Di Giovanni Giacalone
Il Dipartimento di Stato americano ha ospitato, nell’ultima settimana di gennaio 2015, una delegazione di leader legati ai Fratelli Musulmani, per fare il punto sulle attuali misure di opposizione nei confronti della nuova leadership egiziana, guidata dal presidente Abdelfattah al-Sisi. La delegazione era composta da diversi personaggi tra cui Waleed Sharaby, Gamal Heshmat, Abdel Mawgoud al-Dardery e Maha Azzam.
I membri della delegazione
Waleed Sharaby, membro dell’”Egyptian Revolutionary Council” e del “Judges for Egypt” era stato rimosso dal proprio incarico in Egitto nel gennaio 2014 per legami con i Fratelli Musulmani. Fu proprio lui ad annunciare la vittoria dell’ex presidente islamista Mohamed Mursi, quattro giorni prima della dichiarazione ufficiale. 1 Secondo fonti arabe, Sharaby avrebbe reagito alla lista delle organizzazioni terroriste emanata dagli Emirati Arabi (tra cui figurano anche ISIS e al-Qaeda) con tale affermazione: “Non so per quale motivo gli Emirati indicano 83 organizzazioni come terroriste. Come può qualcuno che dice “Non vi è alcun dio al di fuori di Allah e Muhammad è il suo profeta” essere un terrorista”?2 Sharaby si è candidamente fatto immortalare davanti alla bandiera statunitense e al logo del Dipartimento di Stato, mentre con la mano destra fa il segno delle quattro dita di “Rabaa”, legato ai Fratelli Musulmani egiziani. In passato l’ex magistrato era stato immortalato anche assieme al leader spirituale dei Fratelli Musulmani, Yusuf Qaradawi, che nell’estate del 2013 lanciò un richiamo alla jihad in Siria contro Bashir al-Assad. 3 L’ “Egyptian Revolutionary Council” sarebbe ufficialmente stato formato nell’estate del 2014 a Istanbul, nella Turchia del presidente islamista Erdogan e con a capo Amr Darraj e Maha Azzam.
Interessanti anche le presenze di Gamal Heshmat (ex parlamentare dei Fratelli Musulmani egiziani, che appare in una foto alla destra del leader di Hamas, Khaled Mashaal) e Abel Mawgoud al-Dardery, ex membro del Comitato per le Relazioni Estere dell’FJP, il partito islamista egiziano legato alla Fratellanza. 4 Maha Azzam, aveva successivamente confermato, c durante un evento di martedì 27 gennaio tenutosi al Center for the Study of Islam and Democracy (CISD) ,che l’incontro al Dipartimento di Stato era stato “fruttuoso”. Nel contempo, mentre alcuni membri della stessa delegazione venivano segnalati in varie università americane tra cui la Berkley, compariva sul web una foto dell’ex ambasciatrice americana in Egitto, Anne Patterson, mentre fa il gesto delle quattro dita di Rabaa, legato ai Fratelli Musulmani. La Patterson nell’estate del 2013 fu pesantemente contestata dal popolo egiziano, sceso nelle piazze contro il regime islamista e costretta a lasciare in gran fretta il Cairo, per aver appoggiato fino all’ultimo i Fratelli Musulmani.
Alcuni precedenti
Il fatto che l’amministrazione Obama sia da sempre vicina ai Fratelli Musulmani non è certo una sorpresa, altrimenti non si spigherebbe come avrebbe fatto Mohamed Elbiary a diventare un alto funzionario del United States Homeland Security Department, prima di essere costretto a dare le dimissioni a causa di alcuni suoi post in favore del Califfato, dei Fratelli Musulmani e contro i copti egiziani. Sotto l’amministrazione Obama, Elibiary ha anche fatto parte del DHS Countering Violent Extremism Working Group e del DHS Faith-Based Security and Communications Advisory Committee. C’è poi il caso di Dalia Mogahed, consigliere di Obama per le questioni islamiche (sarebbe stata lei ad aiutare Obama nei preparativi del famoso discorso del Cairo del giugno 2010) , sostenitrice della Fratellanza e collaboratrice di John Esposito, islamologo della Georgetown University e convinto sostenitore dei Fratelli Musulmani. 5 Come documentato dall’International Center for the Study of Radicalization (ICSR) e dal Telegraph, nel 2009 la Mogahed apparve in un programma di una rete televisiva londinese presentato da Ibtihal Bsis, rappresentante mediatico dell’organizzazione Hizb ut-Tahrir, che predica sistematicamente la restaurazione del Califfato e bollato come terrorista e messo al bando in diversi paesi tra cui la Russia. L’organizzazione islamista risulta invece attiva e tollerata sia negli Stati Uniti che in Gran Bretagna. 6 7 Altro personaggio che vale la pena citare è Malik Obama, fratellastro del Presidente americano, membro della Islamic Dawa Organization (IDO), organizzazione con sede a Khartoum e legata al governo sudanese guidato da Omar al-Bashir, su cui spicca un mandato della Corte Penale Internazionale per crimini di guerra e crimini contro l’umanità.
Abdelfattah al-Sisi guarda a Mosca
Il 9 e il 10 febbraio il presidente russo Vladimir Putin si è recato in visita al Cairo per colloqui con il presidente egiziano Abdelfattah al-Sisi. Al centro dell’incontro la collaborazione economica e tecnico-militare tra i due paesi. Particolare significativo è il dono del leader del Cremlino a al-Sisi, al termine della cena: un fucile AK-47. Il messaggio è chiaro, al-Sisi non si fida di un’amministrazione Obama palesemente schierata con i Fratelli Musulmani, in un momento in cui l’Egitto è vittima di una feroce offensiva terrorista guidata dal gruppo Ansar Bait al-Maqdis, che in un recentissimo video ha ufficialmente dichiarato la propria alleanza all’ISIS. Quell’ISIS che Obama è così restio a combattere, tanto che gli stessi guerriglieri curdi di Kobane si erano inizialmente lamentati del fatto che gli aerei della coalizione non bombardavano le aree da loro indicate come sensibili, ma zone dove non vi erano jihadisti. Un Obama che è molto più preoccupato di fomentare una guerra contro la Russia, arrivando ad annunciare di voler armare gli schieramenti di Kiev, tra cui figurano, secondo fonti russe, anche molti volontari jihadisti provenienti da gruppi legati all’Emirato del Caucaso.
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