Di Salvatore Santoru
In Iraq, com'è noto le forze governative e le milizie sciite finanziate dall'Iran sono in prima linea nella lotta contro l'ISIS, tanto che gli USA per contrastare i miliziani islamisti hanno previsto un riavvicinamento con la stessa Iran.
Ma, sono già sorti diversi problemi da questa situazione, e i curdi hanno denunciato l'avanzata delle milizie sciite come pericolosa per tutta l'area, a causa del rischio di conflitti religiosi tra sunniti e sciiti.
Difatti, le stesse milizie sciite si sono già macchiate di numerosi crimini contro i gruppi sunniti del paese, sia per vendetta che per intenzioni egemoniche, visto che bisogna ricordare che nell'area è sopratutto in corso una lotta interna all'Islam, con a livello geopolitico gli sciiti guidati dall'Iran, e i sunniti rappresentanti maggiormente da Giordania,Arabia Saudita, Qatar e nelle versioni più integraliste dalla stessa ISIS, ma c'è da dire che a morire di questa "guerra" sono sopratutto innocenti civili, sia sunniti che sciiti.
Sembra proprio che la storia si sta ripetendo, con gli USA che dopo aver sostenuto i paesi più sunniti dell'area, tornano ad allearsi momentaneamente con l'Iran, e l'Iraq torna ad essere un campo di battaglia nella secolare lotta tra sciiti e sunniti, che per un certo tempo il sunnita moderato Saddam Hussein aveva tentato di estirpare, ma per via degli interessi convergenti di integralisti sunniti, sciiti radicali e degli States (un tempo alleati) era stato messo fuori gioco, e oggi sembrerebbe che tutto sommato, nonostante i numerosi crimini commessi durante il suo regime, quello di Hussein è stato il periodo più stabile del paese.
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