«Aveva 53 ANNI, da agosto non riscuoteva lo stipendio e domenica ha deciso di farla finita, lasciando la moglie, disoccupata, e quattro figli. Siamo spiazzati e preoccupati». Raccontano così Alessandro Mugnai, segretario provinciale della Cgil e Nicola Innocenti, della Fillea dello stesso sindacato, la tragica fine di un operaio cortonese.
«Non mi vergogno di usare la parola eroe per questa persona – continua Mugnai – attaccato al lavoro, un operaio esemplare. Il 3 febbraio l’azienda per la quale lavorava, una ditta edile, è stata dichiarata fallita. Gli spettva la cassa integrazione ma da agosto non riceveva più nulla e lo sportello anticrisi della Provincia non anticipa le somme per questo tipo di ammortizzatore sociale. Il fatto tragico è che ci sono circa 3 mila lavoratori in tutta la provincia che condividono la stessa sorte: da sei mesi non si è più visto un euro».
«Arezzo è la terza provincia in Toscana per numero di ore di cassa in deroga. Una parte consistente di persone che l’anno scorso erano cassintegrati adesso è in mobilità : finiscono gli ammortizzatori sociali e si rimane senza lavoro. La storia dell’operaio morto suicida getta luce su chi avrebbe anche il paracadute della cassa in deroga ma che, in pratica, non ha uno stipendio su cui contare davvero».
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