Vignetta di Sandro Bessi |
Nell’Africa centrale dal 2002 ad oggi il numero degli elefanti è diminuito del 76% e dal 1989, cioè dall’accordo che bandì il commercio internazionale dell’avorio, sono state fatte deroghe e ci si è accorti che i controlli non sempre sono efficienti. Non è solo colpa del bracconaggio se in Africa viene ucciso un elefante ogni 15 minuti, benché i bracconieri abbiano le loro pesanti colpe (basti pensare che negli ultimi otto anni il commercio illegale di avorio è raddoppiato). Lo si è visto già dopo pochi anni che il bando del 1989 non bastava a preservare dall’estinzione gli elefanti, uccisi per le zanne e quindi per l’avorio. Sulla rivista Conservation Biology è stato detto chiaramente che, se si vuole conservare quanto resta degli esemplari selvatici di elefanti nelle nazioni dell’Africa, tutti i mercati d’avorio internazionali e locali devono essere chiusi. Inoltre, scorte governative di avorio, attualmente sparse per il mondo, devono essere distrutte, dal momento che sono note fonti di immissione sul mercato nero di avorio illegale. Secondo l’autore della ricerca, la corruzione mina tutti gli aspetti dei controlli lungo la catena distributiva del mercato legale di avorio. Un caso emblematico fu raccontato dai media americani nel 2012. In una gioielleria di Manhattan fu scoperta una tonnellata di avorio illegale; era tutto quanto rimaneva di cento elefanti che erano stati massacrati. Pensate a cosa si potrebbe scovare setacciando tutta New York oppure una grande metropoli italiana. Di questo passo nel giro di pochi anni gli elefanti saranno solo immagini sui libri da mostrare ai nipoti, né più né meno, come i dinosauri.
Nel febbraio dell’anno scorso negli Stati Uniti il presidente Obama annunciò progetti per imporre il divieto totale della commercializzazione di avorio eppure…
La regolamentazione della vendita non è stata mai realmente introdotta a causa di ritardi amministrativi. Avrà giocato un ruolo la pressione della National Rifle Association, che ha strenuamente combattuto il divieto e ha sollecitato il Congresso ad alleggerire anche le norme già in vigore?
L’accordo del 1989 permetteva di continuare a commercializzare l’avorio ottenuto da elefanti massacrati prima di quell’anno; il problema è che si fatica a datare l’avorio, a meno che non si utilizzino test molto costosi! E c’è chi continua a procurarselo spacciandolo magari per vecchio di oltre 26 anni. Perché sennò i bracconieri nel solo 2002 avrebbero ucciso 35.000 elefanti? Secondo William Woody, dirigente del Fish and Wildlife Service americani, spesso i documenti vengono falsificati e le sanzioni legali non servono come deterrente. L’Asia è il primo mercato dell’avorio, gli Stati Uniti il secondo, con epicentro a New York, California e Hawaii. A gennaio l’Unione Europea ha approvato una risoluzione che raccomanda agli Stati membri di prevedere una moratoria di tutti i commerci e le vendite di avorio. La Francia l’anno scorso ha distrutto le sue scorte. Eppure negli ultimi dieci anni i massacri di elefanti sono di nuovo aumentati fino a livelli pressochè irreparabili. Quindi, o il divieto diventa assoluto e da subito oppure presto non ci sarà più niente da fare.
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