Di Adriano Scianca
Il razzismo antibianco delle periferie francesi sbarca anche al cinema. È infatti in arrivo sui grandi schermi transalpini Patries, della regista Cheyenne Carron.
La pellicola parla della storia di Sébastien, un ragazzo francese che con la sua famiglia va ad abitare nella banlieue parigina. Qui fa subito amicizia con Pierre, un giovane camerunense in cerca della sua identità, ma deve scontare anche l’ostilità di un gruppo di ragazzi di origine africana.
Carron è del resto una regista da sempre interessata ai temi delle origini, delle appartenenze, delle identità, anche in virtù della sua storia familiare: di origine kabila, a tre mesi viene sottratta ai genitori naturali per una storia di maltrattamenti e affidata ai Carron, una famiglia di cattolici umanisti di sinistra. Nella Pasqua del 2014 si è fatta battezzare ed è diventata Cheyenne-Marie.
Il suo precedente film, L’Apôtre (L’Apostolo), ha fatto discutere per il fatto di rappresentare la conversione al cattolicesimo di un giovane musulmano, fra la costernazione della sua famiglia e della sua comunità (dopo gli attentati di Charlie Hebdo il ministero degli Interni ha fatto sì che alcune proiezioni della pellicola saltassero per pericolo di attentati).
Ora arriva il tema forte del razzismo antibianco, una realtà che i media francesi negano con forza, ormai oltre ogni plausibilità. “Io non sono né bianca né nera – ha detto in un’intervista la regista – ma marrone chiara. Non ho mai sofferto del razzismo da parte dei bianchi o dei neri. Dai tempi della mia adolescenza ho avuto occasione di frequentare ragazzi e ragazze venuti da tutti gli ambienti e da tutte le origini etniche. Ho osservato le manifestazioni del razzismo in tutte le sue forme. Oggi credo di avere abbastanza distanza da questo soggetto per potermene
interessare in quanto cineasta. Ho constatato che molti magnifici film sono stati fatti per denunciare il razzismo contro i neri, penso a Imitation of Life, 12 years a slave, o Dear white people, ma non ho mai visto dei film sul razzismo antibianco. Allora ho avuto voglia di correggere questo dato”.
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