Circa 6 mila anni fa, un antico popolo che viveva lungo la costa dell’Ecuador cominciò a produrre le prime figurine in ceramica comparse in America.
Piccole e solide figurine intagliate nella pietra, alte tra i tre e i cinque centimetri, sono state trovate in alcuni siti archeologici come Real Alto e Loma Alta.
Ricavate dal carbonato di calcio (ma anche dal calcare, marmo e gesso), queste piccole statuine risultano eseguite con una grande cura dei dettagli, con le caratteristiche facciali chiaramente delineate.
Ciò che ha lasciato perplessi i ricercatori è il fatto che le statuine spesso presentano caratteristiche sia maschili che femminili, come il seno di una donna e i genitali di un uomo. Avendo poche informazioni sulla cultura di Valdivia, questo aspetto della realizzazione artistica risulta particolarmente enigmatico.
Si pensa che nella tradizione mitologica fosse presente una qualche figura di divinità androgina, oppure che le figurine richiamino ad una sorta di perfezione primordiale dove non vi fosse la separazione tra maschile e femminile, ma l’unità dei generi, in maniera simile al mito dell’androgino narrato da Platone migliaia di anni più tardi.
Circa 500 anni più tardi, le statuite che cominciano ad apparire a Real Alto, pur presentando caratteristiche simili a quelle dei loro predecessori, vengono realizzate con la creta, materiale che permette una migliore resa dei dettagli. Le braccia delle statuine sono solo accennate e le gambe sono separate da un taglio triangolare.
La maggioranza delle figurine, in questo periodo, sembra essere di sesso femminile, con seni prominenti e corpi voluttuosi. Tuttavia, anche in questo periodo sono presenti statuine androgine. Come riportato sul sito delMetropolitan Museum of Art di New York, la maggior parte delle statuine è stata rinvenuta nei pressi dei focolari e nelle aree di preparazione degli alimenti (attività tradizionalmente associata alle donne).
Sulla base del contesto, le figurine potrebbero essere interpretate come buon auspicio per la fertilità. La posizione eretta delle figurine e le mani giunte evocano alcune posizioni di danza dei nativi americano, portando alcuni studiosi a ritenere che una parte delle statuine di Valdivia rappresenti figure danzanti. Tuttavia, il loro scopo preciso rimane sconosciuto.
La cultura Valdivia è stata scoperta nel 1956 dall’archeologo ecuadoriano Emilio Estrada. Basandosi sul confronto dei resti e degli stili ceramici antichi, Estrada ha suggerito un rapporto molto stretto tra la cultura di Valdivia e l’antica cultura Jōmon sull’isola di Kyushu, Giappone. La teoria si basa sul fatto che l’antico popolo giapponese fosse in grado di compiere traversate oceaniche già nel 4° millennio a.C.
Nel 2013, un gruppo internazionale di genetisti ha pubblicato uno studio nel quale si rivela una somiglianza genetica tra i due gruppi umani, sostenendo così la teoria del contatto Giappone-Valdivia.
Come per altre culture antiche, anche quella di Valdivia interpella la curiosità dei ricercatori sul passato remoto dell’umanità. Culture tanto antiche, eppure tanto progredire da avere la capacità di traversare l’oceano. La vera storia dei nostri antenati è ancora avvolta nel mistero, e sembra ben rappresentata dagli enigmatici volti delle figurine di Valdivia.
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