifain [Mecca e Medina, ndr], il Pakistan si schiererà a fianco dei sauditi e del suo popolo”. Una posizione simile a quella del premier Nawaz Sharif che ha in più circostanze ribadito che correrà in aiuto di Riyad nel caso in cui dovesse essere minacciata.
Posizione cauta e conciliante quella dell’esercito (alla guida del Paese per più di metà della sua storia) che ha dichiarato che rispetterà qualunque decisione da parte del governo civile.
Il Pakistan ha forti rapporti economici, religiosi e militari con l’Arabia Saudita, ma anche un lungo e “poroso” confine con l’Iran in cui è molto attiva l’insurgenza separatista.
L'UNICEF si conferma la solita fogna di pedofili mondialisti...lo Yemen combatte per il suo futuro e questi fanno dichiarazioni pilatesche ma in realtà filo saudite e filo americane...
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