L'energia alternativa è ovunque:ecco le sue forme più inaspettate

apr 11, 2015 0 comments
energia alternativa
Di Danilo De Luca
L’energia alternativa, in tutte le sue espressioni, sta cambiando il modo di guardare ai concetti di consumo e di risparmio energetico. L’emergenza ambientale da una parte e l’esigenza di contrarre le spese dall’altra alimentano la green economy, un settore dall’immensa portata innovativa e industria da oltre 100 miliardi di euro solo in Italia. Le esigenze di fare economia da parte dei consumatori, affannati a rintracciare soluzioni efficaci ponendo le varie tariffe di energia elettrica a confronto o a vagliare ogni alternativa esistente, l’assenza di progettualità dei comparti industriale e del terziario, l’assenza di lavoro; problematiche che trovano nell’economia verde e in tutti i suoi risvolti una risposta fortissima. Una risposta che assume forme e contorni sempre più variegati, bizzarri, persino comici. Ma con sostanza.

L’energia alternativa è ovunque

Una fonte di energia alternativa è qualunque risorsa permetta di generare energia senza l’utilizzo di combustibili fossili o nucleari. E quando diciamo qualunque intendiamo davvero qualunque. Solare, eolica, geotermica e compagnia bella? Beh, roba superata. La ricerca nel settore non si arresta mai, il mondo intero concorre a sostenere un progresso sbalorditivo, inarrestabile, sorprendente. E dopo secoli di studi, dalla scoperta del fuoco agli studi di Tesla e le successive evoluzioni, oggi possiamo sorridere fieri e acclamare il genio umano che prende forme nei modi più straordinari, spalanca gli abissi dell’impensabile e reinventa il modo di guardare all’universo dell’energia.
“Scusi, il bagno? Dovrei produrre un po’ di energia”. Perdonate l’intermezzo, ma non è fine a se stesso. Forse solo un po’. L’energia alternativa si ottiene nei modi più impensabili, dicevamo. Persino facendo pipì. A condurre gli studi – con esiti positivi – è stata un’equipe della University of the West of England (Uwe), in collaborazione con Oxfam. L’invenzione è stata ribattezzata Pee Power e consiste in un water che genera energia elettrica grazie ai microbici presenti nelle secrezioni vescicali. Questi diventano il vero e proprio carburante di specifiche celle a combustibile microbica. Un sistema diretto, il primo messo a punto che prevede la conversione diretta dell’urina in energia alternativa.
Fraunhofer Institute, istituto di ricerca tedesco con oltre 60 anni di esperienza, ha messo a punto un sistema capace di ottenere elettricità dalla biomassa di sostanze quali paglia, fanghi, escrezioni animali, scarti di cellulosa. L’invenzione consiste in una bio-batteria in cui una pluralità di tecnologie si integra per consentire di ottenere energia elettrica. La batteria può funzionare da accumulatore, integrabile con impianti eolici o fotovoltaici.
Il Nord Europa si è sempre dimostrato all’avanguardia in fatto di innovazione e attenzione alle tecnologie green. L’ultima perla arriva dalla Finlandia, precisamente dal Vtt Technical Research Centre: una carta da parati capace di generare energia fotovoltaica. È la prima volta in cui viene messa a punto una tecnologia fotovoltaica di origine organica riproducibile in serie, dunque commercializzabile. Si tratta di strisce dallo spessore di0,2 millimetri costituite da elettrodi e polimeri, i quali consentono di immagazzinare l’energia proveniente dal sole. 200 fogli sono in grado di ricoprire una superficie ampia 1 mq, da cui si generano circa 10 watt di potenza. La speciale carta da parati finlandese può essere personalizzata per integrarsi al meglio con l’arredamento domestico. Perché anche l’innovazione richiede un certo charme.
Ma anche l’Italia dice la sua. Il sistema STEM – Solare Termodinamico Magaldi – permette di produrre energia sfruttando le proprietà biochimiche della sabbia. La tecnologia è stata messa a punto dall’azienda salernitana e già nella prossima primavera verrà realizzato il primo impianto. Il meccanismo sfrutta la tecnologia del letto fluidizzato che, come spiega il capo del progetto Gennaro De Michele, consiste in “un sistema costituito da particelle solide, nel nostro caso di sabbia, che vengono tenute in sospensione con dell’aria. In questa maniera la miscela aria-sabbia si comporta come un liquido”. Il progetto pilota messo a punto in Campania ha dato ottimi responsi, l’impianto pronto ad essere realizzato nei pressi di Messina sarà dieci volte più grande. In caso di successo, il progetto, condotto anche con la collaborazione di tre istituti del CNR e dell’Università Federico II di Napoli, si preparerà ad abbracciare il mercato sudamericano.
Il Royal Institute of Technology di Stoccolma ha sviluppato un sistema di produzione di energia alternativa che sfrutta gli scarti organici delle olive. Un biodigestore degrada gli scarti della macina, causando il rilascio di biogas. Quest’ultimo, composto da anidride carbonica, metano e derivati di zolfo, viene convertito in anidride carbonica e idrogeno, una miscela da cui ricavare elettricità. La tecnologia è già stata messa a punto in un oleificio di Granada, in Spagna, generando fino a un kilowattora di potenza.

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