Di Salvatore Santoru
Negli ultimi giorni le FEMEN sono tornate a farsi vedere e sentire, prima con l'apparizione al programma "Announo", e in seguito a San Pietro, protagoniste di un'azione dimostrativa che sta suscitando diverso clamore.
In teoria, questo movimento si propone come obiettivo la lotta contro la mercificazione del corpo femminile e quindi combatte per i diritti delle donne, ma dietro tale facciata sembra che ci possa essere altro,
Lasciando stare i metodi usati, passiamo ai fatti.
L'anno scorso era uscito un documentario sulla storia del gruppo, girato dalla regista australiana Kitty Green, che ha trascorso ben 14 mesi tra il gruppo e ne ha descritto l'ascesa.
Nonostante tale documentario non sia assolutamente critico verso le Femen ( tanto da essere fieramente accolto e supportato da esse ), in esso si parla anche dell'addestramento che sarebbe stato basato anche sull'uso di abusi da parte di quello che ritenuto il "fondatore" del gruppo, Viktor Svyatskiy.
Nel documentario viene fatto vedere come Svyatskiy, del quale si sa relativamente poco, tranne la permanenza in carcere di tre anni che a quanto pare l'ha caratterialmente indurito, trattava le sue adepte.
Nel documentario viene fatto vedere come Svyatskiy, del quale si sa relativamente poco, tranne la permanenza in carcere di tre anni che a quanto pare l'ha caratterialmente indurito, trattava le sue adepte.
Inoltre diverso tempo fa una reporter ucraina del canale televisivo 1+1, Daryna Chyzh, era riuscita ad infiltrarsi nel gruppo descrivendo le modalità di "iniziazione" al movimento.
Inoltre, la giornalista ha spiegato che le attiviste riceverebbero anche un compenso mensile di 1000 €, mentre le dipendenti dei vari uffici di coordinamento in patria anche sino a 2500 € al mese, cinque volte lo stipendio medio ucraino, soldi che deriverebbero anche da importanti affaristi e fondazioni statunitensi ed europee, fortemente interessati al mercato dell'Est Europa, geopoliticamente e non.
Oltre a Chyzh, c'è da segnalare che anche una studentessa di Legge di Parigi, Iseul Turan, si è infiltrata nel gruppo e dall'esperienza ha concluso che :" Sono piene di stereotipi e non vogliono scostarsi dalle loro idee. Sono ignoranti: non conoscono e non vogliono conoscere. Se cerchi un confronto, lo rifiutano. Così, anziché portare le donne nel dibattito pubblico, chiudono il dialogo. Non c’è nessuna riflessione fra loro, solo addestramento " .
Per quanto riguarda i finanziamenti, risulta interessante sapere che, secondo alcune fonti, tra le più organizzazioni coinvolte, risulta esservi anche la "Open Society" di George Soros, il multimilionario filantropo e finanziere ( che in passato,però, svalutò la lira nel 1992 e fu condannato per aggiotaggio per ciò) noto per il finanziamento delle 'rivoluzioni colorate'.
Ma non è finita qui: per chi è interessato alla storia e all'approfondimento del movimento, sarebbe molto utile leggere un articolo molto interessante di Matteo Zola su "East Journal", una rivista specializzata proprio sullo studio della società e della politica dell'Europa orientale, e di certo non accusabile di "complottismo".
Tra l'altro ci sono da segnalare alcune interessanti curiosità.
A quanto pare, in una recente protesta in Ucraina alcune attiviste avrebbero lottato braccia a braccia, insieme... ai gruppi di estrema destra.
Se la cosa sembra strana, ecco di seguito una foto interessante.
Raffigura una militate della Femen con un militante di Svoboda.
Raffigura una militate della Femen con un militante di Svoboda.
Un bel selfie tra una "femen-ista" e un "svobo-dista", che fa il saluto tipico del suo partito.
Tralasciando il fatto che il dirigente di Svoboda, attualmente parlamentare, Oleh Tyahnybok aveva sostenuto poco tempo fa controverse posizioni ben poco affini alla causa progressista dei diritti civili ( che le Femen proseguono o a cui si ispirerebbero).
Si potrebbe dire che forse le Femen sono una sorta di "bluff": una sorta di "brand ideologico" e "commerciale", che sicuramente vende molto e che per vendere ha bisogno di appropriarsi di istanze ritenute comunemente positive, per persuadere e nel contempo (forse) anche garantire profitti e potere a chi "sapientemente" e presumibilmente dirigerebbe il possibile "teatrino".
Commenti
Posta un commento
Partecipa alla discussione