Il dramma di una discarica chiamata Lago Baotou. Dove nascono gli smartphone
Di C.Alessandro Mauceri
C’è un posto che tutti prima di compare un cellulare, magari uno degli ultimi modelli di smartphone, o un tablet, ma anche molti prodotti “verdi” (come alcuni pannelli solari), dovrebbero visitare. È il lago Baotou. Il lago Baotou è un lago artificiale che sorge non lontano dalla città omonima, nella Mongolia interna, regione autonoma della Repubblica Popolare Cinese. Non è un lago naturale: si tratta di un bacino artificiale creato per scaricarci dentro tutti gli scarichi prodotti dalle industrie presenti nell’area. Industrie che preparano un gran quantità di materiali e di semilavorati da necessari per produrre i più moderni e avanzati dispositivi tecnologici. Qui, un tempo, si coltivavano melanzane, pomodori e angurie. Ora, appena ci si avvicina a questa città , non è possibile non avvertire un nauseabondo odore di zolfo. È per questo la maggior parte della gente circola con mascherine: per proteggersi dalle esalazioni che raggiungono velocemente i polmoni e li bruciano.
Il lago di Baotou iniziò a formarsi nel 1958. Da allora non ha mai smesso di crescere: in questa zona vengono estratte terre rare e si producono milioni di metri cubi al giorno di acque residuali acide e tonnellate di residui radioattivi. Nelle industrie vengono utilizzati prodotti altamente tossici come l’acido fluoridrico, l’anidride solforosa e l’acido solforico. E tutti i residui della lavorazione di questi materiali vengono scaricati nel lago. Xu Guangxian (ex presidente della Chinese Chemical Society, “il padre della chimica delle terre rare cinesi”), ha detto che la zona è contaminata dal torio (causa di leucemie e tumori a pancreas e polmoni), che emette radiazioni, e da altre sostanze tossiche, che rischiano di inquinare anche il Fiume Giallo, che è la fonte primaria d’acqua per 150 milioni di persone.
Oggi la Cina è leader mondiale indiscusso della produzione di terre rare. Molte di queste, come il neodimio e il cerio, a dispetto del loro nome, sono presenti anche in altre parti del pianeta, ma la loro estrazione e lavorazione è estremamente tossica. È per questo motivo che la lavorazione di questi minerali si è concentrata in questa zona: qui nessuno impone vincoli insormontabili per l’ambiente o per la salute dei lavoratori, nessuno ha niente da obiettare sugli effetti di queste lavorazioni sull’ecosistema. E nessuna organizzazione internazionale è autorizzata ad effettuare controlli e ad imporre il rispetto di protocolli mai riconosciuti dalla Cina. I pochi occidentali che si spingono fin quaggiù non sono benvisti: pochi parlano con loro e le risposte sono sempre uguali come se facessero parte di un protocollo impartito dai vertici.
È per questo che, ad esempio, solo a Baiyun-Obo, una località mineraria non lontana da Baotou, si estraggono il 95% di tutte le terre rare del mondo.
Ormai non ci sono più campi coltivati né allevamenti: il paesaggio è diventato desertico, interrotto solo dalle sempre più numerose fabbriche che vomitano fumo e lunghi tubi che sbucano dalla terra e corrono lungo le strade fino al lago Baotou. Qui le industrie scaricano tonnellate e tonnellate di liquami tossici. E la popolazione aumenta a ritmi vertiginosi che fanno pensare ai tempi della corsa all’oro del Klondike: negli anni Cinquanta, a Baotou vivevano meno di centomila persone. Dopo il boom delle miniere e dell’estrazione delle terre rare, oggi gli abitanti sono più di due milioni e mezzo.
Un incremento demografico che è stato possibile anche grazie allo sbarramento di un fiume: è in questo modo che, quella che una volta era terra agricola, è stata trasformata in un lago, anzi in “bacino di decantazione”: una discarica per tutti i rifiuti prodotti dalle industrie presenti nel territorio. Rifiuti estremamente pericolosi tanto da richiedere che la zona venga sorvegliata dai militari.
Un lago che molti di quelli che si hanno acquistato uno dei telefonini di ultima generazione potranno facilmente vedere con il loro cellulare, ma senza capire cosa sta realmente avvenendo a Baotou.
Fonte:http://www.notiziegeopolitiche.net/?p=52172
Foto:http://www.tomshw.it/news/il-lago-tossico-dell-hi-tech-il-prezzo-che-paga-la-cina-della-crescita-a-doppia-cifra-65432
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