Oggi il sesso è vissuto con una non naturalezza del desiderio e con delle perversioni soprattutto perché mancano punti di riferimento superiore.Si arriva all’orgasmo, che comunque è un momento di crisi, di rottura senza sapere nemmeno perché e privandolo del suo spirito originario.
Anche la repressione sessuale intesa come moralismo ha poco senso come fine a se stessa: quello che ci vuole, come in tutte le cose, è equilibrio.
Per Evola questa repressione significa uno sconvolgimento della virilità olimpica e della femminilità demetrica.
Un esempio su come intendere il sesso nel voyeurismo comune è la nudità anatomica che è contemplata, mentre nelle cerimonie iniziatiche sovrasta su questa forma quella della nudità spirituale.
In ogni caso, Evola non fa una trattazione dal punto di vista fisico, e nemmeno psichico (secondo il quale un uomo si può sentire donna e viceversa), ma dal punto di vista metafisico.
Sesso significa “diviso”, quindi c’è qualcosa che va riunito, e la sessuologia ha poco o nulla a che fare col sesso in senso assoluto, tanto che determinati aspetti dell’eros, quello vero, sono divenuti latenti nell’uomo di oggi che intende il sesso come esclusiva esperienza sessuale fisica.
La sessualità è solo una mera forma, ed incompleta, del vero amore, ma già da questa si capisce che c’è qualcosa di più che la eleva e la completa. E, per inciso, l’eccitazione erotica fisica di massa odierna corrisponde ad un’eccitazione psichica che credo si ricolleghi al permanente stato di attaccamento al desiderio dell’uomo, che crea sempre più finti ed inutili bisogni.
Ad influenzare la concezione erotica dell’uomo v’è anche la teoria darwinistica, e il fatto che si veda il sesso come un prolungamento degli istinti animali. Invece, dice Evola, è esattamente il contrario: è la sessualità animale che è una regressione e decadimento dell’amore umano (un esempio visibile è il calore animale che è periodico, a differenza dell’uomo che può sempre desiderare e amare).
Nell’uomo, l’amore fisico è una parte (inferiore) dell’Amore vero, ed è della stessa natura. Nel caso specifico è uno stato mentale e fisico in cui tutto si abolisce e si infiamma.
In un certo senso la crisi dell’amplesso, epurata dall’ orgasmo sessuale, racchiude una dimensione trascendentale.
Questo amplesso può portare ad una “frattura” dell’essere non in senso negativo né terreno o sensibile, bensì come riscoperta delle profondità dell’essere (e “momento folgorativo dell’unità”).
In questo senso, l’amore affettivo e sociale non è una forma ampliata dell’amore, ma è una forma attenuata e riflessa.
Evola dice anche che nell’uomo l’istinto alla riproduzione è inesistente e che la conoscenza della natura procreativa l’uomo la acquisisce a posteriori, ed è solo un possibile effetto del fuoco sessuale.
Questo sembra non collimare con Diotima sul punto che vede il desiderio riproduttivo dell’uomo come desiderio di immortalità; in realtà, il desiderio riproduttivo è desiderio d’immortalità, ed è assolutamente secondario e senza fini trascendentali (come desiderio terreno significa anche non accettazione e non preparazione alla morte) e quindi relegato al piano materiale e non metafisico.
Su questo è chiaro: gli uomini quasi sacrificano se stessi pur di generare, ma non generano che un altro uomo mortale.
Più importante è per Evola l’impulso di due persone di sesso diverso all’unione; questa attrazione è inversamente proporzionale con la potenza della moltiplicazione (esseri inferiori si riproducono molto più in fretta e in quantità dell’uomo), tanto da far dire ad Evola che non c’è nessun legame tra amore e procreazione.
Eros, però, non significa piacere né tantomeno orgasmo. Esso è determinato dalla polarità dei sessi, ed è una questione di fluidi e di magnetismo (“trovarsi da soli assieme, uomo e donna, anche se non intervengono contatti è come se fossero avvenuti”).
Nelle forme sacralizzate dell’amore alle forme naturali fra due sessi (non-contatto, contatto, penetrazione) se ne aggiungono altre.
Nell’uomo assoluto e nella donna assoluta vi sono comunque già in esse delle parti di donna nel primo e di uomo nella seconda, e la vera attrazione c’è quando queste sono complementari. D’altronde anche la persona stessa è una maschera: fatta di una parte esteriore (maschio o femmina) e di una interiore.
Se è vero che è l’uomo sociale che ha creato socialmente la donna inferiore, ed è pertanto giusta una parità di diritti sociali, e dal punto di vista metafisico i due sessi sono uguali, c’è però da considerare la differenza di polarità, che permane tra uomo e donna (e anche se uno si sente donna e una si sente uomo) e la qualità del fluido rispettivo non ne è intaccata.
Evola spiega anche che la forza profonda dell’eros non deve fissarsi (in senso alchemico) nel piano intermedio delle forze psichiche, perché è ancora un piano individuale, ma fissarsi nel terzo piano più profondo dell’essere.
Sembra anche che il mito dell’androgino alluda al raggiungimento dell’unità dalla dualità dei sessi, che non vuol dire sessi di persone diverse, ma polarità femminile e maschile all’interno di una stessa persona e una liberazione della sua anima.
Amare è desiderare la bellezza. Ma se si guarda alla scala dell’amore e si ama una donna, significa comunque amare una piccola parte della Bellezza pura.
Pur non essendo quello amore puro, si riesce anche in questo caso ad amare una parte di eternità.
Poros è pienezza dell’essere e Penia privazione dell’essere, mancanza. Evola dice materia, ma in sostanza anche la materia è mancanza: mancanza di immortalità.
L’amore puro non può essere raggiunto attraverso un desiderio non puro, perché un desiderio non puro è ancora mescolanza di qualcosa: e la pienezza dell’amore non accetta mescolanza perché in questa mescolanza v’è ancora privazione di qualcosa.
Secondo Evola, dunque, il desiderio di generazione in realtà è brama di immortalità che conferisce solo nuova mortalità.
Fonte e articolo completo:http://culturauniversale.blogspot.it/2012/03/la-metafisica-del-sesso-di-julius-evola.html
Il MIO COMMENTO E' STATO CANCELLATO. IN QUANTO FA RISALTARE LA RAPIDA ASCESA DEL RUOLO DELLA DONNA IN OGNI CAMPO .e' UNA REALTA' OGGETIVA E SOGGETTIVA EVIDENTE, CHE NON SI PUO' OCCULTARE !!!!!!!
RispondiEliminaVi è ben poco da commentare, se non che il ruolo della donna è divenuto predominante in tutti i settori, in conseguenza del fallimento dell'uomo, con conseguenze disastrose come alimentare focolai di guerre e irreparabili disastri ambientali che compromettono il proseguimento della vita su questa martoriata terra !!!
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