Di Salvatore Santoru
Sta facendo discutere sui social network e nei media francesi la notizia dell'esclusione di una ragazza di fede musulmana dalla propria classe per via del suo abbigliamento considerato "provocatorio" e non consono.
La ragazza, che a scuola non porta nemmeno il velo, è stata cacciata dalla classe perché la sua gonna è stata considerata troppo lunga, e ciò è stato visto come un riferimento "religioso", visto che lo stato francese considera illegale ogni richiamo alla religione nella scuola statale.
Sui social, molti hanno denunciato la decisione sostenendo che si tratti di un atto di bigottismo (seppur "laicista" e "anticlericale") e di ipocrisia, ed è stato attivato l'account #JePorteMaJuppeCommeJeVeux ("Indosso la gonna che voglio“).
Secondo diversi critici, le stesse "leggi sulla laicità" nascondono un forte pregiudizio verso i musulmani e più in generale le comunità dei migranti.
Sul fatto ci sarebbe da segnalare che effettivamente c'è una sorta di ipocrisia, in quanto la Francia si fa portatrice mondiale dell'idea della libertà e dell'uguaglianza, nonché del multiculturalismo e della valorizzazione delle diversità, ma nei fatti s'impone una visione laicista e monoculturale.
Difatti, facendo delle considerazioni "giuridiche" se si vuole una libertà integrale non si può prescindere da quella di costume: ognuno, si dovrebbe vestire come vuole, e se il vestito richiama simbolicamente la religione in cui si crede non dovrebbe essere di per sé uno scandalo, come non lo è un tipo di abbigliamento che richiama l'ideologia politica o anche gli ideali musicali o sportivi in cui si crede e a cui ci si ispira, e in caso contrario viene leso il principio dell'uguaglianza, visto che il primo caso non è tollerato, ma il resto sì.
Inoltre, se si vuole il multiculturalismo e il relativismo che ne consegue, si devono rispettare, accettare e mettere sullo stesso piano le altrui fedi e culture come si fa con la propria:nel caso francese l'Islam o il cristianesimo ad esempio con il laicismo, che è a tutti gli effetti la "religione di Stato".
In caso contrario bisogna dire si predica bene e si razzola male, e si spaccia l'imposizione di una società monoculturale e monoreligiosa, cosa di per sé ovviamente legittima, ma si afferma di volere il contrario.
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