Di Alessandra Zavatta
C’era un’esperta americana di sicurezza e guerre elettroniche a bordo del volo Germanwings precipitato in Francia. Yvonne Selke, 58 anni, originaria di Nokesville, era un dipendente di una società di contractor del Pentagono specializzata in difesa e intelligence.
Fondata nel 1914, è divenuta nota per aver supportato durante la Seconda Guerra Mondiale la Marina militare statunitense.
Ora l’azienda, che deve il 99% delle entrate ai contratti con il governo Usa, si occupa di costruire reti telematiche in grado di bloccare hacker e spionaggio (industriale e militare), satelliti e mappe geospaziali. Ha elaborato sistemi per intercettare segnali «nemici» e capire da dove provengono. Lavora pure con l’Aeronautica, l’Esercito, il Pentagono, la Nasa, i ministeri dell’Interno e dei Trasporti. In questo ambiente, dove l’alta tecnologia fa la differenza, operava da 23 anni Yvonne Selke. Una donna importante, una manager. Tanto che la notizia della morte è stata data da Jen Psaki, portavoce del Dipartimento di Stato, che ha confermato la presenza di tre cittadini americani sul volo Barcellona-Düsseldorf. Yvonne era in compagnia della figlia Emily, 22 anni, laureata alla Drexel University nel 2013. «Tutta la nostra famiglia è profondamente addolorata per la loro scomparsa», ha affermato il marito, Raymond Selke. «Era una persona meravigliosa», raccontano i colleghi sottolineando la delicatezza degli incarichi svolti: «Lavorava nell’ambito della missione geospaziale che coordina per il Pentagono la mappatura via satellite della Terra». Il capo del personale la descrive come «una donna che ha speso la vita per l’azienda». Un’azienda strategica dove spesso sono finiti uomini che hanno operato per il governo. L’attuale vicechairman è Mike McConnell, viceammiraglio che ha ricoperto l’incarico di direttore della National Intelligence con i presidenti George W. Bush e Barack Obama. Per cinque anni nell’organico aziendale ha figurato pure Ian Brzezinski, figlio di Zbigniew Brzezinski, il potente consigliere per la sicurezza nazionale Usa durante la presidenza di Jimmy Carter, dal 1977 al 1981.
Che ci faceva Selke su quell’aereo? Ufficialmente era in viaggio con la figlia. A Düsseldorf comunque c’è un ufficio della sua società. Nessuno conferma che stesse andando proprio lì. Certo è che in un’Europa dove spirano venti di guerra, con la crisi Ucraina che ha catapultato nei Paesi Nato più di mille carri armati e mezzi blindati statunitensi per le esercitazioni in corso gli Alleati, per qualcuno il viaggio dell’addetta alle mappe satellitari del Pentagono non è un caso. Come per molti non era un caso che sul volo MH 370 della Malaysia Airlines, decollato l’8 marzo 2014 da Kuala Lumpur e mai arrivato a Pechino, ci fossero venti ingegneri della Freescale Semiconductor. Società americana produttrice di semiconduttori con sede ad Austin, in Texas, e filiali in 19 paesi, tra cui Malesia e Cina. Presso la sede di Suzhou lavoravano quattro di questi ingegneri, tutti cinesi, autori di un recentessimo e segretissimo brevetto nel campo dell’elettronica. La scomparsa del Boeing 777, avvenuta un’ora dopo il decollo, ha fatto sì che i 227 passeggeri e i 14 membri dell’equipaggio siano stati dichiarati morti. Così ora i titolari del brevetto top secret non sono più gli ingegneri specializzati in guerra elettronica ma il committente per cui l’avevano realizzato. A bordo del volo MH 370 c’era pure un ingegnere dell’Ibm: Philip Wood, 51 anni, texano, appena trasferito dalla multinazionale proprio in Malesia. A lui è stata attribuita una fantomatica foto «nera» inviata qualche giorno dopo la scomparsa del B777 con longitudine e latitudine che riportano alle isole Chagos, l’atollo dove si trova la base Usa di Diego Garcia. Dove sarebbe finito, senza conferme però, il volo Kuala Lumpur-Pechino.
Altro «giallo» irrisolto è la presenza, il 28 dicembre scorso, sul volo QZ8501 di AirAsia partito da Surabaya e precipitato in mare prima dell’arrivo a Singapore, di Chi Man Choi, amministratore delegato della Alstom Power. Holding che sta costruendo in Cina centrali nucleari di nuova generazione che producono il triplo di energia e scarti ridotti ad un decimo rispetto al passato.
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