L'Agent Orange sta ancora avvelenando il Vietnam

mar 30, 2015 0 comments
Di Federico Nejrotti
Spray and bomb, bomb and spray.”
Percy Jones è un veterano del Vietnam, ​tre anni fa è stato intervistato dal Richmond Confidential. Conosce le conseguenze della chemical warfare statunitense e ormai sono trent’anni che soffre di diabete e di pressione alta. In Vietnam l’odore delle bombe si confondeva con quello degli agenti chimici, ed è per questo che per Percy la guerra del Vietnam è “spray and bomb, bomb and spray.” Percy Jones è un reduce dell’Agente Arancio. È molto fiero di aver servito la propria nazione.
“Martin Luther King did not begin his speech with, «I have a nightmare.»”
Thao Nguyen Griffiths è una delle protagoniste di ​un lungo reportage di Cleveland.com sull’Agente Arancio. È un’attivista vietnamita che vuole dedicare la sua vita ad aiutare la sua nazione, disinnescando mine inesplose e bonificando zone massacrate dai pesticidi. È anche una delle poche fortunate madri del posto ad aver dato i natali ad un figlio sano. Quando suo figlio è nato, ad Hanoi, non le è bastato sentire urlare il dottore “è un maschio!” per essere felice. Ha dovuto aspettare di avere suo figlio in braccio, e solo dopo avergli contato le dita delle mani e dei piedi ha serenamente sospirato. “Molte madri; molte, molte altri madri non vivono questo lieto fine. Non in Vietnam,” ha raccontato a Cleveland.com.
Un elicottero dell'esercito americano irrora terre agricole vietnamite con Agente Arancio. via Wikipedia
La guerra del Vietnam è durata oltre 19 anni e ha causato tra uno e due milioni di vittime totali; è una guerra strana, incredibilmente assimilata nell’immaginario collettivo e per questo forse distante dalla nostra realtà, paradossalmente molto più distante dei due conflitti mondiali, nonostante le cronologie.
Sono esplose bombe, si sono consumati raid, agguati, i bombardamenti al napalm hanno letteralmente polverizzato una nazione, ma sono tutti eventi che sono avvenuti in un istante e hanno poi lasciato una scia emotiva di devastazione. I morti sono morti, e quelli non li porta indietro nessuno. L’Agente Arancio invece è rimasto lì, abbracciato affettuosamente a ogni fazzoletto di terra vietnamita che ha sfiorato, e ora si comporta come un parassita: si nutre dell’ecosistema e lo inquina con le proprie tossine.
L’Agente Arancio è un defoliante e viene utilizzato per la prima volta nel 1950 dagli inglesi durante l’Emergenza Malese, nel corso dell’Operazione Trail Dust. Nel 1962 l’erbicida torna in auge, e viene sfruttato dagli americani nell’Operazione Ranch Hand, nel corso della quale, fino al ‘71, sono stati irrorati 20 milioni di galloni (oltre 75 milioni di litri) di erbicidi vari su tutto il Vietnam del Sud.
Il problema era piuttosto elementare: durante la Guerra del Vietnam i vietcong giocavano in casa, rendendo la vita incredibilmente difficile agli americani. La soluzione più ovvia? Smontare la casa ai Vietcong. Serviva qualcosa di tollerabile, non troppo drastico, e lasciare che l’ecosistema marcisse autonomamente, con l’aiuto di venti milioni di galloni di defoliante, era sicuramente l’idea migliore. Se non c’erano le piante i Vietcong non sapevano dove nascondersi, e un Vietcong che non si sapeva nascondere era un Vietcong morto.

Un documentario del New York Times sulla "long legacy" lasciata da Agente Arancio in Vietnam. 
Considerato il tipo di guerriglia i numeri sono piuttosto impressionanti: 10 anni di campagna, 20,000 raid, 5 milioni di acri di foreste colpiti, 500,000 acri di raccolto gravemente danneggiati o distrutti, 400,000 morti per intossicazione e 500,000 bambini nati con disabilità a causa delle intossicazioni da Agente Arancio
L’Operazione Ranch Hand ha visto l’utilizzo dei ‘​rainbow herbicides,’ una vasta gamma di defolianti diversi per caratteristiche e sopratutto per il colore dei fusti in cui ognuno di essi era contenuto. L’Agente Arancio, a onor del vero, è stato utilizzato ‘solo’ dal 1965 al 1970; ma vista la sua composizione, tanto è bastato.
L’Agente Arancio a livello pratico è il prodotto di due diversi erbicidi, il ​2,4,5-T e il ​2,4-D. In generale 20 milioni di galloni di defoliante di sicuro non fanno bene a nessuno, ma se il 2,4,5-T utilizzato per l’Agente Arancio è contaminato dalla ​tetracloro-dibenzo-diossina allora i problemi si fanno seri, perché si tratta di una particolare diossina molto tossica. La sezione ‘​Rischi’ della pagina Wikipedia dedicatale è letteralmente tragica, non leggetela se siete di cattivo umore perché non aiuterà.
Nel 1971 ​il 12 percento della superficie totale del Vietnam del Sud era stata irrorata dai defolianti, e la concentrazione di agenti chimici media era ​13 volte superiore al limite stabilito dal Dipartimento di Agricoltura statunitense. Ovviamente Ranch Hand andava ben oltre qualunque tipo di buon senso etico e pratico, visto che l’irrorazione indiscriminata di 75 milioni di litri di agenti chimici su una nazione era letteralmente una grassissima risata in faccia alle ​Convenzioni di Ginevra.

