Di Daniela Bella
Si chiama Senza nome ed è un accogliente bar situato nel centro di Bologna, in via Belvedere 11/b. Si tratta di un locale molto speciale perchè a servire la clientela sono dei ragazzi sordi.
Il bar nasce circa due anni fa, da un’idea di Alfonso Marrazzo e Sara Longhi, i due gestori del Senza Nome appunto. L’intento, infatti, era quello di far interagire i sordi con gli udenti, di metterli in qualche modo allo stesso piano in un luogo in cui l’interazione è davvero possibile. Basti pensare che ad oggi il bar, oltre ad essere un importante luogo di riferimento e di incontro per i non udenti, è anche frequentatissimo dagli udenti.
Come effettuare un’ordinazione al Senza Nome?
Se si vuol fare un’ordinazione le soluzioni non mancano: si può utilizzare il linguaggio dei segni, si possono usare i numerosi bigliettini posti in bacheca, si può scrivere su dei foglietti, si può ricorrere ai gesti più comuni. Insomma, in un modo o in un altro la soluzione si trova.
La parola dei due ideatori e gestori del Senza Nome
Alfonso Marrazzo, ideatore e gestore del locale, è originario di Salerno e laureato in Discipline delle arti, della musica e dello spettacolo. Presentando il suo locale ha spiegato:
“Abbiamo pensato che questo fosse uno spazio per fare diverse attività , per cercare appunto un luogo che avesse l’obiettivo di integrare sordi e utenti. Un’attività lavorativa, ma anche culturale, per far in modo che mondi diversi, situazioni diverse si incontrassero, diversi punti di vista si confrontassero, e quindi gli udenti potessero conoscere il mondo dei sordi e viceversa insomma. Se manca l’udito vuol dire che gli occhi devono essere pronti a tutte le possibilità , dunque aprire gli occhi a 360°, ma è una cosa che ti viene naturale…”
Sara Longhi, la sua collega in quest’avventura, aggiunge:
“Ma anche per esempio come si chiama una persona sorda da un punto all’altro del bancone: si utilizzano le luci. Proprio perchè se io sono di spalle per chiamarci era importante muovere il lampadario, così che io possa comprendere che mi stanno chiamando. Questo significa che si possono creare, inventare, delle forme di comunicazione diverse. E’ anche stimolante e divertente. Gli udenti hanno scoperto che ci si può sforzare di diventare ‘sordi’ e noi viceversa. All’inizio chiaramente avevamo molti dubbi su come fare, quando abbiamo aperto il bar, i primi due mesi, pensavamo che gli udenti non sarebbero entrati, che si sarebbero spaventati, che avrebbero pensato che noi non li avremmo capiti, che ci sarebbe stata una forma di vergogna a bloccare la comunicazione. E invece col passare del tempo molti si sono affezionati, si sono appassionati al mondo dei sordi, e quindi ora a distanza di due anni e mezzo siamo molto tranquilli, abbiamo azzerrato ogni preoccupazione…”
L’intento è promuovere la Lingua dei segni italiana, che oltre ad essere diversa da quella degli altri Paesi può avere delle diverse usanze da una regione e all’altra, così come accade con i dialetti. In questo modo, se un udente incontra un sordo anche al di fuori del bar, ha modo di imparare a comunicare con lui piacevolmente.
Un bar che è anche promotore di molti eventi culturali
E quando serve c’è anche l’interprete, per le questioni commerciali e aziendali del bar stesso, ma anche sopratutto per gli eventi che organizzano.
Il Senza Nome, infatti, promuove ed organizza diverse iniziative culturali, come mostre, concerti, djset, presentazioni di libri, corsi di yoga o shiatsu, e quant’altro in collaborazione con Nunzia Vannuccini dell’associazione culturale Farm, che ne cura la programmazione artistica.
Il bar, inoltre, dispone della connessione wi-fi gratuita.
Insomma, il Senza nome è un ambiente davvero molto accogliente, un luogo in cui difficilmente sordi e udenti potrebbero annoiarsi. Poggia due piani, è presente una saletta fumatori e dispone di tavolini all’aperto d’estate.
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