Di Federico Ciapparoni
1. Stato Islamico (IS)
Il gruppo islamista, nato in Siria e Iraq e guidato dal leader Abu Bakr al-Baghdadi, è stato uno degli ultimi gruppi jihadisti ad approdare sul suolo africano. La sua pericolosità , nota ormai al mondo intero, adesso minaccia anche il Continente Nero, usato (come rivelato dai militanti stessi) come crocevia per l’Europa. Così, se la Libia sembra essere la base africana del califfato, anche Egitto, Algeria, Tunisia e Marocco sono a rischio per la presenza di cellule jihadiste sul suolo nazionale. Secondo osservatori e analisti, proprio da questi paesi, l’ottobre scorso, sono partiti più di 5 mila “foreign fighters”, pronti ad unirsi alla causa del califfato, proclamato inizialmente in Siria e Iraq e poi diffusosi nelle vicine regioni mediorientali. L’attentato dello scorso marzo al Museo del Bardo di Tunisi, in cui hanno perso la vita 25 persone, è l’esempio più lampante della vicinanza e della pericolosità delle minacce dell’IS all’Europa.
2. Al Shabaab
Il gruppo insurrezionalista islamico somalo, fautore della strage che ha colpito il campus universitario keniota di Garissa giovedì 3 aprile, è attualmente uno dei gruppi armati jihadisti più pericolosi dell’Africa. La sua vicinanza con Al Qaida, sancita nel 2012 grazie ad un video dello stesso leader islamico al-Zawahiri, lo cataloga di diritto tra le minacce più grandi del mondo arabo. La sua base è, ovviamente la Somalia, dove negli ultimi anni si è reso particolarmente attivo nel tentativo di rovesciare il governo, attaccando tutti quei paesi che sono intervenuti militarmente per appoggiare il governo centrale. Come evidenziano le ultime notizie di cronaca, nel mirino di questo gruppo militare c’è il Kenya, già attaccato nel 2013 con un assalto a un centro commerciale di Nairobi. Le sue forze armate contano circa 8 mila uomini.
3. AQMI (al-Qaeda nel Maghreb Islamico)
Questo gruppo jihadista, noto anche con il nome di Gruppo salafita per la predicazione e il combattimento, nasce negli anni ’90 in Algeria, durante la guerra civile, con l’intento di rovesciare il governo e istituire un primo modello di Stato Islamico. La sua affiliazione, nel 2005, con al-Qaida ne sancisce forza e pericolosità , come testimoniato dal ruolo fondamentale ricoperto dal gruppo in occasione della guerra civile Maliana, che ha portato alla dichiarazione di indipendenza della parte nord del paese, abitata dai tuareg. L’Aqmi, oggi, è tornato ad essere molto attivo in Algeria, dove da mesi cerca di far cadere il governo centrale per instaurare un Regno Islamico dell’Africa Settentrionale. La sua pericolosità è stata accertata con la dichiarazione, da parte dei suoi leader, di voler attaccare obiettivi europei e americani. Il gruppo, seppur indebolito dall’attacco francese del 2013 in Mali, ha tanto seguito soprattutto in Algeria, dove risiedono la stragrande maggioranza dei suoi combattenti attivi, e nel Sahel, la fascia di terra che si estende tra il deserto del Sahara a nord e la savana del Sudan a sud.
4. Boko Haram
Boko Haram è un’organizzazione jihadista nigeriana, nota anche come Gruppo della Gente della Sunna per la propaganda religiosa e il Jihad, molto attivo in Africa. Fondata nei primi anni 2000 a Maiduguri, nel nord della Nigeria, da Ustaz Mohammed Yusuf, con il tempo il gruppo si è fatto conoscere anche inCamerun, in Niger e in Ciad per la sua violenta campagna militare e terroristica. Il fondamentalismo attivo di cui si fa promotore ha l’obiettivo di rovesciare il governo centrale nigeriano, presieduto da Abuja, al fine di creare uno Stato Islamico. Pretesa, questa, che ha avvicinato pericolosamente il gruppo all’IS, con il quale sembra abbia stipulato un’alleanza nei primi mesi del 2015. Il nuovo presidente della Nigeria, Muhammadi Buhari, ex generale dell’esercito, ha giurato, nel marzo dello scorso anno, di dedicare ogni sua attenzione e sforzo alla distruzione di questa pericolosa organizzazione. Boko Haram è dotato di una delle forze militari più numerose del continente: si parla di circa 10 mila uomini armati a disposizione del nuovo leader Abubakar Shekau, succeduto al fondatore Ustaz Mohammed Yusuf.
5. Consiglio della Shura dei Rivoluzionari di Bengasi
Si tratta di una coalizione militare con sede a Benghazi, in Libia, formata da forze armate islamiste e jihadiste come Ansar al-Sharia, Libya Shield 1 e altri gruppi. Nata nel giugno del 2014, questa organizzazione militare ha ricoperto un ruolo fondamentale nella seconda guerra civile libica, al punto da essere stata introdotta dall’IntelCenter (una società privata statunitense che offre i propri servizi e dati alle agenzie di intelligence) tra i 10 gruppi militari più pericolosi del mondo. La sua fondazione è avvenuta per far fronte a due avvenimenti importanti: l’avvio dell’Operation Dignity dell’ex colonnelloKhalifa Haftar e la sconfitta dei candidati islamisti alle elezioni della camera bassa del parlamento libico.
6. MUJAO
Noto anche come Movimento per l’Unicità e il Jihad in Africa Occidentale, il Mujao è un gruppo militare islamista nato nel 2011 con l’intento di portare la Jihad nell’Africa Nord-Occidentale. Diverse sono state le azioni militari che lo hanno portato a conoscenza dei servizi di intelligence internazionali, come ad esempio il coinvolgimento in prima persona nella Guerra in Mali nel 2012 al fianco del Movimento nazionale dell’Azawad e di Ansar Dine o l’aggressione in Niger di un convoglio dell’ONU lo scorso 3 ottobre, in cui persero la vita nove Caschi Blu.
7. Ansar Dine
Il gruppo fondamentalista islamico Ansar Dine ha base nell’Africa Nord Occidentale ed è una delle organizzazioni che ha preso parte, con il Mujao, nella guerra in Mali. Nonostante il suo nome sia lo stesso di un movimento legalizzato nel 1992, guidato dal predicatore Cherif Ousmane Haidara, vicepresidente dell’Alto Consiglio islamico del Mali, le sue intenzioni sono tutt’altro che pacifiche: Ansar Dine, infatti, si batte da anni per l’instaurazione della Sharia nel Mali e le voci su una sua presunta alleanza con l’AQMI lo rendono uno dei gruppi militari più pericolosi dell’Africa del Nord.
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