Una mappa che indica i luoghi ancora contaminati dalla tetracloro-dibenzo-diossina in maniera critica in Vietnam.
Nonostante la decina di anni coperti dall’Operazione, le notizie a riguardo arrivano negli Stati Uniti solo nel 1965 e per di più in una versione piuttosto distorta. Sulla carta Ranch Hand aveva come obiettivo l’indebolimento e il logoramento delle truppe nemiche: privarli dei nascondigli e portarli alla fame a causa della distruzione dei raccolti sembrava un ottimo metodo per ammansirli senza particolare spargimento di morte e distruzione. Ovviamente però non si poteva essere fieri di una tattica del genere, perlomeno in pubblico, così il Dipartimento di Stato americano ha deciso di parlarne con i propri cittadini 3 anni dopo l’inizio delle Operazioni. Nel 1965 il 42 percento di tutti gli agenti irrorati erano dedicati al danneggiamento e alla distruzione dei raccolti.
L’ultima spiaggia poteva essere quella della coscienza dei soldati, coloro che a conti fatti eseguivano le operazioni di irrorazione, ma è bastato spiegargli che quei raccolti erano destinati ai Vietcong e non ai civili per fugare ogni dubbio. Non c’è nemmeno bisogno di dirlo, ma quei raccolti non erano destinati solamente ai Vietcong, e così l’Operazione Ranch Hand ha causato, tra le altre, una diffusa e gravissima carestia in tutta la regione.
Il 30 aprile 1975 la Guerra del Vietnam finisce, Agente Arancio però continua la sua guerriglia silenziosa, trincerato in ogni angolo possibile del Vietnam del Sud. Quello della tetracloro-dibenzo-diossina è un capitolo distorto della storia americana, una tattica offensiva criminale coperta da una coltre di dubbia moralità. Al governo statunitense non è bastato poco tempo per digerire la questione e capire come affrontare le conseguenze, e ​solo nel 1991 con l’Agent Orange Act si cercheranno di tirare le somme.
Il governo decide di assegnare alla National Academy of Sciences il compito di stabilire eventuali prove scientifiche che colleghino il servizio militare effettuato in Vietnam da parte di alcuni veterani e l’insorgenza di patologie come linfomi, sarcomi e cloracne. Il ​New York Times specifica però che “gli studi sugli effetti di Agente Arancio tendevano ad usare un linguaggio ben lontano dall’essere assoluto. Certe malattie, per esempio, venivano “associate” con l’esposizione alla diossina, e la manifestazione di determinati sintomi era definitiva come “possibile” collegamento al tetracloro-dibenzo-diossina.
Due ragazzi vietnamiti colpiti dalle deformazioni congenite dovute all'Agente Arancio. via DailyMail
Negli Stati Uniti è stata effettuata un’operazione di tamponamento: cure mediche e controlli periodici vengono assicurati a tutti i veterani del Vietnam e col tempo questa misura di welfare è stata estesa a chiunque manifestasse sintomi da esposizione ad Agente Arancio. In Vietnam però non se la passano troppo bene.
Per capirci, ​in uno studio datato 2000 trenta donne vietnamite esposte ad Agente Arancio o sposate a uomini esposti ad Agente Arancio sono state seguite nel corso della loro vita ed è stato riscontrato un numero decisamente sopra la media di aborti e di parti prematuri. Inoltre, due terzi dei loro figli sono nati con malformazioni congenite o hanno sviluppato disabilità prima dei 5 anni.
​Il magistrale reportage di Cleveland.com racconta nei dettagli la questione: il problema non è un qualche tipo di rimorso o di senso di colpa per ciò che è successo in Vietnam, il problema è che bisogna agire e bonificare ora. Le aree ancora oltre i livelli di sicurezza sono davvero tante e ancora oggi partorire in Vietnam significa giocare alla roulette russa con il destino.
Nick Ut, l’uomo che ha scattato la storica fotografia della ‘napalm girl’ in Vietnam, è piuttosto chiaro su quanto l’Agente Arancio abbia piegato il futuro della regione, “Sembrava ne piovesse di più ogni giorno, e mi spaventava. Quando poi si è scoperto quanto fosse pericoloso ho cominciato ad avere paura di esservi stato esposto, ma sto bene. I miei figli stanno bene. I miei nipoti stanno bene. Sono stato fortunato, sai? Ma i bambini che incontrerai qui, loro non sono stati fortunati,” ​ha detto all’inviata di Cleveland.com.
Uno scatto dell'Operazione Ranch Hand. via Wikipedia
La ‘​Generazione Arancio’ è ben lontana dallo scomparire. L'emivita della diossina presente nel tetracloro-dibenzo-diossina dipende da dove si trova. Nel corpo umano si va dai 10 ai 20 anni, nell’ambiente dipende dal tipo di terreno contaminato e dalla profondità a cui si trova: in superficie il calore del sole riesce a decomporre la diossina in qualche anno, se invece le sacche tossiche si trovano sotto la superficie o in riserve d’acqua l'emivita può prolungarsi fino ad un centinaio di anni.
Oggi il governo americano invia aiuti in Vietnam per seguire chi sta soffrendo dei sintomi da esposizione da Agente Arancio e porta avanti, assieme al governo vietnamita, operazioni di bonifica nelle aree contaminate; ma gli sforzi non sono mai troppi.
Il Vietnam del Sud assume le sembianze di una Chernobyl dimenticata e anomala. Il Vietnam è abitato, i terreni non sono abbandonati e i tentativi di bonifica e contenimento dei danni sono attivi, ma le persone continuano a vivere nella loro quotidianità il debito che quei 75 milioni di litri di agenti chimici sganciati sopra la regione hanno lasciato. Le conseguenze della diossina sul corpo umano sono mostruose, ma la sensazione è che la situazione sia ormai sfuggita di mano e che non si possa fare altro che aspettare che la natura faccia il suo corso: l’Agente Arancio è venuto per restare.

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